lunedì 28 maggio 2012

Testo completo delle proposte fatte all'Amministrazione Comunale di San Giorgio del Sannio in tema di partecipazione popolare, di consumo del territorio e di IMU

Dal resoconto redatto da Francesca Maio e dalle riprese del Consiglio Comunale di San Giorgio del Sannio, tenutosi il 27 aprile alle 09.30, emerge chiaramente un dato inconfutabile: il Comune di San Giorgio del Sannio ha un bilancio consuntivo per il 2011 che chiude in positivo, con un avanzo di gestione di 589.000 euro.
E questa, vista la crisi economica, non è cosa da poco.
Tuttavia, pur non entrando nel merito delle cifre, perché non siamo economisti e non vogliamo parlare di cose non di nostra competenza diretta, tuttavia, una riflessione è doveroso farla: se in genere, un’azienda che chiude un anno in attivo si preoccupa principalmente di fare in modo che almeno una parte dell’attivo venga reinvestito per creare nuove occasioni di lavoro, per migliorare e potenziare la crescita dell’azienda stessa, ecc., anche un Ente Locale, se si propone di crescere, migliorare la qualità della vita dei propri cittadini, potenziare i servizi, risolvere i problemi della comunità, dovrebbe fare praticamente lo stesso: reinvestire per crescere.
E questo nell’ultimo anno tutto questo non è accaduto, anzi la qualità dei servizi offerti alla comunità in tema di assistenza ad anziani e disabili, di welfare, di assistenza alle famiglie meno abbienti, di raccolta differenziata, etc, è al limite della sufficienza.

Ora, visto che una grande parte della entrate di un ente locale deriva dalle entrate tributarie, entrate che nel corse di tre anni, dal 2009 al 2011 sono aumentate sino a toccare la cifra dei 4 milioni di euro circa, visto che le entrate tributarie sono praticamente costituite dalle tasse che paghiamo noi cittadini e visto soprattutto che il Comune di San Giorgio del Sannio all’art 9 comma 1 dello Statuto Comunale parla proprio della partecipazione dei cittadini all’organizzazione politica, economica e sociale del proprio territorio, sarebbe auspicabile che le risorse della comunità, così come le priorità di spesa, venissero gestite dalla comunità.
In questa ottica, quindi, diventa fondamentale il coinvolgimento dei cittadini non solo nel momento in cui è necessario recuperare risorse attraverso tasse e tributi ma anche e soprattutto nel processo di costruzione del bilancio di previsione.

Ecco, quindi, che proponiamo all’Amministrazione Comunale sangiorgese l'adozione del bilancio partecipativo, ovvero di un processo decisionale che consiste in un'apertura della macchina istituzionale alla partecipazione diretta ed effettiva della popolazione nell'assunzione di decisioni sugli obiettivi e sulla distribuzione degli investimenti pubblici e che, già attivo in tanti Comuni italiani (esemplare è il caso di Grottammare – AP), è stato definito dall’ONU e dalla Banca Mondiale come “strumento efficace di gestione pubblica”.

La nostra proposta è quella di applicare il bilancio partecipativo a tutte le materie di competenza comunale che prevedano la possibilità di investire risorse umane e finanziarie, considerato che ogni intervento va ad influire direttamente sulla vita dei cittadini.
Le regole che andrebbero a definire l'applicazione del bilancio partecipativo nel comune di San Giorgio del Sannio dovrebbero far riferimento ai seguenti cinque criteri:

1. la dimensione contabile - finanziaria deve essere esplicitamente discussa
2. l'intero territorio comunale deve essere coinvolto nel processo consultivo e deliberativo
3. il processo deve reiterarsi nel tempo secondo un ciclo di incontri prefissati.
4. il processo deve includere forme di deliberazione pubblica
5. deve essere fatta la rendicontazione finale dei risultati raggiunti

Qualcuno, sicuramente, ci dirà che questa è una cosa facile a dirsi ma ben più difficile da realizzare nei fatti, anche per il possibile appesantimento del già lento iter amministrativo di approvazione del Bilancio di Previsione annuale del comune.
Tuttavia, riteniamo opportuno che, come minimo, l’Amministrazione Comunale consulti obbligatoriamente, prima della stesura e dell'approvazione del Bilancio di Previsione, le varie figure della comunità attraverso le consulte territoriali (individuate con la suddivisione del paese in rioni o contrade in cui la popolazione di ciascuna contrada è invitata a precisare i suoi bisogni e a stabilire delle priorità in vari campi o settori) e tematiche (individuate su base tematica attraverso il coinvolgimento di categorie professionali o lavorative, sindacati, imprenditori, commercianti, studenti, etc.).


[PER COMPRENDERE MEGLIO COS’è IL BILANCIO PARTECIPATIVO E COME FUNZIONA SI Può CONSULTARE, A TITOLO ESEMPLIFICATIVO IL REGOLAMENTO DEL BILANCIO PARTECIPATIVO DEL COMUNE DI CARDANO AL CAMPO (VA) https://docs.google.com/file/d/1gODv4WBhBiP33i3vXZmhnxewcPiWt1oAGLiQSJoxymh6wRc3zJ1tK13Hly3N/edit?hl=it ]

Proponiamo, inoltre, nell'ambito di una più generale disciplina attuativa con adozione di appositi regolamenti per il referendum propositivo ed abrogativo, quale essenziale strumento di democrazia partecipativa,l'Introduzione del referendum finanziario senza quorum per investimenti superiori al milione di euro o di palese rilevanza sociale e ambientale: questo significa che il Comune, in caso di approvazione della proposta, dovrà obbligatoriamente interpellare la cittadinanza per l'approvazione di spese che superano questa soglia economica o che hanno le caratteristiche sopra citate.
Anche su questo strumento di partecipazione  dei cittadini ci saranno, sicuramente, molti scettici.
Tuttavia, ricordiamo a quanti fossero scettici e poco inclini alla partecipazione dei cittadini alle decisioni, anche economiche, della comunità, che tale strumento fu proposto per la prima volta già nel 1898 da uno dei massimi economisti italiani, Antonio De Viti De Marco, propugnatore, già all’indomani dell’Unità d’Italia, del decentramento amministrativo e fiscale quale secolare soluzione alla questione meridionale.
De Viti De Marco, infatti,  proponeva l´introduzione di referendum finanziari per mettere fine alla finanza pubblica “allegra”, causata soprattutto da categorie e da classi sociali parassitarie e dedite già allora alla redistribuzione dal basso verso l´alto e affermava che il sindacato finanziario deve essere esercitato in ultima analisi dal contribuente e da nessuno che si interponga fra il contribuente e l´amministrazione.
E ancora, per chi non vuol andare così indietro nella storia, basta vedere come la Svizzera, grazie all’applicazione dei referendum confermativo, propositivo e finanziario, sia diventata uno dei paesi con minor indebitamento pubblico, con un livello impositivo più basso, con una maggior efficienza dell’amministrazione pubblica e stabilità dell’economia.
Ci sono tutta una serie di ricerche non solo in Svizzera, ma anche in California e altri stati federati degli USA che comprovano questa dinamica: dove funzionano bene i meccanismi di democrazia diretta ci sono:
  • meno spese pro capite per l’amministrazione pubblica e un livello contributivo minore
  • una distribuzione dei redditi più equa
  • più responsabilità dei cittadini per il fisco.
In effetti, si registra anche un effetto positivo nella lotta contro l’evasione fiscale. Nei Cantoni dove più si vota su questioni fiscali l’evasione risulta più bassa. Ciò si verifica a causa di un semplice legame: più contenti i cittadini sono con l’amministrazione pubblica, anche perché direttamente coinvolti nelle scelte, più disposti sono a pagare le imposte dovute. Più possono influire direttamente sulle spese e sul modo in cui vengono prodotti i servizi pubblici, più si sentono corresponsabili. Più i cittadini possono controllare la spesa pubblica, più si rafforza la loro disponibilità di sostenere lo sforzo fiscale.
Un circolo semplice e virtuoso.

Perché non applicarlo anche a San Giorgio del Sannio?
Perché correre il rischio di investimenti sbagliati e non produttivi per la comunità, quale ad es. quello del depuratore in zona Gianguarriello?
Ricordiamo, infatti, ove ce ne fosse ancora bisogno, non solo che, relativamente al depuratore di Gianguarriello, l’ex  sindaco Giorgio Nardone è stato indagato dalla Procura della Repubblica di Benevento per avere inquinato il Torrente Mele e per aver, a distanza di mesi dall'accertamento dell'inquinamento, omesso di adottare provvedimenti tempestivi, ma anche che la proroga della convenzione con l’Alto Calore s.p.a (scaduta il 30.06.2011) per la gestione dell’impianto ha comportato per l’ente una spesa di 68.000,00 euro annue e che l’accesso ad un bando di finanziamento di 1.394.434 euro per il potenziamento dell’impianto è stato prima dichiarato irregolare e poi non più concretizzato, preferendo, non si capisce bene per quale motivo, non accedere alle risorse piuttosto che rifare il bando.

Non possiamo esserne certi, ma possiamo ragionevolmente pensare che un referendum cittadino sulla gestione del depuratore, sulle spese aggiuntive, a dire il vero piuttosto onerose per le casse comunali, che il suo malfunzionamento stava determinando e sull’opportunità di seguire procedure opportune e rientranti nei termini di legge per accedere ai finanziamenti relativi al potenziamento dell’impianto, avrebbe potuto esiti diversi dalla linea seguita dall’amministrazione comunale.

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Ad integrazione della nostra precedente del 25 maggio c. a., acquisita al protocollo comunale con
n° 7990 inviamo all’attenzione dell’Amministrazione Comunale le seguenti ulteriori osservazioni e proposte.

§1. CENSIMENTO PATRIMONIO EDILIZIO ESISTENTE E STOP AL CONSUMO DI TERRITORIO
Ci permettiamo di suggerire un’ulteriore azione, sollecitata da una parte della minoranza consiliare nell’ultimo consiglio comunale, ma già giacente come invito del Forum Nazionale Salviamo il Paesaggio, in chissà quale cassetto di chissà quale ufficio del Comune di San Giorgio: si tratta del CENSIMENTO NON DEGLI IMMOBILI AFFITTATI E IN CUI SOTTO PRESTANOME SI PRATICHEREBBERO ATTIVITA' ILLECITE (per cui vanno intensificati  i controlli dell'Autorità Di Pubblica Sicurezza),MA SOPRATTUTTO DEL CENSIMENTO DEGLI IMMOBILI SFITTI ESISTENTI SUL TERRITORIO COMUNALE.
Ci risulta, dal momento che il nostro Forum Civico ha costituito un Comitato Locale del Forum Nazionale Salviamo il Paesaggio, che al Comune di San Giorgio del Sannio sia stata già da tempo inviata la scheda (elaborata da amministratori, architetti, urbanisti e professionisti del settore) che l’ente locale è chiamato a compilare entro 6 mesi, al fine di fornire dati utili per l’elaborazione di una proposta di legge d’iniziativa popolare per assicurarsi che il metodo di pianificazione del territorio individuato dal Forum diventi un criterio unico da adottare in tutti i comuni italiani.
E’ questa un’occasione importante offertaci dal Forum Nazionale Salviamo il Paesaggio, dal momento che costituisce il primo e fondamentale passo per scongiurare piani urbanistici lontani dai bisogni effettivi delle comunità locali, che prevedano sviluppi edilizi inutili,  eccessivi, per meri fini speculativi e di  consumo di suolo, data l’ampia disponibilità di edifici già esistenti e per un’urbanistica a crescita zero.
San Giorgio del Sannio, non ha sicuramente bisogno della costruzione di altri edifici né in centro né in periferia, nè a maggior ragione di scempiare suolo fertile e produttivo della contrada di San Giovanni, ha bisogno bensì di un’attenta e scrupolosa analisi dell’esistente e di una programmazione territoriale intelligente e realmente basata sugli effettivi bisogni della comunità.

§2. IMU SULLA PRIMA CASA
Infine, un ‘ultima proposta, ultima in ordine di elenco ma non d’importanza, vista la crisi economica che ci attanaglia: SCHIERARSI A FAVORE DI UNA RIELABORAZIONE E MODIFICA IMMEDIATA DELL’IMU, tassa che, così come è stata pensata, è a forte rischio di incostituzionalità e non porterà alcun vantaggio economico nelle casse comunali.
Tale osservazione si basa sul contrasto dell’IMU con gli articoli 47 e 53 della Costituzione: il primo dove si afferma che la Repubblica incoraggia e tutela il risparmio in tutte le sue forme; il secondo quando stabilisce che tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Nonché con l’art. 23, così come osservato dall’ufficio studi di Montecitorio, secondo cui «nessuna prestazione personale o patrimoniale può essere imposta se non in base alla legge».
Il sistema per il pagamento dell’IMU, invece, rinvia a un Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri (che palazzo Chigi dovrà emanare entro il 10 dicembre) la modifica definitiva delle aliquote e delle detrazioni sull’abitazione principale. E lo stesso dicasi per i fabbricati rurali e i terreni, per i quali le modifiche introdotte dalle commissioni bilancio e finanze del Senato e confluite nel maxiemendamento prevedono che sempre con dpcm vengano fissate le aliquote in modo da garantire che il gettito complessivo dell’IMU rurale non superi per il 2012 le stime del Ministero dell’Economia.          
Nel frattempo i Comuni in vista dell’approvazione dei bilanci da chiudere entro il 30 giugno iscriveranno nei preventivi le entrate da IMU sulla base degli importi predeterminati dal Ministero dell’Economia per ciascun ente attraverso il meccanismo contabile dell’ «accertamento convenzionale».
Entro il 30 settembre i sindaci, sulla base dei primi dati di gettito che inizieranno ad affluire a fine luglio, potranno modificare aliquote e detrazioni. Infine, entro il 10 dicembre, con uno o più dpcm su proposta del Ministero dell’Economia, il governo provvederà a ritoccare le aliquote e le detrazioni oggi stabilite per l’abitazione principale (200 euro più 50 euro per ogni figlio di età non superiore a 26 anni, fino a un massimo di 600 euro complessivi di detrazione). La revisione è finalizzata ad assicurare l’ammontare del gettito complessivo previsto per il 2012.
Ma anche in questo caso valgono gli stessi rilievi visti prima: una prestazione patrimoniale non può essere imposta con dpcm. E la necessità di tenere aperta una seconda chance una volta determinato il reale gettito dell’IMU non costituisce una valida ragione per demandare a una fonte di rango secondario (o «subprimario») la fissazione delle aliquote definitive. Tanto più che, osserva l’ufficio studi di Montecitorio, il decreto Salva-Italia «non aveva esplicitamente quantificato il gettito atteso dalla norma, che trova la propria quantificazione nella sola relazione tecnica».
L’IMU, inoltre, così come osservato dall’ANCI (che evidenzierà tutta la sua contrarietà alla tassa con una campagna di mobilitazione dei sindaci che durerà fino al 24 maggio) non è dei comuni, e fa sì che i cittadini siano più tassati e i comuni più poveri.
Dati alla mano, infatti, l’Anci, in una conferenza stampa tenutasi a Roma nei giorni scorsi ha dimostrato come l’IMU sia molto più onerosa per gli italiani e che, rispetto alla vecchia ICI, i comuni perdono, con l’IMU, circa il 30% delle loro entrate. Nel 2011, infatti, l’ICI ha pesato sui contribuenti per 9,2 miliardi; l’IMU quest’anno dovrebbe portare 21,4 miliardi di entrate (una cifra sovrastimata, secondo l’Anci). In pratica, le imposte sulla casa nel 2012 aumenteranno, per i cittadini, del 133%. Per quanto riguarda invece i comuni, con l’introduzione dell’IMU, questi dovrebbero ricevere 3,2 miliardi, ma a causa dei tagli previsti, pari a 5,7 miliardi, i comuni perderanno 2,5 miliardi dunque il 27% della vecchia Ici.
E’ necessario, se non indispensabile, quindi, che gli Enti Locali chiedano modifiche immediate all’IMU, in modo che diventi per davvero una tassa municipale. Si potrebbe, ad esempio, rinunciare a tutti i trasferimenti statali in modo proporzionale alle entrate dell’IMU, a patto, però, che queste entrate rimangano per intero sui territori: i cittadini, infatti, hanno diritto di poter vedere in modo oggettivo che fine fanno le loro tasse e su come si spendono i soldi ricavati dalle tasse gli amministratori devono essere giudicati.
Questo in via generale.
In via particolare e specifica sulla "prima casa", non possiamo sottacere il fatto emergente dal pur inadeguato dato normativo che in base al decreto legge 221 del 6 dicembre 2011 i comuni possono disporre l’elevazione dell’importo della detrazione, fino a concorrenza dell’imposta dovuta, nel rispetto dell’equilibrio di bilancio :VALE A DIRE CHE I COMUNI POSSONO, ... SE VOGLIONO... NON FAR PAGARE L'IMU SULLA PRIMA CASA!!!
Fondamentale è l'art. 13 del decreto che al comma  10 stabilisce a lettere cubitali che: "I comuni possono disporre l’elevazione dell’importo della detrazione, fino a concorrenza dell’imposta dovuta, nel rispetto dell’equilibrio di bilancio.
QUESTO E' IL PUNTO FONDAMENTALE:FINO A CONCORRENZA DELL'IMPOSTA DOVUTA !
Ne consegue che il Comune di San Giorgio del Sannio può se vuole, conformemente alle nostre richieste, non far pagare l'IMU sulla prima casa che è un diritto inalienabile della persona così come sancita dall'art.....della Costituzione.
Diverso il discorso per le seconde, le terze o le quarte case o quelle "a insaputa" che però riguardano esponenti della casta e non comuni mortali !

Diffidiamo dunque  il Comune di San Giorgio del Sannio a non applicare l’Imu sulla prima casa e a chiedere a gran voce una rimodulazione per quanto riguarda tutti gli altri obiettivi di una tassa ingiusta ed iniqua”. Chiediamo che si convochi apposito consiglio che decida all’unanimità - quale organo elettivo e non corporazione di nominati -insieme ai consiglieri di maggioranza e opposizione, di “ignorare” la tanto criticata batosta voluta dal governo Monti.
Basterebbe rendersi conto che tutto ciò è un “Doveroso atto di disobbedienza civile. e una doverosa astensione dall'essere il complice braccio armato di chi  induce al suicidio.

Le proposte dei cittadini al Comune di San Giorgio del Sannio dopo il Consiglio Comunale del 27 aprile scorso

Fatti non parole!
Questo è uno dei principali obiettivi che il Forum Civico Cittadini in MoVimento verso San Giorgio a 5 Stelle si è posto sin dalla sua nascita e ad appena 8 mesi dall’inizio delle nostre attività un primo grande “fatto” è stato concretizzato: abbiamo portato le nostre telecamere in consiglio comunale e, in totale spirito di trasparenza e condivisione, stiamo rendendo pubbliche le immagini e le deliberazioni del Consiglio Comunale, affinché la cittadinanza tutta possa venire a conoscenza di quanto si discute all’interno di questo pubblico consesso.
Come diretta conseguenza di questo “fatto” ne è scaturito un altro: venire a conoscenza di quanto si delibera in Consiglio Comunale e di quali e quante sono le posizioni delle sue varie componenti rispetto ai vari argomenti ha determinato lo svilupparsi di un profondo dibattito all’interno della comunità paese, iscritti e simpatizzanti al forum ma anche semplici cittadini, sulle più svariate tematiche, dall’emergenza neve al Giro d’Italia, all’amianto alle ex Poste, alla raccolta differenziata, ai lavori pubblici, etc.

Dopo l’ultimo Consiglio Comunale del 27 aprile scorso, come è verificabile dalle dichiarazioni rese da maggioranza ed opposizione, il dato choc che è emerso è che il Comune di San Giorgio del Sannio ha un bilancio consuntivo per il 2011 che chiude in positivo, con un avanzo di gestione di 589.000 euro.
Perché l’abbiamo definito un dato choc? Perché un attivo del genere, in tempi di crisi economica, non è cosa da poco.
Ma da dove derivano questi soldi? Una gran parte di essi deriva dalle entrate tributarie e le entrate tributarie, come ben sappiamo, sono in gran parte costituite dalle tasse e dai tributi che paghiamo noi cittadini.
Su questo tema si è accesa una animata discussione tra la gente, iscritti e simpatizzanti ma anche semplici cittadini: ma se questi soldi sono in gran parte finiti nelle casse del Comune perché ce li abbiamo messi noi, per quale motivo non è data possibilità alla popolazione di poter partecipare alla gestione delle risorse economiche della comunità nonché all’individuazione delle priorità di spesa?
Eppure lo Statuto del Comune di San Giorgio all’art 9 comma 1 dello Statuto Comunale parla proprio della partecipazione dei cittadini all’organizzazione politica, economica e sociale del proprio territorio!
Ecco, quindi, che è nata l’idea di fare all’Amministrazione Comunale sangiorgese due proposte (che sono state dettagliatamente elaborate insieme alla cittadinanza e consegnate al Comune) nel totale interesse della comunità:
·         l'adozione del bilancio partecipativo, ovvero di un processo decisionale che consiste in un'apertura della macchina istituzionale alla partecipazione diretta ed effettiva della popolazione nell'assunzione di decisioni sugli obiettivi e sulla distribuzione degli investimenti pubblici
·         l'introduzione del referendum finanziario senza quorum per investimenti superiori al milione di euro o di palese importanza sociale e ambientale: questo significa che il Comune dovrà obbligatoriamente interpellare la cittadinanza per l'approvazione di spese che superano questa soglia economica o che hanno una chiara rilevanza in campo sociale ed ambientale.
A queste, faranno seguito, in tempi molto brevi, anche ulteriori due proposte, anch’esse derivanti da argomenti trattati in Consiglio Comunale, proposte che sono relative al Censimento degli immobili sfitti presenti sul territorio comunale e all’importanza, da parte del nostro Comune, di schierarsi a favore di una rielaborazione e modifica immediata dell’IMU, così come da indicazioni proveniente dall’ANCI (questa tassa, infatti, così come è stata pensata, è a forte rischio di incostituzionalità e non porterà alcun vantaggio economico nelle casse comunali).

Queste proposte vogliono essere uno sprone per gli amministratori comunali a comprendere l’importanza della partecipazione dei cittadini alla gestione della cosa pubblica: solo attraverso una partecipazione diretta dei cittadini alle decisioni relative al territorio in cui vivono può determinare una risposta adeguata alle necessità reali ed oggettive del paese!
Sicuramente ci sono e ci saranno degli scettici, tra gli amministratori comunali in primis, i quali ci obietteranno che l’attuazione di proposte come il bilancio partecipativo e il referendum finanziario determinerebbe un ulteriore possibile appesantimento del già lento iter amministrativo di approvazione del Bilancio di Previsione annuale del comune.  E’ vero, questo potrebbe capitare, tuttavia è un rischio che riteniamo si debba correre  per fare in modo che si avvii una nuova stagione di partecipazione e di presenza democratica attiva.
Il Forum Civico Cittadini in MoVimento verso San Giorgio a 5 Stelle è fatto di cittadini e lavora per i cittadini: se l’Amministrazione si ostinerà a mantenere la propria linea di condotta lontana da i reali bisogni della comunità ci troverà sempre a sostegno e a difesa della comunità sangiorgese!
Loro non si arrenderanno…noi neppure!


martedì 22 maggio 2012

Il Comune di San Giorgio del Sannio fa solo propaganda promettendo la realizzazione entro giugno di un parco giochi su un sito contenente amianto!!!

Viste le dichiarazioni roboanti dei giorni scorsi da parte dell'Amministrazione Comunale sangiorgese sulla imminente realizzaione di un parco giochi sul sito ex Poste non bonificato dall'amianto, è stata nei giorni scorsi depositata sia presso il Comune di San Giorgio, sia presso la Prefettura di Benevento, sia presso la Procura della Repubblica di Benevento una formale diffida ad intraprendere qualsiasi arbitraria azione sul sito in oggetto non prima che siano concluse le indagini preliminari della Magistratura con l'esercizio dell'azione penale o con la richiesta di archiviazione, come l'ordinamento giuridico esige, e, comunque, non prima che organi scientifici terzi ed imparziali abbiamo certificato in maniera inequivocabile l'assenza di pericolo per la salute pubblica e per l'ambiente

Ecco il testo della diffida:

Premesso che nel mese di settembre 2011 e successivamente a più riprese l'amministrazione comunale guidata dal sindaco Ricci intraprendeva ed ultimava un'incauta demolizione del prefabbricato ex Poste spa contenente notoriamente amianto come da varie certificazioni dell'Agenzia Regionale Protezione Ambientale, e ciò nonostante inspiegabilmente acquisito al patrimonio comunale nel 2004;
premesso che il Forum Civico Cittadini in MoVimento verso San Giorgio a 5 Stelle ed il Comitato Cittadini per la Trasparenza e la Democrazia hanno immediatamente sporto denuncia, deferendo all'Autorità Giudiziaria, quale committente della demolizione, l'intera amministrazione comunale tra cui l'assessore all'urbanistica, il responsabile apicale dell'Ufficio Tecnico ed il sindaco Claudio Ricci, per disastro ambientale dovuto alla inosservanza del basilare principio di precauzione e dell'intera normativa prevista a tutela della salute pubblica in materia di amianto ed altre ipotesi di reato tra cui il traffico illecito di rifiuti tossici


DIFFIDIAMO
il sindaco Ricci e l'Amministrazione Comunale in carica
dal porre in essere qualunque arbitraria iniziativa (è su tutti i giornali locali la notizia che dovrebbero essere completati entro giugno prossimo i lavori di riqualificazione dell’area per realizzare, ahinoi, un giardino per anziani e bambini, sic) concernente l'area ex ufficio postale contaminata da amianto - di cui reiteriamo l'istanza di sequestro - non prima che siano concluse le indagini preliminari della Magistratura con l'esercizio dell'azione penale o la richiesta di archiviazione, come l'ordinamento giuridico esige, e, comunque, non prima che organi scientifici terzi ed imparziali abbiamo certificato in maniera inequivocabile l'assenza di pericolo per la salute pubblica e l'ambiente!
Noi non consentiremo che con un'operazione burlesque uno scempio ambientale pericoloso per la salute pubblica venga definito "riqualificazione urbana", così come non consentiremo che il termocancrovalorizzatore previsto per la intangibile piana di San Giovanni venga definito termovalorizzatore!


CHIEDIAMO
all’Amministrazione Comunale
di consultare la cittadinanza con apposito referendum relativamente alla sorte del terreno di via De Gasperi e di cogliere questa occasione per regolamentare, nelle more delle determinazioni dell'Autorità Giudiziaria, all’interno dello Statuto Comunale e con Regolamenti attuativi, gli istituti di democrazia diretta e di partecipazione popolare (referendum abrogativo e consultivo, bilancio partecipato, petizioni etc.) giacchè lo Statuto del Comune di San Giorgio del Sannio è fuorilegge dal 2000, ovvero da ben dodici anni, in quanto non conforme alle prevalenti finalità della legge 267/2000;
di dare corso, ove mai il sindaco non rassegni le dimissioni e il Comune scelga di perseverare nell'incredibile e peregrina tesi dell'essere stato "ingannato e truffato da Poste" e della ignoranza da parte dell’Ente della presenza del materiale killer nel prefabbricato abbattuto, a causa dell’omessa informazione da parte di Poste, ASL e ARPAC in fase di cessione-vendita, a tutte le consequenziali e coerenti azioni legali avverso Poste Italiane, ASL e ARPAC , così come d’altra parte preannunciato dal sindaco nel consiglio comunale dello scorso 30 settembre 2011.

Finalmente Sindaci a 5 Stelle!!!

"Prima ti ignorano, poi ti deridono, poi ti combattono. Poi vinci" diceva Gandhi e sembra proprio che avesse ragione!
Oggi in Italia sono stati eletti quattro sindaci a 5 stelle: Roberto Castiglion Sindaco di Sarègo; Marco Fabbri sindaco di Comacchio;  Alvise Maniero Sindaco di Mira e  Federico Pizzarotti Sindaco di Parma, che si vanno ad aggiungere ai tanti consiglieri comunali e regionali in tutta Italia.

La prima grande differenza con la politica dei partiti, la fondamentale differenza con la politica delle poltrone e dei dinosauri sono i soldi: a Parma sono stati spesi 6.400 euro di autofinanziamento e il risultato è stato esaltante. Così come a Mira e Comacchio, dove sono state spese poche centinaia di euro. A questo punto, i partiti dovranno per forza chiedersi come mai, perché e come è stato possibile. Dovranno per forza confrontarsi su queste cose.

E poi, c'è stata finalmente la vittoria dei cittadini, perchè il Movimento 5 Stelle serve ai cittadini per amministrare loro stessi: cittadini che eleggono altri cittadini. E' una vittoria della democrazia sul capitalismo. Senza soldi, cittadini che si eleggono e vanno a gestire la loro città, è un fatto di democrazia che non ha precedenti.

mercoledì 9 maggio 2012

l'analisi del voto del Movimenti 5 Stelle Sannio

Ed ora l’Italia ha capito che ci siamo anche noi. Non possiamo che esserne felici, con un po’ di pazienza in più se ne accorgerà anche il Sud, che resta, forse, ancora legato a logiche clientelari.
Il Movimento è composto da cittadini, non abbiamo apparati di partito, non ci sono referenti, segretari, tesorieri. Il nostro primo sindaco, Roberto Castiglion, neo sindaco di Sarego (VI) sede del fantomatico parlamento leghista, ha vinto le elezioni con soli 300.00 euro, mentre l’intera classe politica sta comodamente seduta su 2.5 miliardi di soldi pubblici camuffati da rimborsi elettorali. Ci hanno definito in tanti modi, offeso, derisi, ed ora, eccoci qua. Ora si parla di boom, di tzunami, di terremoto, c’è chi lo nega e chi lo evidenzia. Ora ci si domanda se siamo effettivamente l’antipolitica. Che dire, se la politica è utilizzare soldi pubblici per comprarsi una laurea a Tirana, se è organizzare festini, se è appropriarsi di milioni di euro per fini personali, ben venga l’antipolitica. Qualcuno dovrebbe spiegare ai politologi dell’ultimo minuto cosa è la politica e come è invece l’antipolitica. La nostra vittoria è stata etichettata “voto di protesta”. La solita solfa. E’ troppo rischioso, meglio bollarla subito con termini che vanno bene in qualunque momento, per tutte le situazioni. Non potrebbe essere che i voti del Movimento, invece, siano voti consapevoli? Abbiamo incontrato gente nelle piazze, nei nostri gazebo che affermano di ritornare, dopo anni, a votare perché hanno, finalmente,  l’alternativa. La cosa più comica è paragonarci alla Lega. Con tutto il rispetto verso questo partito, ma se trovate elementi in comune, fatecelo sapere, perché proprio non siamo riusciti a trovarne uno. Continuano a sottovalutarci ed ad attaccarci, ma non importa, andremo avanti per la nostra strada, meglio di prima. Il nostro obiettivo è quello di svecchiare la politica, largo ai giovani con idee nuove e virtuose, largo ai cittadini onesti e liberi che tornano ad occuparsi della cosa pubblica. Siamo consapevoli che dopo queste elezioni, le nostre responsabilità sono aumentate. Ci rendiamo conto che siamo sotto la lente d’ingrandimento e la vecchia politica attende un nostro sbaglio, un piccolo errore o un semplice malinteso per attaccarci. Nulla sarà come prima. La nostra promessa è che continueremo ad andare nelle piazze, a fare il nostro lavoro, ad essere cittadini attivi che hanno deciso di non delegare il parente, l’amico, il vicino, anzi, forse più di prima, perché ora, abbiamo la consapevolezza di non essere soli. Loro non si arrenderanno mai, ma gli conviene? Noi neppure.

Chi vince e chi perde alle amministrative 2012

L'Istituto Cattaneo ha prodotto una serie di analisi sul voto amministrativo del 6-7 maggio. In generale, l'analisi è impietosa per tutti i partiti: tutti perdono, chi un po' di più chi un po' di meno, ad eccezione del M5S [vedi Elezioni Comunali 2012].
Il riferimento adottato sono le ultime regionali del 2010. L'analisi riguarda  24 città, i capoluoghi di provincia, ulteriormente suddivisi in nord, zona  rossa e centro-sud,  il riferimento è ai voti assoluti e non ai voti validi. 

Differenza Regionali 2010-Comunali 2012 in 24 città (voti, dati percentuali)

  • Centrosinistra: - 7,3%
  • Pd: - 29%
  • IdV - 58%
  • Sel+FdS - 15,6%
  • Centrodestra: - 37,9%
  • PdL: - 54,4%
  • Lega: - 64,4%
  • UdC: - 6,5%

Alcune osservazioni. UdC, in assoluto, è il partito che perde meno e tutto quello che perde è al nord (-43,7%). Il secondo partito a perdere meno è Sel, che perde solo al centro-sud (-47,6%) mentre al nord e zona rossa guadagna.  Tutti gli altri partiti presentano invece il segno meno in ogni macro-area. Il Pd perde più al nord (-32,8%), l'Idv distribuisce la perdita equamente nelle tre aree mentre il PdL la concentra di più al nord e nella zona rossa, limitando i danni al sud (-40,4%). La Lega, il partito che percentualmente perde di più, perde chiaramente solo dove si era presentata, cioè nord e zona rossa, concentrando in quest'ultima area la maggiore perdita; infine l'UdC, come detto, concentra la sua perdita al nord (-43,7%) mentre nelle due altre aree guadagna.

Interessante anche l'analisi sul fenomeno politico emergente di queste amministrative: il Movimento 5 Stelle. [vedi Il voto per il Movimento 5 Stelle]
Il M5S ha presentato liste in 101 comuni raccogliendo circa 200.000 voti, l'8,7% del totale. Ha ottenuto 1 sindaco nel comune di Sarego, e 3 ballottaggi (Parma, Budrio e Comacchio). Un utile confronto anche qui si può fare con le Regionali del 2010 in quelle città in cui si era presentato.

Differenze  del M5S rispetto Regionali 2010 (voti, percentuali).

  • Alessandria + 275%
  • Asti + 84%
  • Belluno + 112%
  • Como + 80%
  • Cuneo + 121%
  • Monza + 147%
  • Palermo + 13%
  • Parma + 155%
  • Piacenza + 88%
  • Verona + 198%

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