Gentile Sindaco,
nei giorni scorsi, il Sindaco di Amatrice, in una delle interviste rilasciate nel post sisma, ha dichiarato che gli italiani sentono forte il senso di comunità in 3 momenti: durante i Mondiali di calcio, durante le Olimpiadi e quando si verificano delle calamità naturali.
E in realtà questo è proprio vero non solo per il macrocosmo Italia ma per ogni paese, anche il più piccolo, sul territorio nazionale.
Anche la nostra San Giorgio si è sentita fortemente una comunità nel raccogliere beni di prima necessità e medicine per i paesi terremotati ma tanti sono i momenti in cui, invece, forte si è sentito lo stridio del contrasto, quasi della lotta tra le parti, quelli che amano i cani e quelli che sostengono che i cani sporcano, quelli che sono favorevoli alla musica nei locali e quelli che dalla musica sono disturbati, quelli che seguono Miss Italia e quelli che la considerano uno spettacolo retrò …
Lungi da me prendere le parti degli uni o degli altri, tuttavia mi chiedo: dov'è finito quel sistema di relazioni che fa sentire i cittadini parte di quella famiglia allargata che è il paese???
Abbiamo veramente dimenticato quella tolleranza gli uni verso gli altri che faceva far sempre pace a Peppone e Don Camillo per il bene del loro paese?
Secondo me no, dobbiamo solo riscoprirla e riappropriarcene pienamente.
Cosa fare dunque?
Sicuramente dobbiamo riappropriarci della CONSAPEVOLEZZA della nostra storia, del nostro territorio, del nostro vissuto e di questa consapevolezza farne un tesoro prezioso da condividere con gli altri per rinsaldare quei legami sociali che nel tempo si sono affievoliti.
Per questo è importantissimo dare vita a momenti di riscoperta, di conoscenza, di approfondimento e di condivisione del nostro vissuto geografico, storico, civico e sociale, momenti in cui la comunità, unita da questi valori, si senti più forte e più consapevole della sua forza.
Pur nella tragicità che lo caratterizza, il sisma di Amatrice e dintorni può esserci di grande insegnamento, perché ci fornisce numerosi spunti di riflessione su come una comunità può crescere nella consapevolezza del proprio territorio e del rischio sismico che lo caratterizza, creando occasioni di prevenzione utili per tutti.
Mi spiego meglio: quanti cittadini sangiorgesi sanno che il nostro territorio comunale è passato dall'essere Zona 2, Zona con pericolosità sismica media, dove possono verificarsi terremoti abbastanza forti, a Zona 1 Zona con pericolosità sismica alta, dove possono verificarsi forti terremoti?
Quanti sanno dell'esistenza di nuovo Piano di Protezione civile? Quanti di quelli che ne sono a conoscenza lo hanno letto e hanno visto che esiste un preciso modello di intervento nel caso di sisma con specifiche aree destinate al raduno della popolazione?
Sicuramente non tanti, anzi senz'altro troppo pochi per poter dire che la comunità sangiorgese è preparata ad affrontare un eventuale terremoto.
Dunque, è necessario, senza farci prendere da allarmismi, che cresca nei singoli ma soprattutto nella comunità tutta la CONSAPEVOLEZZA della nostra realtà territoriale e della necessità di organizzare nei dettagli un sistema di prevenzione che permetta ai cittadini di essere pronti e reattivi in caso di sisma e in attesa dei soccorsi.
Essere cittadini informati e consapevoli è sicuramente uno dei mezzi per salvare vite umane durante e dopo un sisma, e il METODO GIAPPONE, copiato in America, nei paesi scandinavi e ovunque si consideri un atto amministrativo fondamentale la prevenzione dal rischio sismico, ne è la prova .
In Giappone, infatti, l'educazione ad affrontare i disastri naturali è diffusa, capillare e ripetuta fin dalle scuole elementari, con momenti culminanti come le esercitazioni di protezione civile di massa che si tengono ogni primo settembre.
E nei nostri Comuni?
Eppure si tratta di cose molto semplici, a costo praticamente zero, si tratta di punti focali da tener sempre presenti in caso di calamità e di azioni ad essi collegati che consentono alla popolazione una reazione adeguata: una campagna di informazione cartacea e on line estremamente capillare e a tutti i livelli; una pianificazione dettagliatissima delle evacuazioni post sisma con cartellonistica stradale ad hoc che aiuti la cittadinanza ad individuare i percorsi di emergenza; obbligatorietà del Kit di sopravvivenza in uffici, scuole, case e luoghi di aggregazione; esercitazioni cicliche anti sisma; il tutto affiancato da una capillare educazione sulle calamità naturali nelle scuole a partire dai bambini più piccoli.
Diventare cittadini informati e consapevoli è un valore civico non solo individuale ma anche di comunità: anche la comunità paese deve essere informata e consapevole e ogni situazione, anche quella più grave che ha coinvolto il Lazio e l'Umbria, ci dà l'occasione di accrescere la consapevolezza della nostra realtà territoriale e di come possiamo e dobbiamo agire a sua e nostra salvaguardia.
Il mio appello, pertanto, è rivolto sia ai cittadini sia all'amministrazione comunale affinché, sulla base anche degli strumenti che il Comune stesso si è dato, si chiami a raccolta la comunità sangiorgese sui temi della prevenzione del rischio sismico, dell'organizzazione e gestione del post sisma e sull'importanza del volontariato di Protezione Civile Comunale.
Elvira Santaniello
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