lunedì 27 febbraio 2017

Il COC-codè farneticante della consigliera M5S di San Giorgio del Sannio

Nei suoi comunicati del weekend, la consigliera del M5S al Comune di San Giorgio del Sannio offre sempre importanti spunti di riflessione, questa volte, in particolare, su cosa non fare quando si viene eletti portavoce dei cittadini.
Dopo l’autoattribuzione della risoluzione delle interruzioni del servizio idrico, siamo passati alla richiesta di revoca di una delibera da parte del Comune senza che tale richiesta di revoca sia supportata da opportune argomentazioni normative e seguita, soprattutto, da soluzioni alternative praticabili.

Ci spieghiamo meglio.
Il Comune di San Giorgio, nel predisporre il Piano di Protezione Civile Comunale, ha individuato in un primo momento la sede del Centro Operativo Comunale e del Centro Operativo Misto presso l’attuale Casa Comunale, salvo poi spostarla presso l’ex Municipio al centro del paese.
Tale variazione è stata motivata dal Vicesindaco e Assessore alla Protezione Civile Giuseppe Ricci con la mancanza per l’attuale casa Comunale del necessario adeguamento sismico, stante il passaggio di categoria di pericolosità sismica del Comune di San Giorgio da 2 a 1, mentre l’ex Municipio è già oggetto di finanziamento per gli opportuni lavori in tal senso.
Orbene, la Consigliera pentastellata, dopo aver espresso in Consiglio Comunale il proprio parere negativo alla variazione a causa dei possibili limiti di spazio esterno dell’ex Municipio, ha evidenziato anche che una struttura non immediatamente operativa non garantisce un’adeguata risposta all’emergenza e che è prioritario pensare prima a come fronteggiare al meglio eventuali situazioni di emergenza piuttosto che ai finanziamenti per l’adeguamento sismico.

Fin qui la posizione pentastellata è anche condivisibile, tuttavia sono le ultime esternazioni che ci lasciano, francamente senza parole.
Leggiamo, infatti, sulla stampa locale della richiesta da parte della consigliera di revoca della delibera nr 178 del 26 ottobre 2016 al fine di riportare la sede del COC nella casa comunale di Piazza Municipio.
Ma come, la consigliera che tanto si è vantata in Consiglio Comunale della sua notevole esperienza di volontaria di Protezione Civile, vuole spostare la sede del COC in una struttura vulnerabile sismicamente e toglierla da una sede che sarà a breve adeguata ai nuovi parametri di pericolosità sismica del territorio?
E su che basi di grazia?

Forse dimentica che nelle Indicazioni operative inerenti “La determinazione dei criteri generali per l’individuazione dei Centri operativi di Coordinamento e delle Aree di Emergenza”, peraltro da lei più volte citate in Consiglio Comunale, vi è uno specifico riferimento al fatto che “qualora nell’ambito amministrativo del Comune individuato ad ospitare la sede del centro di coordinamento non siano presenti edifici che rispondano a tutte le citate caratteristiche….. si possono realizzare sull’edificio individuato i necessari interventi di miglioramento/adeguamento sismico ovvero di risoluzione delle criticità che ne impediscono l’individuazione...”???
Lo ha dimenticato o ha omesso strumentalmente di citare questa eventualità, forse per provare a dare maggiore enfasi alla sua richiesta???

L’unica sacrosanta verità sulla quale tutti, maggioranza ed opposizione, avrebbero dovuto concentrare la propria attenzione è una sola: ad oggi, stante la mancanza di indicazioni normative sulla fase transitoria tra la redazione del Piano di Protezione Civile e la reale conclusione dei lavori di adeguamento sismico delle sede individuata, San Giorgio non ha alcun edificio pubblico idoneo DA SUBITO ad ospitare il Centro Operativo Comunale di Emergenza.
Questo è ad oggi lo stato dei fatti e sia il Vicesindaco Ricci sia la consigliera pentastellata hanno finora fornito alla cittadinanza un’informazione parziale ed omissiva. 

Per quanto ci riguarda, non condividiamo l’approccio , secondo noi del tutto superficiale della maggioranza ad una possibile situazione emergenziale, che potrebbe verificarsi in qualsiasi momento e troverebbe senza ombra di dubbio il paese impreparato, né la richiesta della consigliera pentastellata di spostare il COC alla nuova casa Comunale dal momento che nemmeno quella dà le opportune garanzie antisismiche.
Come risolvere il problema, dunque?
Le Indicazioni operative del Dipartimento di Protezione Civile, intanto, suggeriscono la possibilità di individuare una sede compatibile in un Comune limitrofo e nulla vieterebbe al Comune di San Giorgio del Sannio di sondare il terreno presso i Comuni di San Martino Sannita o Calvi, ad es., al fine di firmare un protocollo d’intesa per l’utilizzo temporaneo di un’eventuale struttura ricadente in quei territori idonea alla bisogna.
Oppure potrebbe essere utile dotare il Comune di San Giorgio di un paio di strutture mobili (containers o prefabbricati ad esempio, che in molte zone d’Italia, anche nella vicina Irpinia, sono a disposizione di Comuni che hanno subito un terremoto e che potrebbero essere richieste in comodato d’uso) da allestire nel caso in cui un’emergenza si verificasse a lavori non ultimati nella struttura scelta per ospitare il COC.
Certo, queste possono sembrare ipotesi terra terra ma vista la necessità di rispondere ad un’esigenza di sicurezza potrebbero essere una strada praticabile.

Possibile che maggioranza ed opposizione perdano tempo sui social o sulla stampa a beccarsi come galline in un pollaio piuttosto che lavorare su soluzioni condivise per problemi pratici ed attuali della comunità sangiorgese?









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