Abbiamo letto sulla stampa della
nuova svolta sostenibile da parte dell’Amministrazione Comunale di San Giorgio
del Sannio e, francamente, questa cosa non può che farci piacere.
Tuttavia, le modalità attraverso
le quali si vuole realizzare questa svolta ci lasciano alquanto perplessi.
L’assessore all’ambiente
Saccavino, ha qualche giorno fa dichiarato alla stampa che Il Comune di San
Giorgio ha partecipato ad un bando della
Provincia di Benevento con un progetto (la richiesta di finanziamento è di
circa 18.000 euro) che, citiamo le sue testuali parole, “prevede l’acquisto di
compostiere da dare a tutte le famiglie che abitano nelle zone rurali per
ridurre l’umido e quindi la spesa per smaltire questa tipologia di rifiuti in
piattaforma.”
Ebbene, ci chiediamo, ha
veramente senso chiedere un finanziamento alla Provincia per fornire chi abita
in campagna di una compostiera quando sarebbe stato molto più semplice, e
soprattutto a costo zero, incentivare l’autocompostaggio attraverso la tecnica,
che tutti i contadini conoscono e che si perpetua da secoli, del cumulo o
attraverso la creazione, con legno riciclato, di una cassa di compostaggio?
Perché chiedere alla Provincia di
spendere denaro pubblico per un progetto che può essere comodamente realizzato
a costo zero?
Del resto, la Regione Campania,
con Delibera di Giunta nr 384 del 31/07/2012 ha già sancito da tempo la
possibilità per ogni cittadino che ne facesse richiesta di realizzare
l’autocompostaggio domestico previa una convenzione con il Comune, per cui sarebbe
bastato molto semplicemente dare applicazione a livello Comunale alla suddetta
delibera.
Altra cosa, invece, come da lungo
tempo suggeriamo di fare ai nostri amministratori, sarebbe stato, con quegli
stessi soldi, concretizzare su tutto il territorio comunale buone prassi per
salvaguardare l’ambiente e, di conseguenza, ridurre la produzione di rifiuti
alla fonte ed aumentare le percentuali di raccolta differenziata.
Altra cosa sarebbe stata una
campagna a tappeto per la riduzione del consumo di plastica attraverso
l’eliminazione delle stoviglie monouso nelle mense scolastiche,
l’incentivazione della vendita di prodotti sfusi, la realizzazione di una casa
dell’acqua con la conseguente drastica riduzione del consumo di bottiglie in
PET, la messa al bando degli shoppers in
plastica.
Altra cosa sarebbe stata,
rispetto ai pannolini lavabili di cui pure l’assessore Saccavino parla sulla
stampa, affermando che attraverso il finanziamento provinciale si acquisteranno
kit da regalare alle neo mamme, stipulare un protocollo d’intesa, con i
pediatri, con il Consultorio Familiare,
con gli ambulatori di Ostetricia e ginecologia e Pediatria e neonatologia dell’Asl, con i
nidi d’infanzia pubblici e privati, con i punti vendita e le farmacie, al fine
di creare le basi per quel cambiamento culturale che è il punto di partenza
imprescindibile per arrivare poi alla scelta consapevole di utilizzare ciò che
è lavabile e riutilizzabile piuttosto che ciò che va a finire in discarica con
grande costo economico per la comunità ed enorme danno all’ambiente.
A tale proposito, infatti, ci
chiediamo: è davvero sicura l’Amministrazione Comunale che fornire la
compostiera e i pannolini lavabili ai cittadini senza un’adeguato percorso di
accompagnamento socio-culturale alla sostenibilità ambientale, serva a
qualcosa?
E soprattutto, è davvero sicura l’amministrazione
Comunale di ottenere i risultati sperati?
A quanto ci consta dai dati dello
scorso anno, infatti, nonostante a raccolta dei tessili, nonostante la raccolta
degli oli esausti, nonostante la distribuzione, che di fatto è già iniziata da
circa 6 mesi, dei pannolini lavabili, i risultati sono stati assolutamente
deludenti (secondo i dati ufficiali certificati dell’Osservatorio Regionale di
Rifiuti per l’anno 2012 si è raggiunto un magro 52.07% di R.D. con una
percentuale del 3.46% in meno rispetto all’anno precedente) e l’obiettivo del
65 % di R. D. stabilito per legge è rimasto ben lontano dall’essere raggiunto.
Checchè ne dica l’assessore
Saccavino, quindi, le scelte dell’Amministrazione Comunale in tema di
sostenibilità ambientale e di Raccolta Differenziata sono ben lontane da quella
efficienza e concretezza che viene sbandierata ai quattro venti sulla stampa!
Forse, sarebbe bene per i nostri
amministratori fare un bagno di umiltà ed accogliere,senza preclusioni di
sorta, i numerosi suggerimenti ed input che vengono loro da chi della
sostenibilità, dell’acqua pubblica, dei rifiuti, dell’ambiente in generale, ha
fatto e fa una ragione di vita e da anni opera sul territorio con importanti
iniziative non solo di comunicazione e sensibilizzazione ma anche di
rilevanza scientifica nazionale, non
ultima la presenza a San Giorgio di ricercatori che hanno condotto sulle acque
minerali e di rubinetto italiane uno studio internazionale.
Se così non fosse, come non è
stato sinora, vorrebbe soltanto dire che non è il M5S a dire sempre no bensì la
controparte e che di questo atteggiamento la cittadinanza dovrà prendere
coscienza.
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