Siamo alla fine del mese di settembre e in alcune zone di San Giorgio ancora si va a letto la sera senz'acqua e ci si sveglia la mattina nella stessa situazione.
C'è da dire, però, che, come promesso in campagna elettorale, la maggioranza sta facendo di tutto per individuare soluzioni al problema. Tra queste, la più gettonata è la sostituzione dell’acqua con la birra. A tal proposito, non si può non evidenziare che l'appuntamento con le birre artigianali, da poco realizzato nella piazza principale del paese, sembra aver avuto dei risvolti talmente positivi che a breve partirà il secondo appuntamento, una sorta di Oktoberfest sannita che si terrà nella zona del mercato coperto. Speriamo che, quanto meno, non manchino le docce!
Su fronte opposizione, invece, se da una parte Ricci & C. sembrano preferire il silenzio per non urtare la sensibilità del PD sannita e irpino, dall'altra parte, quella del M5S, si registra l'arrampicata sugli specchi della Consigliera sangiorgese, la quale, resasi probabilmente conto di aver scelto l'argomento più complesso e difficile per iniziare la sua consiliatura, ripropone dal giugno scorso la solita trita e ritrita tiritera su Alto Calore: è un carrozzone politico, noi come forza politica non possiamo permettere che questa storia vada avanti, i bilanci sono falsati, c'è clientelismo e collusione tra i Comuni soci e gli organismi dirigenti, per questo chiediamo le dimissioni immediate del Presidente e di tutto il Cda.
Il tutto racchiuso in una serie di domande che, ma lei, opportunamente, omette di dirlo, sono più o meno le stesse che già diversi mesi prima delle scorse elezioni Comunali e quindi ben prima della sua elezione, furono inviate al Presidente della Commissione per il Controllo Analogo di Alto Calore, Gambacorta, al suo vice, Foti, a tutti i sindaci soci dell’Azienda e alla Procura della Corte dei Conti Regionale nonché ad alcuni organi di stampa, all'interno di un esposto anonimo [http://www.orticalab.it/Alto-Calore-25-domande-per-De] dal quali pare abbia preso spunto l'indagine giudiziaria attualmente in corso a cura della Guardia di Finanza e della Procura di Avellino.
Che abbia copiato?
Non sta a noi giudicare, chiunque può fare una ricerca su Google e verificare.
Tuttavia, dall'analisi di questa paradossale situazione, una domanda nasce spontanea: perché questa sorta di accanimento terapeutico su questioni che sono già al vaglio della magistratura?
Ad oggi, invece, qual'è il contributo di novità dato dal M5s sangiorgese alla questione annosa della carenza idrica a San Giorgio?
Oggi i sangiorgesi vogliono che l'acqua torni a scorrere dai rubinetti, l'urgenza è questa, non certo quella di sapere i contenuti dei mastrini contabili!
Per quanto riguarda poi i familismi e i clientelismi, i paesani sangiorgesi sanno bene chi sono i figli e nipoti di assessori e funzionari comunali della ex maggioranza che hanno “beneficiato” di una chiamata diretta nel Progetto Garanzia Giovani, sanno bene chi e quanti sono coloro che da anni non pagano le bollette perché hanno il cosiddetto “tronchetto” al posto del contatore, sanno bene chi sono quelli che, durante il periodo del passaggio dal Consorzio Alto Calore alle due società Alto Colore Servizi e Alto Calore Patrimonio, “beneficiarono” di assunzioni non autorizzate dalla Regione, ma mai revocate.
Ciò detto, considerato anche che Alto Calore è uno scoglio estremamente difficile da scalfire e che ci vorrà molto tempo nonché una consistete dose di fortuna per arrivare a dei risultati all'interno di un percorso che, lo ricordiamo ancora, è parallelo all'indagine giudiziaria, perché perdere 4 mesi per un accesso agli atti, peraltro anche contestato dai legali di Alto Calore, e non concentrarsi sulla carenza idrica che è la necessità fondamentale dei cittadini???
Per di più pare proprio che le basi tecniche per cominciare un approfondimento, un monitoraggio ed un controllo sulle azioni messe in campo dall'Alto Calore e dagli altri attori della vicenda ci siano tutte.
Partiamo ad es., dai lavori svolti a San Giorgio del Sannio, quei lavori che la consigliera aveva messo nel suo programma elettorale ma che in realtà erano già terminati mesi prima!!!
Dalla più recente corrispondenza tra il presidente dell'Alto Calore Servizi e la senatrice Moronese che ha seguito fin dall'inizio la questione della carenza idrica, corrispondenza datata marzo 2016 [nota n. prot. 4099 del 25 marzo 2016] sappiamo che i lavori per la sostituzione e potenziamento di un tratto della rete idrica di san Giorgio del Sannio (delibera Giunta Comunale n. 129 del 21 settembre 2015), lavori consistenti nel raddoppio della condotta adduttrice al serbatoio TOPPA e nella razionalizzazione delle portate in arrivo al serbatoio Capoluogo (BASSO) in modo da consentire al primo serbatoio una maggiore portata addotta dall'attuale per insufficienza della stessa condotta adduttrice e al secondo serbatoio una stabilizzazione delle predette portate, SONO STATI COMPLETATI, e, alla data del 25 marzo, risultavano essere in funzione con esito positivo in quanto la portata al serbatoio veniva incrementata di 3l/s mentre quella del capoluogo risultava stabile e costante.
Ciononostante, in quella stessa nota, conclude De Stefano, perdurando l'indisponibilità integrativa dei pozzi di Montoro, le problematiche di approvvigionamento idrico risultano mitigate nel loro effetto.
Quindi, in buona sostanza è lo stesso De Stefano ad ammettere che il problema fondamentale per la carenza idrica a valle è “l'indisponibilità integrativa dei pozzi di Montoro” a monte.
I pozzi di Montoro e Solofra sono quelli di cui, come attivisti del Meetup Amici di Beppe Grillo di San Giorgio del Sannio, abbiamo abbondantemente discusso negli anni scorsi perché, inquinati da tetracloroetilene, necessitavano di un laborioso percorso di bonifica.
E in realtà, se ne è occupato anche Carlo Sibilia con un'interrogazione parlamentare e con il sostegno al progetto di messa in sicurezza (MISE) dell'area montorese – solofrana, criticando, peraltro, la decisione della Regione Campania di non finanziare l'opera.
Ad oggi, il Piano MISE risulta agli atti della Regione Campania come fermo per mancanza di finanziamenti, e oramai, dopo ben DUE ANNI, è difficile pensare ancora alla MESSA IN SICUREZZA D’EMERGENZA. Tuttavia, è andato avanti il Piano di caratterizzazione necessario per provvedere alla bonifica.
Senza dilungarsi su tutti i passaggi amministrativi e burocratici, che sono comunque consultabili in rete [http://legambiente.campania.it/beta/wp-content/uploads/2016/02/5.Solofra.20.02.2016.ATO_.CaloreIrpino.pdf]
è importante dire che per la realizzazione di tale piano il 6 novembre 2015 è stato pubblicato il bando di gara con procedura d'urgenza e il 4 dicembre 2015 c'è stata l'Aggiudicazione Provvisoria alla Ditta RTI Ambiente s.c. e Hydrodata SpA. In realtà, però, ma non si è potuto procedere all'aggiudicazione definitiva perché il contratto con la Ditta aggiudicataria dell’appalto non poteva essere stipulato prima di 35 gg dall’aggiudicazione definitiva (art.11 c.10 del Dlgs.163/2006), TEMPISTICA NON COMPATIBILE con quella del finanziamento, visto che il Decreto G.R. Campania n.636 di Ammissione a Finanziamento del Piano di Caratterizzazione prevedeva come termine finale di ammissibilità della spesa il 31/12/2015.
Dunque, dopo anni di attesa per iniziare il percorso di bonifica dei pozzi inquinati, siamo di nuovo al punto di partenza!
Perché, allora, non focalizzare l'attenzione su questi aspetti, magari sollecitando l'intervento degli organismi regionali di controllo, se non proprio della Procura della Repubblica e perché no anche dei consiglieri regionali del M5S?
L'obiettivo deve tornare ad essere quello di riportare l'acqua nei rubinetti dei sangiorgesi, cosa che non sarà certo un accesso agli atti a fare.
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