martedì 3 dicembre 2013
giovedì 28 novembre 2013
E il Governo continua a prenderci per i fondelli!!!! il reddito minimo di cui parla Letta è solo per il 6% degli aventi diritto!!!
E ancora ci prendono per i fondelli!!!!
Amici, INFORMATEVI, LEGGETE, STUDIATE!!!
(da Il Fatto Quotidiano) Il reddito minimo di cui parla Letta inquesti giorni, il Sostegno per l'Inclusione Attiva inserito all'interno della Legge di Stabilità è solo un escamotage del Governo per rispondere alle richieste annose dell'Europa rispetto al concetto di reddito minimo garantito, attivo dappertutto in Europa appunto tranne che in Italia e in Grecia. Letta, infatti, fa proclami sul reddito minimo ma non dice che nella legge di stabilità sono stati stanziate solo poche decine di milioni mentre, il documento stilato dal Ministero del Lavoro parla della necessità di 7 o 8 miliardi all'anno per la realizzazione del programma.
Nel maxiemendamento alla Legge di stabilità vengono stanziati 120 milioni in 3 anni, ovvero 40 milioni l’anno. In pratica meno della metà di quanto stanziato per la Carta acquisti per un solo anno, che è di 250 milioni annui e a cui i 120 milioni del Sia si vanno a sommare nel quadro della “riforma” prevista dal governo. A questi, ha spiegato il ministro Giovannini, vanno aggiunti i “170 milioni per il Mezzogiorno e altri 50 milioni per i grandi comuni” già stanziati. In tutto circa 500 milioni. Però basta andare sul sito del ministero del Lavoro per scoprire che le cifre sono necessarie a far sì che il provvedimento possa incidere minimamente sulla realtà. Nel documento con cui il dicastero presenta il Sostegno per l’inclusione attiva si legge: “Il programma potrebbe ragionevolmente comportare un costo a regime dell’ordine di 7-8 miliardi” annui. Altro che le cifre sbandierate dal governo.
Non solo. “Un tale programma consentirebbe di raggiungere non meno di circa il 6% delle famiglie del Paese”, si legge ancora nel documento. Ma solo una volta entrato a regime, cioè quando sarebbero disponibili i 7-8 miliardi. Quindi, anche se dovesse entrare a regime, il Sia risolverebbe solo un terzo del problema: secondo l’Istat le famiglie italiane sono in tutto 26 milioni. Quindi il 6% di 26 milioni sono 1 milione e 560 mila famiglie, moltiplicato per il numero medio dei componenti, che è 2,3, fa 3,6 milioni di persone. Per l’Istituto di statistica in Italia ci sono 9,5 milioni di persone che vivono sotto la soglia minima di spesa. Quasi tre volte quelle che verrebbero aiutate dal Sia. Il quale non è, quindi, un reddito minimo garantito, ma somiglia più che altro ad un ampliamento della Carta acquisti, l’ex Social card, che il governo ha ora esteso a tutto il territorio nazionale, “vale 40 euro al mese e viene caricata ogni 2 mesi con 80 euro (40 euro x 2 = 80 euro) sulla base degli stanziamenti via via disponibili”, si legge sul sito del ministero dell’Economia. In pratica, il solito assistenzialismo.
Altro problema: la copertura del Sia è in odore di incostituzionalità. Il provvedimento verrebbe finanziato con i fondi ottenuti dal contributo di solidarietà delle pensioni d’oro. Il contributo, progressivo, è pari al 6% oltre i 90mila euro, al 12% sopra i 128 mila e al 18% sopra i 193 mila. Il premier Letta pensa “che si possa superare l’incostituzionalità con questa nuova formulazione”, ma la misura che spesso è comparsa nelle manovre correttive degli ultimi anni e puntualmente è stata boccata dalla Corte Costituzionale. L’ultima volta lo scorso giugno: secondo la Consulta, non è in linea con il dettato della Carta qualsiasi prelievo fiscale sugli assegni previdenziali, anche su quelli che superano i 90mila euro lordi, come prevedeva il decreto legge 98 del 2011, perché costituisce “un intervento impositivo irragionevole e discriminatorio ai danni di una sola categoria di cittadini”. Del resto, lo stesso ministro Giovannini lo scorso agosto aveva ammesso: “Non possiamo tagliare le pensioni d’oro, sarebbe incostituzionale”.
ALLORA SIGNOR PRESIDENTE LETTA, COME LA METTIAMO? LA SUA è SOLO PROPAGANDA?
CI SEMBRA PROPRIO CHE LETTA USI A DISMISURA E A SUO UNICO VANTAGGIO QUELLA PROPAGANDA POPULISTA DI CUI ACCUSA IL M5S!!!
MENTRE IL MOVIMENTO FA I FATTI, UNO SU TUTTI: IN 6 MESI HA CACCIATO BERLUSCONI DAL SENATO DOPO CHE LA SINISTRA PER 30 ANNI AVEVA SOLO BLATERATO SENZA MAI SMACCHIARE IL GIAGUARO!!!
QUI il testo del documento del Ministero del Lavoro Verso la costruzione di un istituto nazionale di contrasto alla povertà
QUI il video della Portavoce al Senato Nunzia Catalfo in cui si parla di questa bufala!
Amici, INFORMATEVI, LEGGETE, STUDIATE!!!
(da Il Fatto Quotidiano) Il reddito minimo di cui parla Letta inquesti giorni, il Sostegno per l'Inclusione Attiva inserito all'interno della Legge di Stabilità è solo un escamotage del Governo per rispondere alle richieste annose dell'Europa rispetto al concetto di reddito minimo garantito, attivo dappertutto in Europa appunto tranne che in Italia e in Grecia. Letta, infatti, fa proclami sul reddito minimo ma non dice che nella legge di stabilità sono stati stanziate solo poche decine di milioni mentre, il documento stilato dal Ministero del Lavoro parla della necessità di 7 o 8 miliardi all'anno per la realizzazione del programma.
Nel maxiemendamento alla Legge di stabilità vengono stanziati 120 milioni in 3 anni, ovvero 40 milioni l’anno. In pratica meno della metà di quanto stanziato per la Carta acquisti per un solo anno, che è di 250 milioni annui e a cui i 120 milioni del Sia si vanno a sommare nel quadro della “riforma” prevista dal governo. A questi, ha spiegato il ministro Giovannini, vanno aggiunti i “170 milioni per il Mezzogiorno e altri 50 milioni per i grandi comuni” già stanziati. In tutto circa 500 milioni. Però basta andare sul sito del ministero del Lavoro per scoprire che le cifre sono necessarie a far sì che il provvedimento possa incidere minimamente sulla realtà. Nel documento con cui il dicastero presenta il Sostegno per l’inclusione attiva si legge: “Il programma potrebbe ragionevolmente comportare un costo a regime dell’ordine di 7-8 miliardi” annui. Altro che le cifre sbandierate dal governo.
Non solo. “Un tale programma consentirebbe di raggiungere non meno di circa il 6% delle famiglie del Paese”, si legge ancora nel documento. Ma solo una volta entrato a regime, cioè quando sarebbero disponibili i 7-8 miliardi. Quindi, anche se dovesse entrare a regime, il Sia risolverebbe solo un terzo del problema: secondo l’Istat le famiglie italiane sono in tutto 26 milioni. Quindi il 6% di 26 milioni sono 1 milione e 560 mila famiglie, moltiplicato per il numero medio dei componenti, che è 2,3, fa 3,6 milioni di persone. Per l’Istituto di statistica in Italia ci sono 9,5 milioni di persone che vivono sotto la soglia minima di spesa. Quasi tre volte quelle che verrebbero aiutate dal Sia. Il quale non è, quindi, un reddito minimo garantito, ma somiglia più che altro ad un ampliamento della Carta acquisti, l’ex Social card, che il governo ha ora esteso a tutto il territorio nazionale, “vale 40 euro al mese e viene caricata ogni 2 mesi con 80 euro (40 euro x 2 = 80 euro) sulla base degli stanziamenti via via disponibili”, si legge sul sito del ministero dell’Economia. In pratica, il solito assistenzialismo.
Altro problema: la copertura del Sia è in odore di incostituzionalità. Il provvedimento verrebbe finanziato con i fondi ottenuti dal contributo di solidarietà delle pensioni d’oro. Il contributo, progressivo, è pari al 6% oltre i 90mila euro, al 12% sopra i 128 mila e al 18% sopra i 193 mila. Il premier Letta pensa “che si possa superare l’incostituzionalità con questa nuova formulazione”, ma la misura che spesso è comparsa nelle manovre correttive degli ultimi anni e puntualmente è stata boccata dalla Corte Costituzionale. L’ultima volta lo scorso giugno: secondo la Consulta, non è in linea con il dettato della Carta qualsiasi prelievo fiscale sugli assegni previdenziali, anche su quelli che superano i 90mila euro lordi, come prevedeva il decreto legge 98 del 2011, perché costituisce “un intervento impositivo irragionevole e discriminatorio ai danni di una sola categoria di cittadini”. Del resto, lo stesso ministro Giovannini lo scorso agosto aveva ammesso: “Non possiamo tagliare le pensioni d’oro, sarebbe incostituzionale”.
ALLORA SIGNOR PRESIDENTE LETTA, COME LA METTIAMO? LA SUA è SOLO PROPAGANDA?
CI SEMBRA PROPRIO CHE LETTA USI A DISMISURA E A SUO UNICO VANTAGGIO QUELLA PROPAGANDA POPULISTA DI CUI ACCUSA IL M5S!!!
MENTRE IL MOVIMENTO FA I FATTI, UNO SU TUTTI: IN 6 MESI HA CACCIATO BERLUSCONI DAL SENATO DOPO CHE LA SINISTRA PER 30 ANNI AVEVA SOLO BLATERATO SENZA MAI SMACCHIARE IL GIAGUARO!!!
QUI il testo del documento del Ministero del Lavoro Verso la costruzione di un istituto nazionale di contrasto alla povertà
QUI il video della Portavoce al Senato Nunzia Catalfo in cui si parla di questa bufala!
lunedì 25 novembre 2013
E' stata necessaria un'altra tragedia per capire l'importanza della prevenzione...eppure, noi ne avevamo parlato soltanto pochi giorni fa...
E’ sempre necessaria una tragedia perché si torni a parlare delle problematiche legate al territorio … questa volta è toccata alla Sardegna e ai suoi 16 morti risvegliare le coscienze … fango, lacrime, morte, questo è quello che appare ai nostri occhi … e basta un niente, un attimo perché il nostro pensiero vada a tragedie simili accadute in zone a noi vicine, a Sarno, ad Atrani …
Oggi, poi, ricorre anche il 33° anniversario del terremoto dell’Irpinia che tanto male ha fatto alla nostra terra, e nei negozi, al supermercato, dal parrucchiere, la gente continua a narrare di ricordi e di persone, di dolore e distruzione …
Cosa è cambiato da allora, cosa è cambiato, dopo quei disastri, nei nostri territori? Davvero poco.
Si continua a costruire dappertutto, facendosi beffe della nostra terra, deturpandola in tutti modi, costruendo nei valloni alluvionali, sugli alvei dei fiumi, sotto le dighe, nel più totale dispregio della natura.
La natura, dunque, è madre e matrigna, come scriveva Leopardi, la natura dà, la natura toglie, è vero, tuttavia l’eccezionalità dell’evento alluvionale o sismico non può essere la sola ed unica spiegazione.
Secondo voi è normale che già un anno fa, i Comuni dovevano approvare il Piano di Emergenza Comunale per poi trasmetterne copia alla Regione, alla Prefettura e alla Provincia ed invece, ad oggi, solo i 136 Comuni del Molise e i 74 Comuni della Valle d'Aosta si sono messi in regola mentre nelle altre regioni solo il 75% ha comunicato quali sono i Comuni che si sono adeguati?
Secondo voi è normale che per la Campania si sa soltanto ( e la fonte è il sito istituzionale della Protezione Civile Nazionale) che sono 214 i Comuni che hanno realizzato il piano di emergenza sui 551 totali, senza poter sapere quali sono questi Comuni?
Secondo voi è normale che in regioni come la Calabria e la Sicilia, tristemente note per le alluvioni di Soverato, di Messina e Giampilieri, solo il 54% e il 49% dei Comuni ha il Piano Comunale di Emergenza?
Sicuramente non lo è.
Ma non lo è anche dovere assistere all’ incapacità totale dei Governi che si sono succeduti negli ultimi anni, fino a quello in corso, di scegliere ed agire per il bene del nostro territorio!
Un esempio su tutti: era il 4 settembre quando il MoVimento 5 Stelle presentava una mozione, con primo firmatario il portavoce al Senato Andrea Cioffi (potete leggerla qua: http://goo.gl/G3Rijm), per intervenire seriamente sulla normativa vigente in tema di rischio idrogeologico soprattutto in un'ottica di prevenzione, attraverso misure concrete per dare priorità ad interventi di tutela del territorio invece che a nuove ed inutili infrastrutture.
Il Governo recepì le indicazioni del MoVimento e diede parere favorevole alla mozione, seppur con delle modifiche. Poi l'assurdo: solo 67 voti a favore! La stragrande maggioranza di parlamentari di Pd, Pdl e Scelta Civica, pur di non votare la mozione a 5 stelle, era andata contro il parere del loro governo.
Ci chiediamo allora: ma chi ci governa cosa ha più a cuore, le sorti e soprattutto la VITA dell’Italia e dei suoi cittadini o il proprio interesse personale?
La verità è che siamo governati da veri e propri dilettanti allo sbaraglio, troppo occupati a pensare alle beghe di palazzo, a leggere i sondaggi e ad acquisire consensi per il prossimo congresso di partito, piuttosto che proporre soluzioni per la sempre più drammatica situazione di dissesto naturale dei nostri territori.
La verità è che il dissesto idrogeologico e sismico dei nostri territori è la metafora dell’Italia, un paese allo sbando totale, in crisi completa dal punto di vista economico, politico, culturale e sociale, continuamente e sempre di più affossato da chi, invece, avrebbe il DOVERE di salvarlo!!!
Per questo motivo noi cittadini del Meetup Amici di Beppe Grillo di San Giorgio del Sannio abbiamo deciso di essere attivi sul territorio, per riconquistare la nostra sovranità, sancita dall’art. 1 della Costituzione e da troppo tempo calpestata.
Per questo motivo noi cittadini facciamo di tutto per intervenire fortemente presso le Istituzioni e gli Enti Locali perché si amministri bene e nel pieno rispetto della natura e della legge.
Per questo motivo abbiamo richiesto al Sindaco di San Giorgio del Sannio, a tutela del diritto dei cittadini all’informazioni sui piani di governo del territorio e ai sensi dell’ art. 39 del DECRETO LEGISLATIVO 14 marzo 2013, n. 33, di pubblicare sul sito istituzionale del Comune, il Piano Comunale di Emergenza e di realizzare una corretta informazione ai cittadini anche attraverso la stampa locale, cartacea ed on line.
Loro non si arrenderanno, noi neppure!
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sabato 16 novembre 2013
Ancora una volta la CIVIT ci dà ragione!!!
Per "RIEDUCARE" i sangiorgesi, cosa che ci suggeriva ieri un concittadino e che noi riteniamo IMPROCRASTINABILE E URGENTISSIMA, è necessario renderli cittadini informati, cittadini edotti su quanto accade nel nostro paesello: finora, infatti, il Comune ha sempre cercato di rinviare la pubblicazione dei dati che riguardano l'amministrazione e la gestione economica di San Giorgio nonostante le nostre richieste....ad es. per quanto riguarda le informazioni ambientali relative all'area ex Poste di Via De Gasperi, dove c'era amianto e dove il Comune ha in programma di fare dei giardinetti... ora però, l'OPERAZIONE FIATO SUL COLLO continua a dare i suoi frutti: la CIVIT, Commissione indipendente per la Valutazione e la Trasparenza della P.A. , nell'esercizio del proprio potere di controllo, ha richiesto in maniera ufficiale e con una nota scritta al Comune di San Giorgio di CONFORMARSI ALLE DISPOSIZIONI DELL' ART. 5 DEL DECRETO LEGISLATIVO 33/2013 SULL'ACCESSO CIVICO, il che significa pubblicare sul sito i dati ambientali, analisi ARPAC E ASL, dati sulla bonifica effettuata e quant'altro, a tutela della salute pubblica e al diritto alla trasparenza dei cittadini. ATTENDIAMO CON ANSIA LA PUBBLICAZIONE!!!!
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martedì 12 novembre 2013
Rischio naturale e rischio Antropico: si salvi chi può!!! i VIDEO
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domenica 10 novembre 2013
La colpevole assenza dei cittadini: Sanniti, non fate gli struzzi, non vi conviene!!!
Il MeetUp Amici di Beppe Grillo di San Giorgio del Sannio, nel suo costante lavoro di informazione, a tutela dei cittadini e del territorio, ha organizzato presso l’Auditorium Comunale Cilindro Nero di San Giorgio del Sannio un incontro pubblico sul “RISCHIO NATURALE ED ANTROPICO” che, nelle aspettative, avrebbe potuto e dovuto aiutare i cittadini , spesso troppo disinformati, a vivere con maggiore consapevolezza le numerose criticità del nostro territorio.
Sono stati invitati tutti gli Enti locali del Medio Calore e le Associazioni di Protezione Civile di Benevento e della provincia, ma in sala è stato presente, anche se solo per poco tempo e senza intervenire, esclusivamente il Consigliere del Comune di San Giorgio delegato alla Protezione Civile, Giovanni Colucciello.
Sono stati invitati numerosi esponenti di spicco dell’associazionismo, ambientale e non, del Sannio, ma sono intervenuti con la consueta presenza attenta,interessata ed attiva solo Nicola Colangelo e il Codisam di Sant’Arcangelo Trimonte.
Ci corre, pertanto, l’obbligo, di registrare che, nonostante i relatori fossero studiosi di tutto rispetto sul piano nazionale ed internazionale, quali il Prof. Cicchella ed i geologi Ciarcia e Benedetto, nonostante sia intervenuto il portavoce del M5S al Senato Andrea Cioffi, che ha diffusamente illustrato il lavoro del MoVimento sui temi oggetto dell’incontro e nonostante sia stata realizzata una consistente campagna informativa sui social network e attraverso la stampa cartacea ed on line, gli unici assenti ingiustificati sono stati proprio i cittadini!!!
Ebbene, ci chiediamo:
ma veramente alla gente non gliene frega niente che ad es. San Giorgio è passata dalla seconda alla prima fascia di pericolosità sismica?
Veramente non gliene importa a nessuno quale è il livello di sicurezza dell’ abitazione in cui vive o della scuola che frequentano i propri figli o dei luoghi in cui lavora?
Veramente i sangiorgesi, ma non solo loro , anche i beneventani, i caudini, i fortorini, non hanno interesse a sapere che, con buona attendibilità, molti dei terreni dai quali provengono i prodotti che quotidianamente acquistiamo e consumiamo, hanno ad es. concentrazioni di mercurio oltre 30 volte superiori a quanto consentito per legge?
L’ASSENZA DEI CITTADINI AD EVENTI FORMATIVI ED INFORMATIVI DI QUESTO TIPO E CHE RIGUARDANO TUTTO IL TERRITORIO SANNITA E’, SECONDO NOI, FRANCAMENTE, COLPEVOLE , DEPRIMENTE ED ANCHE IRRESPONSABILE!
Noi attivisti del M5S di San Giorgio del Sannio, benché parzialmente delusi, non smetteremo di occuparci di queste problematiche, non smetteremo di sollecitare i cittadini alla partecipazione e le Istituzione alla tutela del territorio e, nel contempo, ci auguriamo che non debba essere una nuova possibile grande calamità a scuotere le coscienze.
Il terremoto di San Giuliano di Puglia, la frana di Soverato, i rifiuti tossici della Terra dei Fuochi, con il loro triste bagaglio di morte e dolore, devono essere per noi un monito e non una prospettiva futura!!!
Sono stati invitati numerosi esponenti di spicco dell’associazionismo, ambientale e non, del Sannio, ma sono intervenuti con la consueta presenza attenta,interessata ed attiva solo Nicola Colangelo e il Codisam di Sant’Arcangelo Trimonte.
Ci corre, pertanto, l’obbligo, di registrare che, nonostante i relatori fossero studiosi di tutto rispetto sul piano nazionale ed internazionale, quali il Prof. Cicchella ed i geologi Ciarcia e Benedetto, nonostante sia intervenuto il portavoce del M5S al Senato Andrea Cioffi, che ha diffusamente illustrato il lavoro del MoVimento sui temi oggetto dell’incontro e nonostante sia stata realizzata una consistente campagna informativa sui social network e attraverso la stampa cartacea ed on line, gli unici assenti ingiustificati sono stati proprio i cittadini!!!
Ebbene, ci chiediamo:
ma veramente alla gente non gliene frega niente che ad es. San Giorgio è passata dalla seconda alla prima fascia di pericolosità sismica?
Veramente non gliene importa a nessuno quale è il livello di sicurezza dell’ abitazione in cui vive o della scuola che frequentano i propri figli o dei luoghi in cui lavora?
Veramente i sangiorgesi, ma non solo loro , anche i beneventani, i caudini, i fortorini, non hanno interesse a sapere che, con buona attendibilità, molti dei terreni dai quali provengono i prodotti che quotidianamente acquistiamo e consumiamo, hanno ad es. concentrazioni di mercurio oltre 30 volte superiori a quanto consentito per legge?
L’ASSENZA DEI CITTADINI AD EVENTI FORMATIVI ED INFORMATIVI DI QUESTO TIPO E CHE RIGUARDANO TUTTO IL TERRITORIO SANNITA E’, SECONDO NOI, FRANCAMENTE, COLPEVOLE , DEPRIMENTE ED ANCHE IRRESPONSABILE!
Noi attivisti del M5S di San Giorgio del Sannio, benché parzialmente delusi, non smetteremo di occuparci di queste problematiche, non smetteremo di sollecitare i cittadini alla partecipazione e le Istituzione alla tutela del territorio e, nel contempo, ci auguriamo che non debba essere una nuova possibile grande calamità a scuotere le coscienze.
Il terremoto di San Giuliano di Puglia, la frana di Soverato, i rifiuti tossici della Terra dei Fuochi, con il loro triste bagaglio di morte e dolore, devono essere per noi un monito e non una prospettiva futura!!!
Sanniti, è l’ora di svegliarsi, dunque!!!
Non fate finta di niente, non fate gli struzzi, non vi conviene!!!
Non fate finta di niente, non fate gli struzzi, non vi conviene!!!
Rischio naturale e rischio Antropico si salvi chi può!!! Qualche foto
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venerdì 8 novembre 2013
NON FACCIAMO FINTA DI NIENTE: NON CI CONVIENE!!!
Per difendere i nostri figli, per difendere il
nostro e il loro futuro serve il contributo di tutti... per dare ai
nostri figli un futuro degno di questo nome servono genitori e cittadini
informati e attivi.
E allora poniamoci qualche domanda: conosciamo quali sono i livelli di rischio sismico, idrogeologico, e di inquinamento chimico dei nostri territori? sappiamo se esistono piani di emergenza nei paesi dove viviamo? sappiamo come dovremo comportarci noi e come si dovranno comportare gli Enti Locali nel gestire un eventuale evento calamitoso? conosciamo il livello di sicurezza delle scuole dei nostri ragazzi? sappiamo se l'aria, l'acqua e la terra dei nostri paesi è inquinata da metalli pesanti?
MA SOPRATTUTTO, ABBIAMO MAI APPROFONDITO QUESTI ARGOMENTI PER SAPERNE DI PIU’?
ABBIAMO FATTO AI NOSTRI SINDACI E AI NOSTRI ASSESSORI QUESTE DOMANDE? ABBIAMO MAI PRETESO RISPOSTE?
Eppure recenti sono gli esempi eclatanti di eventi atmosferici inattesi che hanno messo in ginocchio intere comunità, come l’emergenza neve del febbraio 2012 o le inondazioni a Benevento della scorsa estate … cosa ci hanno insegnato questi eventi straordinari viste le gravi ricadute negative sul territorio, sull’economia, sulla comunità locale?
SIAMO CITTADINI INFORMATI ED ATTIVI O SAPPIAMO SOLO LAMENTARCI A CALAMITA' AVVENUTE?
L'incontro pubblico di sabato 9 novembre alle 18.00 presso l'Auditorium Comunale "Cilindro Nero" di San Giorgio del Sannio vuole essere un punto di partenza per migliorare le nostre conoscenze dal punto di vista del rischio sismico, idrogeologico e da inquinamento chimico-industriale del territorio sannita e per provare a comprendere cosa è stato fatto e cosa ancora si può fare anche dal punto di vista tecnico e politico per la prevenzione delle calamità naturali e di tipo antropico.
Ne parleremo con il Prof. Domenico Cicchella, Docente di Geochimica presso l'Università del Sannio, con i geologi Sabatino Ciarcia e Lorenzo Benedetto, membri dell'Ordine dei Geologi della Campania e con il Portavoce al Senato del MoVimento 5 Stelle Andrea Cioffi, Membro della 8ª Commissione permanente (Lavori pubblici, comunicazioni).
NON FACCIAMO FINTA DI NIENTE...NON CI CONVIENE!!!
E allora poniamoci qualche domanda: conosciamo quali sono i livelli di rischio sismico, idrogeologico, e di inquinamento chimico dei nostri territori? sappiamo se esistono piani di emergenza nei paesi dove viviamo? sappiamo come dovremo comportarci noi e come si dovranno comportare gli Enti Locali nel gestire un eventuale evento calamitoso? conosciamo il livello di sicurezza delle scuole dei nostri ragazzi? sappiamo se l'aria, l'acqua e la terra dei nostri paesi è inquinata da metalli pesanti?
MA SOPRATTUTTO, ABBIAMO MAI APPROFONDITO QUESTI ARGOMENTI PER SAPERNE DI PIU’?
ABBIAMO FATTO AI NOSTRI SINDACI E AI NOSTRI ASSESSORI QUESTE DOMANDE? ABBIAMO MAI PRETESO RISPOSTE?
Eppure recenti sono gli esempi eclatanti di eventi atmosferici inattesi che hanno messo in ginocchio intere comunità, come l’emergenza neve del febbraio 2012 o le inondazioni a Benevento della scorsa estate … cosa ci hanno insegnato questi eventi straordinari viste le gravi ricadute negative sul territorio, sull’economia, sulla comunità locale?
SIAMO CITTADINI INFORMATI ED ATTIVI O SAPPIAMO SOLO LAMENTARCI A CALAMITA' AVVENUTE?
L'incontro pubblico di sabato 9 novembre alle 18.00 presso l'Auditorium Comunale "Cilindro Nero" di San Giorgio del Sannio vuole essere un punto di partenza per migliorare le nostre conoscenze dal punto di vista del rischio sismico, idrogeologico e da inquinamento chimico-industriale del territorio sannita e per provare a comprendere cosa è stato fatto e cosa ancora si può fare anche dal punto di vista tecnico e politico per la prevenzione delle calamità naturali e di tipo antropico.
Ne parleremo con il Prof. Domenico Cicchella, Docente di Geochimica presso l'Università del Sannio, con i geologi Sabatino Ciarcia e Lorenzo Benedetto, membri dell'Ordine dei Geologi della Campania e con il Portavoce al Senato del MoVimento 5 Stelle Andrea Cioffi, Membro della 8ª Commissione permanente (Lavori pubblici, comunicazioni).
NON FACCIAMO FINTA DI NIENTE...NON CI CONVIENE!!!
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lunedì 4 novembre 2013
RISCHIO NATURALE E RISCHIO ANTROPICO NEL SANNIO: SI SALVI CHI PUO'!!!
SABATO 9 NOVEMBRE presso l'Auditorium Comunale
"Cilindro Nero" a San Giorgio del Sannio incontro pubblico sul tema
"RISCHIO NATURALE E RISCHIO ANTROPICO NEL SANNIO: SI SALVI CHI PUO'!!!"
Ne parleremo con il Prof. Domenico Cicchella, Docente di GeoChimica presso l'Università del Sannio, con i geologi Sabatino Ciarcia e Lorenzo Benedetto, membri dell'Ordine dei Geologi della Campania e con il Portavoce al Senato del MoVimento 5 Stella Andrea Cioffi, Membro della 8ª Commissione permanente (Lavori pubblici, comunicazioni).
Ne parleremo con il Prof. Domenico Cicchella, Docente di GeoChimica presso l'Università del Sannio, con i geologi Sabatino Ciarcia e Lorenzo Benedetto, membri dell'Ordine dei Geologi della Campania e con il Portavoce al Senato del MoVimento 5 Stella Andrea Cioffi, Membro della 8ª Commissione permanente (Lavori pubblici, comunicazioni).
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sabato 2 novembre 2013
Anche il Comune di San Nazzaro aderisce al Manifesto dei Sindaci contro il Gioco d'Azzardo
Il 31 ottobre scorso siamo intervenuti al Consiglio Comunale di San Nazzaro per illustrare il Manifesto dei Sindaci contro il gioco d'azzardo.
E' bello sentire la partecipazione dei Sindaci, soprattutto quelli giovani come il Sindaco di San Nazzaro che ha accolto la proposta con grande entusiasmo!
Siamo al secondo comune del Medio Calore che aderisce al Manifesto dei Sindaci e tutto questo è stato fatto in poche settimane.
A breve ci saranno delle iniziative di sensibilizzazione della popolazione e, nei comuni che hanno aderito, si inizierà la raccolta di firme per la presentazuione della Legge di Iniziativa Popolare.
lunedì 28 ottobre 2013
Di cosa ha paura il Comune di San Giorgio? Di dover rispettare la volontà dei cittadini? Il Regolamento dei Referendum Popolari è una presa in giro, altro che partecipazione!!!
E’ stato approvato dalla Giunta Comunale di San Giorgio, con DELIBERA C.C. n. 25 del 26 settembre 2013, il REGOLAMENTO PER LO SVOLGIMENTO DEI REFERENDUM COMUNALI, regolamento che, insieme ai regolamenti attuativi degli altri istituti di partecipazione popolare, il MeetUp Amici di Beppe Grillo aveva richiesto sin dal novembre 2012.
Anche questa è senza dubbio una grande vittoria del MeetUp locale, considerato il fatto che ormai da 13 anni è stata resa obbligatoria l’emanazione di questi regolamenti attuativi e, fino alla nostra segnalazione, il Comune non ha ritenuto di dover prendere in considerazione la necessità di mettersi in regola con il Testo Unico degli Enti Locali.
Anche questa è senza dubbio una grande vittoria del MeetUp locale, considerato il fatto che ormai da 13 anni è stata resa obbligatoria l’emanazione di questi regolamenti attuativi e, fino alla nostra segnalazione, il Comune non ha ritenuto di dover prendere in considerazione la necessità di mettersi in regola con il Testo Unico degli Enti Locali.
Tuttavia, pur prendendo atto del passo avanti fatto dall’Amministrazione in tema di partecipazione dei cittadini, non possiamo non sottolineare che il testo approvato presenta numerose criticità che non possono, secondo noi, passare sotto silenzio.
Tali criticità, infatti, in alcuni casi, sono in contrasto non solo con il Testo Unico degli Enti Locali, e quindi con la legge nazionale, ma anche con lo Statuto Comunale, ovvero la carta fondamentale dell’Ente Locale che gli Amministratori stessi hanno redatto ed approvato.
Ma veniamo a chiarire quali sono questi punti critici.
La prima e più importante criticità sta nel fatto che il Regolamento non prevede la possibilità da parte dei cittadini di richiedere e svolgere Referendum su atti di cui si vuole proporre l'adozione alla cittadinanza, ma solo per la abrogazione, la revoca o la modifica di atti già adottati dall’Amministrazione.
Tale contesto, è un caso più unico che raro, dal momento che con l’art. 8, comma 3 del TUEL, rispetto alla normativa previgente, è stata ampliata la valenza dell'istituto del referendum popolare, attualmente configurabile non più solo come consultivo (unica tipologia prevista nell'originale formulazione della legge n. 142 del 1990 e volta a consentire la consultazione della popolazione su rilevanti questioni di interesse locale), ma anche come abrogativo (di provvedimenti a carattere generale degli organi istituzionali e burocratici dell'ente), propositivo (per approvare proposte di atti avanzate dalla stessa amministrazione o da altri soggetti), confermativo, di indirizzo e oppositivo – sospensivo.Inoltre, tale strano caso pare anche in contrasto con l’art. 44, comma 4 dello Statuto Comunale di San Giorgio del Sannio in cui si prevede che possono essere tenuti Referendum "anche" su atti già adottati, ammettendo quindi, implicitamente, la possibilità di svolgere Referendum per votare l'adozione di nuovi atti o provvedimenti proposti direttamente dagli stessi cittadini.Dunque ci chiediamo: se il Testo Unico prevede tutti i tipi di referendum, perché San Giorgio risulta un caso del tutto anomalo nel panorama nazionale, prevedendo solo il referendum abrogativo?
Di cosa si ha paura? Del fatto che se una proposta viene votata da un numero adeguato di cittadini poi deve essere obbligatoriamente realizzata dal Comune?
Probabilmente sì, visto che, per potersi ulteriormente “difendere” dalla volontà dei cittadini, all’art. 31 del Regolamento gli estensori del Regolamento scrivono "… Il Consiglio Comunale nell'ambito della stessa seduta è tenuto ad adottare atti conseguenti al responso referendario o atti motivati che si discostano dallo stesso. "… In virtù di ciò, emerge la possibilità per il Consiglio fare scelte diverse dall’esito referendario, motivandole adeguatamente, possibilità che, invece, lo Statuto Comunale, all’ art. 44 comma 8, esclude tassativamente.
Ancora una volta, dunque, l’Amministrazione Comunale trova un escamotage, gli atti motivati, per discostarsi dall’esito del Referendum, ovvero dalla volontà dei cittadini.
E allora, ce lo domandiamo ancora una volta: di cosa hanno paura gli amministratori, del fatto che i cittadini possano non condividere le scelte fatte dal Comune e intervenire direttamente perché tali scelte vengano modificate?
Probabilmente il 25 % dei sangiorgesi che ha votato per il M5S alle scorse consultazioni comincia veramente a fa paura!!!
E allora gli estensori del Regolamento cosa hanno fatto? Hanno scritto, all’art. 10, che sono necessari almeno 15 cittadini per dar vita al Comitato Promotore del Referendum.
Tali criticità, infatti, in alcuni casi, sono in contrasto non solo con il Testo Unico degli Enti Locali, e quindi con la legge nazionale, ma anche con lo Statuto Comunale, ovvero la carta fondamentale dell’Ente Locale che gli Amministratori stessi hanno redatto ed approvato.
Ma veniamo a chiarire quali sono questi punti critici.
La prima e più importante criticità sta nel fatto che il Regolamento non prevede la possibilità da parte dei cittadini di richiedere e svolgere Referendum su atti di cui si vuole proporre l'adozione alla cittadinanza, ma solo per la abrogazione, la revoca o la modifica di atti già adottati dall’Amministrazione.
Tale contesto, è un caso più unico che raro, dal momento che con l’art. 8, comma 3 del TUEL, rispetto alla normativa previgente, è stata ampliata la valenza dell'istituto del referendum popolare, attualmente configurabile non più solo come consultivo (unica tipologia prevista nell'originale formulazione della legge n. 142 del 1990 e volta a consentire la consultazione della popolazione su rilevanti questioni di interesse locale), ma anche come abrogativo (di provvedimenti a carattere generale degli organi istituzionali e burocratici dell'ente), propositivo (per approvare proposte di atti avanzate dalla stessa amministrazione o da altri soggetti), confermativo, di indirizzo e oppositivo – sospensivo.Inoltre, tale strano caso pare anche in contrasto con l’art. 44, comma 4 dello Statuto Comunale di San Giorgio del Sannio in cui si prevede che possono essere tenuti Referendum "anche" su atti già adottati, ammettendo quindi, implicitamente, la possibilità di svolgere Referendum per votare l'adozione di nuovi atti o provvedimenti proposti direttamente dagli stessi cittadini.Dunque ci chiediamo: se il Testo Unico prevede tutti i tipi di referendum, perché San Giorgio risulta un caso del tutto anomalo nel panorama nazionale, prevedendo solo il referendum abrogativo?
Di cosa si ha paura? Del fatto che se una proposta viene votata da un numero adeguato di cittadini poi deve essere obbligatoriamente realizzata dal Comune?
Probabilmente sì, visto che, per potersi ulteriormente “difendere” dalla volontà dei cittadini, all’art. 31 del Regolamento gli estensori del Regolamento scrivono "… Il Consiglio Comunale nell'ambito della stessa seduta è tenuto ad adottare atti conseguenti al responso referendario o atti motivati che si discostano dallo stesso. "… In virtù di ciò, emerge la possibilità per il Consiglio fare scelte diverse dall’esito referendario, motivandole adeguatamente, possibilità che, invece, lo Statuto Comunale, all’ art. 44 comma 8, esclude tassativamente.
Ancora una volta, dunque, l’Amministrazione Comunale trova un escamotage, gli atti motivati, per discostarsi dall’esito del Referendum, ovvero dalla volontà dei cittadini.
E allora, ce lo domandiamo ancora una volta: di cosa hanno paura gli amministratori, del fatto che i cittadini possano non condividere le scelte fatte dal Comune e intervenire direttamente perché tali scelte vengano modificate?
Probabilmente il 25 % dei sangiorgesi che ha votato per il M5S alle scorse consultazioni comincia veramente a fa paura!!!
E allora gli estensori del Regolamento cosa hanno fatto? Hanno scritto, all’art. 10, che sono necessari almeno 15 cittadini per dar vita al Comitato Promotore del Referendum.
Anche di questa previsione regolamentare non comprendiamo né la genesi né tanto meno la finalità.
Rcordiamo, infatti, che l’art. 7, comma 1 della l. 25 maggio 1970 n. 352, che disciplina il Referendum abrogativo per le Leggi a carattere Nazionale, stabilisce che “al fine di raccogliere le firme necessarie a promuovere da almeno 500.000 elettori la richiesta prevista dall'articolo 4, i promotori della raccolta, in numero non inferiore a dieci [...]”.
In buona sostanza, quindi, se bastano solo 10 cittadini per costituire il Comitato promotore per un Referendum nazionale perché ne occorrono 15 per costituire il Comitato promotore di un Referendum locale i un paesino che conta poco meno di 10.000 abitanti?
Francamente, siamo profondamente preoccupati per la superficialità con cui riteniamo questo regolamento sia stato scritto e approvato e riteniamo che il testo appena approvato necessiti di un’ immediata revisione.
Per questo, oltre che al Sindaco, al Presidente del Consiglio Comunale, alla Segretaria Generale e al Prefetto, ci siamo rivolti alle alla Commissione di vigilanza e Controllo del Ministero della Pubblica Amministrazione.
Certo non pretendiamo che San Giorgio diventi da un giorno all’altro una piccola Svizzera, e che si ponga all’avanguardia nell’esercizio degli istituti di
partecipazione, tuttavia crediamo sia assolutamente necessario fare i modo che i principi della partecipazione e della sovranità popolare non vengano costantemente calpestati e bypassati attraverso il classico stratagemma di dare al popolo panem et circenses.
Loro non si arrenderanno, noi neppure!
Rcordiamo, infatti, che l’art. 7, comma 1 della l. 25 maggio 1970 n. 352, che disciplina il Referendum abrogativo per le Leggi a carattere Nazionale, stabilisce che “al fine di raccogliere le firme necessarie a promuovere da almeno 500.000 elettori la richiesta prevista dall'articolo 4, i promotori della raccolta, in numero non inferiore a dieci [...]”.
In buona sostanza, quindi, se bastano solo 10 cittadini per costituire il Comitato promotore per un Referendum nazionale perché ne occorrono 15 per costituire il Comitato promotore di un Referendum locale i un paesino che conta poco meno di 10.000 abitanti?
Francamente, siamo profondamente preoccupati per la superficialità con cui riteniamo questo regolamento sia stato scritto e approvato e riteniamo che il testo appena approvato necessiti di un’ immediata revisione.
Per questo, oltre che al Sindaco, al Presidente del Consiglio Comunale, alla Segretaria Generale e al Prefetto, ci siamo rivolti alle alla Commissione di vigilanza e Controllo del Ministero della Pubblica Amministrazione.
Certo non pretendiamo che San Giorgio diventi da un giorno all’altro una piccola Svizzera, e che si ponga all’avanguardia nell’esercizio degli istituti di
partecipazione, tuttavia crediamo sia assolutamente necessario fare i modo che i principi della partecipazione e della sovranità popolare non vengano costantemente calpestati e bypassati attraverso il classico stratagemma di dare al popolo panem et circenses.
Loro non si arrenderanno, noi neppure!
venerdì 25 ottobre 2013
Habemus Regolamento per i Referendum Comunali!!!
RICORDATE LA NOSTRA RACCOLTA DI FIRME PER UNA VERA DEMOCRAZIA POPOLARE?
Abbiamo consegnato la petizione relativa ai Regolamenti attuativi degli Istituti di partecipazione il 26 novembre 2012; nel febbraio del 2013, è stato approvato il regolamento sulle Petizioni, passato come un risultato positivo dell'amministrazione comunale, mentre, in realtà, era uno strumento mancante da più di un decennio nello Statuto Comunale, anche se obbligatorio per legge, e se non fosse stato riChiesto da noi attivisti probabilmente staremmo ancora alla finestra della democrazia.
Il 25 giugno 2013, poi, ci è stato comunicato con una nota ufficiale del Comune, che era in corso di esame presso le competenti Commissioni Consiliari un testo di “Regolamento per lo svolgimento dei referendum comunali”.
IL 18 0TTOBRE 2013 è STATA AFFISSA ALL'ALBO PRETORIO LA DELIBERA NR 25-2013 DEL 26 SETTEMBRE 2013 CHE SANCISCE L'APPROVAZIONE DEL REGOLAMENTO PER LO SVOLGIMENTO DEI REFERENDUM COMUNALI
QUESTA, CHECCHè SE NE DICA, è UN'ALTRA GRANDE CONQUISTA DI DEMOCRAZIA DEL MEETUP AMICI DI BEPPE GRILLO DI SAN GIORGIO DEL SANNIO!!!
martedì 22 ottobre 2013
Il Comune di San Martino Sannita approva la nostra proposta di adesione al Manifesto dei Sindaci per la legalità e contro il gioco d'azzardo
Il Comune di San Martino Sannita, in virtù dell'istanza fatta dal MeetUp Amici di Beppe Grillo di San Giorgio del Sannio
ha approvato all'unanimità la propria adesione al Manifesto dei Sindaci
contro il gioco d'azzardo ed è il primo Comune del Sannio a prendere
una posizione netta di contrasto all'abuso di giochi con vincita
immediata di denaro.
A breve anche altri Comuni del Medio Calore
formuleranno ufficialmente la loro decisione e potranno partire le
iniziative di sensibilizzazione programmate sul territorio per informare
le comunità locali sui rischi del gioco d'azzardo e sui problemi di
tipo sanitario ed economico ad esso collegati.
In queste iniziative il
MeetUp Sangiorgese ha richiesto ed ottenuto la collaborazione del
Comitato promotore del Manifesto dei Sindaci, della Scuola delle Buone
Pratiche-Amministratori Locali per la Sostenibilità, di Legautonomie
Lombardia e Terre di Mezzo Eventi.
giovedì 17 ottobre 2013
anche quest'anno una FREE WI FI ZONE a San Giorgio delSannio
Grazie all’impegno degli attivisti del MeetUp Amici di Beppe
Grillo di San Giorgio del Sannio, è stata attivata, per il secondo anno
consecutivo sul Viale Spinelli di San Giorgio del Sannio, nello spazio antistante
al nr civico 49, un’ Area WI FI per il collegamento gratuito ad internet.
L’ iniziativa anche quest’anno, è stata realizzata in collaborazione con un imprenditore del
commercio che ha offerto gratuitamente la possibilità di utilizzare la propria
rete adsl per installare l’hotspot necessario per il collegamento ad Internet.
Questo è un servizio TOTALMENTE GRATUITO PER I CITTADINI e
SENZA ALCUN AGGRAVIO DI SPESA PER IL COMUNE che il Meetup Sangiorgese realizza
per il secondo anno consecutivo ed è la dimostrazione che la buona politica, la
politica del bene comune e dei servizi alla comunità si può realizzare anche a
costo zero e senza intervenire sul bilancio comunale.
Ci spiace dover constatare, però, che se ci fossero stati a
San Giorgio più operatori commerciali attenti e lungimiranti nei confronti
della proposta, che pure gli attivisti hanno fatto sia ai commercianti stessi
sia al Comune oltre un anno fa, sarebbe bastato installare un hotspot in ogni
negozio dotato di collegamento adsl per poter avere internet gratuito in tutto
il paese!
Ad oggi, invece, l’area gratuita è una sola ed è stata
realizzata grazie ad un finanziatore anonimo, non sangiorgese peraltro, che ha
sostenuto di tasca propria il costo annuale del servizio (poco meno di 300
euro)!
Gli attivisti del MeetUp sangiorgese, pertanto, nell’ottica
dello sviluppo e della crescita a 360° della comunità sangiorgese, proporranno
ancora una volta questa iniziativa sia agli operatori del settore sia al Comune
al fine di creare valore aggiunto per le proprie attività e per il paese.
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