venerdì 25 agosto 2017

I comunicati stampa della consigliera pentastellata di San Giorgio ci fanno sempre più cadere le braccia!

Dovremmo essere in guerra, una guerra per riappropriarci dell’acqua che Renzi e la Madia prima, De Luca ed Emiliano poi, hanno già deciso che deve essere gestita dai privati, ed invece la consigliera che fa? 
Continua per la sua strada fatta di selfie e di comunicati stampa dove si dicono cose trite e ritrite, e soprattutto superate.
Lei sta ancora ferma al livello degli Accordi Interregionali con la Puglia, temporanei o definitivi che siano, mentre la politica è già molto, ma molto più avanti.
Chi è veramente addentro alla questione della distribuzione dell’acqua tra Campania e Puglia, sa bene che, come spesso sottolineato dal geologo ed ex dirigente di Alto Calore Sabino Aquino, la situazione che esiste oggi sulle sorgenti irpine è simile a quella di un bicchiere pieno nel quale sono immerse tante cannucce. In Italia esistono oltre 5000 acquedotti che sfruttano le sorgenti nazionali e nel caso irpino, la mancanza di una organizzazione unica ed integrata, sempre secondo Aquino,non ha permesso di quantificare la reale quantità di acqua che viene drenata in una direzione piuttosto che in un’altra.
Dal punto di vista tecnico scientifico, infatti, i nostri corsi di acqua e le sorgenti non conoscono né i confini geografici né quelli delle amministrazioni. Un gestore unico, invece, come sostiene anche Aquino, può salvaguardare i Comuni ed i cittadini dai rischi di inquinamento, garantire le interconnessioni tra reti, metterci a riparo dalle crisi idriche e garantire una adeguata gestione dei pozzi e degli invasi.
Sulla base di queste evidenze, la politica, e il PD in particolare, quella stessa politica che ha distrutto Alto Calore, ha creato artatamente la crisi idrica fino a farla giungere ai livelli di disperazione che stiamo vivendo oggi, e questo a partire dagli accordi del 2012, (così come è già accaduto in passato per le numerose crisi dei rifiuti, per l’emergenza incendi, per la ricostruzione post sismica, per la questione migranti) per poter, poi, portare a compimento il proprio piano di svendita dell’acqua, e più in generale, dei servizi ai privati.
Prova ne sono da una parte la scellerata legge di riordino del servizio idrico campano che accentra il potere nelle mani di pochi, anzi di pochissimi (un Presidente, un Direttore Generale e 20 membri di un Comitato Esecutivo, i quali governeranno le scelte gestionali di tutti i 550 comuni della regione) e dall’altra, la volontà ormai nemmeno più tanto celata, del Presidente della Regione Puglia Emiliano di vendere le quote societarie di Acquedotto Pugliese, di proprietà della Regione, ai Comuni, non certo per mantenere l’acqua pubblica ma per favorire la svendita di queste quote ai privati, stante l’indisponibilità economica dei Comuni stessi per il rifacimento e la manutenzione delle reti. Un’ulteriore conferma della volontà di svendere l’acqua è la nomina a Presidente di AQP dell’ing. Nicola De Sanctis, con un recente passato in IREN s. p. a., una delle principali multiutility italiane.
Questo quadro desolante rende ancora più evidente, ove mai ce ne fosse ancora bisogno, che i politici oggi per potersi pagare le campagne elettorali e per poter poi, gestire al meglio quel mondo di mezzo dei tanti Buzzi e Carminati che bazzicano intorno alla politica, devono necessariamente sottomettersi ai poteri forti economico finanziari, banche e multinazionali, che guardano all’acqua come al petrolio del presente e del futuro.
Ed è evidente anche che la responsabilità più grande di questa situazione si deve attribuire esclusivamente a quella maggioranza di italiani che ancora oggi vota questi politici, nonostante ci stiano rubando non solo il nostro bene più prezioso ma ci stiano togliendo tutti i diritti, anche quelli garantiti dalla Costituzione.
Ciò detto, appare chiaro che la situazione è talmente ben avviata verso un itinerario già previsto ed organizzato che pochissimi sono i margini di risoluzione immediata.
Bisogna essere chiari su questo!
Ad oggi non è cambiato niente e niente cambierà nell’immediato futuro perché i partiti, con la regia del PD, hanno deciso e stanno portando avanti il loro piano, che è tutto tranne un’operazione a favore dei cittadini!!!
L’acqua non è tornata nei rubinetti dopo la riparazione dell’elettropompa di Cassano né tantomeno tornerà quali che saranno i prossimi accordi con la Puglia: l’obiettivo della politica è tenerci in un’emergenza continua per poi proporci la soluzione capestro della gestione privata diun bene che, invece, è un diritto inalienabile dell’uomo!!!
Le cose potranno cambiare solo se il popolo vorrà ribaltare il sistema una volta per tutte, innanzitutto non votando più coloro che ci stanno distruggendo.
Il popolo deve uscire una volta per tutte dal meccanismo perverso del clientelismo, del voto venduto per un favore, del voto dato ai parenti e ai conoscenti legati a questo o a quel politico di professione che magari un giorno viene pure arrestato!
Le crisi, le emergenze, le difficoltà politico amministrative che viviamo oggi, sono senza dubbio figlie di questa scellerata consuetudine e, se ad oggi le cose non sono cambiate ancora, vuol sicuramente dire che al popolo, alla maggioranza del popolo va bene così, va bene essere collusi e complici di coloro che ci stanno portando alla distruzione.
Per questo, ogni volta che vi manca l’acqua nei rubinetti di casa, pensate a quante volte vi siete impelagati anche voi in questo meccanismo: forse lavarvi con la minerale vi costerà meno fatica.

N. B. In Puglia il M5S da tempo ha dato vita a una grande mobilitazione contro Emiliano, nelle Istituzioni e fuori; a San Giorgio del Sannio la consigliera pentastellata ed il suo entourage si crogiolano nei comunicati stampa e si fanno intervistare alla tv: ah, il pensiero delle prossime elezioni!!!



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