Ieri mattina abbiamo ho pubblicato un'articolata nota in cui è stata evidenziata la questione del valore patrimoniale di Alto Calore Servizi, derivante da beni immobili (depuratori, reti idriche, collettori fognari, impianti vari realizzati a suo tempo dalla CASSA del MEZZOGIORNO) e ammontante a 133.148.464 euro.
Ebbene, poiché alcuni cittadini sangiorgesi ci hanno chiesto di spiegare bene l'arcano dei 120 milioni di debito e dei 130 milioni di valore patrimoniale, ci corre l'obbligo di chiarire alcuni punti.
• Questi beni sembrerebbero non potersi attribuire al patrimonio di Alto Calore dal momento che per legge sono stati trasferiti al patrimonio della Regione Campania, la quale li ha inseriti nel proprio bilancio.
Dunque, sembrerebbe che nel 2014 e nel 2015 siano stati approvati bilanci nei quali alla voce immobilizzazioni materiali ci si trova di fronte a un valore patrimoniale fittizio.
In realtà, l'ipotesi di falso in bilancio era stata già formulata durante le indagini svolte dalla Procura della Repubblica di Avellino con oltre 20 imputati relativamente alle gestioni De Luca, Repole e Papa (per il periodo che va dal 2003 al 2007) dopo che il 13 marzo 2003 il Consorzio Interprovinciale Alto Calore venne sciolto e vennero costituite, per contestuale procedura di trasformazione e scissione, dettate dalle norme di cui all’articolo 35 della legge n°448/2001, due nuove società: Alto Calore Servizi S.p.A. e Alto Calore Infrastrutture & Patrimonio S.p.A. .
Secondo la ricostruzione del magistrato titolare dell’inchiesta, l’Alto Calore Patrimonio, infatti, non era proprietaria delle condutture, né esterne, che appartengono alla Regione Campania, né interne, che sono invece di proprietà dei singoli Comuni. All'interno delle indagini relative a questo processo emerse che all’atto della costituzione della società patrimoniale il suo valore determinato in assemblea era di 100.000. euro; dopo qualche mese, senza neanche il voto assembleare, ma con una semplice dichiarazione fatta dinanzi al notaio, il valore patrimoniale passò ad euro 579.047; nel settembre 2004 il valore patrimoniale fu stimato in euro 96.136.891. ovvero 960 volte il valore iniziale. E molti di quei beni risultavano contemporaneamente nel bilancio di Alto Calore Patrimonio e della stessa Regione Campania!
Il processo cmq, si concluse con un nulla di fatto nel l'ottobre 2011 per prescrizione dei termini.
L'auspicio è che la nuova indagine in corso da parte del procuratore di Avellino Cantelmo non abbia la stessa tempistica e lo stesso risultato.
• Nel Processo Alto Calore conclusosi nell'ottobre 2011 e dell'accusa di formazione fittizia di capitali e falso in bilancio per gli anni 2004 - 2005 - 2006 ci furono oltre 20 imputati relativamente alle gestioni De Luca, Repole e Papa.
Imputati eccellenti erano Enzo De Luca, senatore Pd, all'epoca dei fatti presidente dell'Alto Calore; Michele Casciello, Presidente dell'assemblea dei sindaci; e tutti i componenti del Consiglio d'amministrazione, tra i quali l'ex presidente della Provincia di Avellino Rosanna Repole, Sergio Trezza, Mario Bruno, Michele Vignola.
Un aspetto, diciamo così curioso e interessante per le riflessioni etiche e sociologiche che ne derivano, di questo processo fu che, come si legge nella foto pubblicata che costituisce uno stralcio degli atti del suddetto processo, il figlio dell'allora Procuratore di Avellino era, guarda caso, stato assunto proprio all'Alto Calore per cui il Procuratore invitò il Sostituto, che nel frattempo aveva provveduto ad emettere gli avvisi e.x art. 415 c.p.p., a temporeggiare sulle richieste da formulare.
Il processo, infatti, durò circa 10 anni e le accuse andarono in prescrizione
• Per poter trasferire risorse da Alto Calore Servizi ad Alto Calore Patrimonio e tenerla in vita con tutto il suo carrozzone clientelare, il sistema di consulenze e di assunzioni pilotate (che sono state oggetto della suddetta indagine) gli allora consulenti dell’Alto Calore Giuseppe De Mita (nipote di cotal zio) e Roberto Fazioli ipotizzarono la definizione di un canone d'uso degli immobili dell’Alto Calore alla Patrimonio «in modo generale ed astratto» attraverso cioè un ALGORITMO.
significa che i suddetti consulenti teorizzarono in un documento confidenziale, diffuso in alcune sue parti [vedi foto] dall'ex Commissario dell'ATO Calore Irpino, Claudio Rossano, che “ il canone d'uso in favore della società patrimoniale da parte del gestore sarà definito in modo generale ed astratto, ovvero con un algoritmo di calcolo che prescinde dalla specificità del soggetto gestore di riferimento."
In questo modo, con un artificio contabile assurdo se non inspiegabile, Alto Calore Servizi ha finanziato e tenuto in vita per anni Alto Calore Patrimonio, con l' unico intento di soddisfare le "necessità" di collocamento di ex politici, trombati illustri, amici e parenti.
Pochi mesi fa, ad aprile, lo stesso Giuseppe De Mita ha promosso un convegno sul tema "Ruoli e funzioni nella normativa sul servizio idrico integrato: opportunità e rischi"
MA COME è POSSIBILE CHE CI VENGA A DARE LEZIONI SUL SERVIZIO IDRICO INTEGRATO COLUI CHE HA PARTECIPATO DIRETTAMENTE ALLO SFASCIO DELLA SOCIETà DI GESTIONE DI QUESTO SERVIZIO???
Relatore del convegno è stato anche l’ex senatore Enzo De Luca che fu Presidente del Consorzio Alto Calore e che favorì la sua scissione nelle due società per azioni Alto Calore Servizi ed Alto Calore Patrimonio spa, dopo aver proceduto all’assunzione di oltre cento dipendenti. Tali assunzioni erano vietate per legge e per questo la Regione Campania preoccupò di inviare note scritte a tutti gli enti idrici al fine di evitarle, in vista del riordino del settore. Tuttavia non furono mai revocate e andarono a gravare sui bilanci di quelle società.[vedi foto]
Oggi Alto Calore Servizi ha 360 dipendenti in esubero e 120 milioni di euro di debiti
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