mercoledì 31 agosto 2016

Imparare dai disastri per imparare il valore della prevenzione

Gentile Sindaco,
nei giorni scorsi, il Sindaco di Amatrice, in una delle interviste rilasciate nel post sisma, ha dichiarato che gli italiani sentono forte il senso di comunità in 3 momenti: durante i Mondiali di calcio, durante le Olimpiadi e quando si verificano delle calamità naturali.
E in realtà questo è proprio vero non solo per il macrocosmo Italia ma per ogni paese, anche il più piccolo, sul territorio nazionale.
Anche la nostra San Giorgio si è sentita fortemente una comunità nel raccogliere beni di prima necessità e medicine per i paesi terremotati ma tanti sono i momenti in cui, invece, forte si è sentito lo stridio del contrasto, quasi della lotta tra le parti, quelli che amano i cani e quelli che sostengono che i cani sporcano, quelli che sono favorevoli alla musica nei locali e quelli che dalla musica sono disturbati, quelli che seguono Miss Italia e quelli che la considerano uno spettacolo retrò …
Lungi da me prendere le parti degli uni o degli altri, tuttavia mi chiedo: dov'è finito quel sistema di relazioni che fa sentire i cittadini parte di quella famiglia allargata che è il paese???
Abbiamo veramente dimenticato quella tolleranza gli uni verso gli altri che faceva far sempre pace a Peppone e Don Camillo per il bene del loro paese?
Secondo me no, dobbiamo solo riscoprirla e riappropriarcene pienamente. 
Cosa fare dunque?
Sicuramente dobbiamo riappropriarci della CONSAPEVOLEZZA della nostra storia, del nostro territorio, del nostro vissuto e di questa consapevolezza farne un tesoro prezioso da condividere con gli altri per rinsaldare quei legami sociali che nel tempo si sono affievoliti.
Per questo è importantissimo dare vita a momenti di riscoperta, di conoscenza, di approfondimento e di condivisione del nostro vissuto geografico, storico, civico e sociale, momenti in cui la comunità, unita da questi valori, si senti più forte e più consapevole della sua forza.
Pur nella tragicità che lo caratterizza, il sisma di Amatrice e dintorni può esserci di grande insegnamento, perché ci fornisce numerosi spunti di riflessione su come una comunità può crescere nella consapevolezza del proprio territorio e del rischio sismico che lo caratterizza, creando occasioni di prevenzione utili per tutti.
Mi spiego meglio: quanti cittadini sangiorgesi sanno che il nostro territorio comunale è passato dall'essere Zona 2, Zona con pericolosità sismica media, dove possono verificarsi terremoti abbastanza forti, a Zona 1 Zona con pericolosità sismica alta, dove possono verificarsi forti terremoti?
Quanti sanno dell'esistenza di nuovo Piano di Protezione civile? Quanti di quelli che ne sono a conoscenza lo hanno letto e hanno visto che esiste un preciso modello di intervento nel caso di sisma con specifiche aree destinate al raduno della popolazione?
Sicuramente non tanti, anzi senz'altro troppo pochi per poter dire che la comunità sangiorgese è preparata ad affrontare un eventuale terremoto.
Dunque, è necessario, senza farci prendere da allarmismi, che cresca nei singoli ma soprattutto nella comunità tutta la CONSAPEVOLEZZA della nostra realtà territoriale e della necessità di organizzare nei dettagli un sistema di prevenzione che permetta ai cittadini di essere pronti e reattivi in caso di sisma e in attesa dei soccorsi.
Essere cittadini informati e consapevoli è sicuramente uno dei mezzi per salvare vite umane durante e dopo un sisma, e il METODO GIAPPONE, copiato in America, nei paesi scandinavi e ovunque si consideri un atto amministrativo fondamentale la prevenzione dal rischio sismico, ne è la prova .
In Giappone, infatti, l'educazione ad affrontare i disastri naturali è diffusa, capillare e ripetuta fin dalle scuole elementari, con momenti culminanti come le esercitazioni di protezione civile di massa che si tengono ogni primo settembre.
E nei nostri Comuni? 
Eppure si tratta di cose molto semplici, a costo praticamente zero, si tratta di punti focali da tener sempre presenti in caso di calamità e di azioni ad essi collegati che consentono alla popolazione una reazione adeguata: una campagna di informazione cartacea e on line estremamente capillare e a tutti i livelli; una pianificazione dettagliatissima delle evacuazioni post sisma con cartellonistica stradale ad hoc che aiuti la cittadinanza ad individuare i percorsi di emergenza; obbligatorietà del Kit di sopravvivenza in uffici, scuole, case e luoghi di aggregazione; esercitazioni cicliche anti sisma; il tutto affiancato da una capillare educazione sulle calamità naturali nelle scuole a partire dai bambini più piccoli.
Diventare cittadini informati e consapevoli è un valore civico non solo individuale ma anche di comunità: anche la comunità paese deve essere informata e consapevole e ogni situazione, anche quella più grave che ha coinvolto il Lazio e l'Umbria, ci dà l'occasione di accrescere la consapevolezza della nostra realtà territoriale e di come possiamo e dobbiamo agire a sua e nostra salvaguardia. 
Il mio appello, pertanto, è rivolto sia ai cittadini sia all'amministrazione comunale affinché, sulla base anche degli strumenti che il Comune stesso si è dato, si chiami a raccolta la comunità sangiorgese sui temi della prevenzione del rischio sismico, dell'organizzazione e gestione del post sisma e sull'importanza del volontariato di Protezione Civile Comunale.

Elvira Santaniello

lunedì 22 agosto 2016

Il Baratto Amministrativo? Bocciato da 3 sezioni regionali di controllo della Corte dei Conti, a San Giorgio viene proposto da M5S e maggioranza

Nel giorni scorsi abbiamo fatto la felice scoperta che la consigliera di minoranza del M5S al Comune di San Giorgio esiste ed ha perfino protocollato una mozione da discutere al prossimo consiglio Comunale sul tema del baratto amministrativo.
All'interno della mozione e dei comunicati stampa ad essa collegati leggiamo: il documento prende ispirazione dalle difficoltà che sempre più concittadini incontrano nel far fronte al pagamento dei tributi comunali e dalle ingenti somme evase, di cui il Comune di San Giorgio del Sannio è creditore, a titolo di imposte e tasse locali. Un sistema che farebbe contento chi, magari essendo disoccupato, ha tempo a disposizione e debiti insoluti. Le tasse dovute, in questo caso, sarebbero trasformate in ore da dedicare alle attività in favore della comunità.
Ebbene, nel leggere il testo della mozione, ci è venuto un groppo in gola!
Ebbene sì, un groppo in gola: ma se lo sappiamo perfino noi, miseri e comuni cittadini attivi che questa cosa non si può fare, com'è possibile che non lo sappiano gli “eletti”???

E, peggio ancora, com'è possibile che il gruppo Futuro Giovani che fa capo al Sindaco Pepe, uomo politico navigato, ben coadiuvato da commercialisti ed avvocati, faccia sapere attraverso un post su Facebook che la maggioranza ha “già manifestato la volontà di utilizzare questo strumento. E lo ha fatto formalmente nella dichiarazione di voto della maggioranza sul Bilancio di previsione durante il Consiglio Comunale del 20 luglio scorso”???
Ma andiamo per ordine e cerchiamo chiarire cosa è cambiato dalla promulgazione del LEGGE 11 novembre 2014, n. 164 (Conversione, con modificazioni, del decreto-legge 11 settembre 2014, n. 133) , che all'art. 24 istituisce il baratto amministrativo, ad oggi .

Come scritto nella mozione presentata protocollata dalla consigliera 5 stelle, l'art. 24 prevede la possibilità di deliberare riduzioni o esenzioni di tributi a fronte di interventi per la riqualificazione del territorio da parte di cittadini singoli o associati e, sempre secondo il testo della mozione, la richiesta di usufruire di questa possibilità nasce dall'esigenza di dare vita ad una sorta di sanatoria dei debiti tributari pregressi dei cittadini nei confronti del Comune attraverso la prestazione di attività socialmente utili. Si parla, infatti, chiaramente di debiti insoluti.
Detta così il baratto amministrativo sembrerebbe uno strumento ottimo sia per i cittadini con una pesante situazione debitoria nei confronti dei Comuni sia per i Comuni che attraverso questo strumento potrebbero ridurre i crediti derivanti dal mancato pagamento dei tributi.

Ebbene,la recente deliberazione n. 27/2016/PAR della sezione regionale di controllo per l’Emilia-Romagna della Corte dei Conti ha chiarito una volta per tutte, dopo la confusione fatta in numerosi Comuni italiani, anche da attivisti e portavoce a 5 stelle, le modalità applicative del baratto amministrativo, escludendo proprio la possibilità per i Comuni di concedere riduzioni o esenzioni dai tributi locali in relazione a debiti fiscali pregressi.
Il testo della deliberazione della Corte dei conti dell'Emilia Romagna, infatti, non lascia spazio a fraintendimenti: non è “ammissibile la possibilità di consentire che l’adempimento di tributi locali, anche di esercizi finanziari passati confluiti nella massa dei residui attivi dell’ente medesimo, possa avvenire attraverso una sorta di datio in solutum ex art. 1197 c.c. da parte del cittadino debitore che, invece di effettuare il pagamento del tributo dovuto, ponga in essere una delle attività previste dalla norma (art. 24, cit.) e relative alla cura e/o valorizzazione del territorio comunale.
La Sezione ritiene che tale ipotesi non solo non rientrerebbe nell’ambito di applicazione della norma in quanto difetterebbe il requisito dell’inerenza tra agevolazione tributaria e tipologia di attività svolta dai soggetti amministrati, elementi che, peraltro, devono essere preventivamente individuati nell’atto regolamentare del Comune, ma potrebbe determinare effetti pregiudizievoli sugli equilibri di bilancio considerato che i debiti tributari del cittadino sono iscritti tra i residui attivi dell’ente”.
In soldoni, ciò significa che anche se un Comune si dota oggi di un Regolamento del Baratto Amministrativo, esso non può essere applicato ai debiti accumulati in passato.
Gli articoli del regolamento, infatti, per essere rispondenti all'art.24 dello Sblocca Italia dovranno dettagliatamente definire le attività che possono essere svolte dai potenziali beneficiari e quantificare dettagliatamente la spesa: solo in questo modo verrebbe rispettata la condizione fondamentale ribadita dai giudici contabili, la cosiddetta inerenza tra agevolazione tributaria e tipologia di attività svolta dai soggetti amministrati.
Per essere ancora più chiari il valore economico della prestazione offerta dal cittadino deve corrispondere alla misura delle imposte locali agevolate e la relativa delibera assunta dall’ente pubblico territoriale deve motivare adeguatamente la decisione di avvalersi dell’istituto del baratto sulla base di una attenta valutazione di tutti gli interessi coinvolti che dimostri la convenienza, anche economica, della scelta effettuata.
Va da sé che il Regolamento diventa operativo dal momento dell'approvazione e non può avere valore retroattivo.
Ciò detto, è evidente che gli amministratori che utilizzassero il baratto per sanare debiti pregressi correrebbero il rischio non solo di sforare gli equilibri di bilancio ma anche di essere passibili di denuncia per danno erariale.

Esiste, poi, un'altra determinazione, la n. 12/2016 della Corte dei Conti sezione controllo del Molise la quale ha escluso che l'utilizzo del baratto possa essere utilizzato per aggirare vincoli di finanza pubblica, né tanto meno acquisire beni o servizi in violazione di precisi e puntuali divieti stabiliti dalla normativa finanziaria.
In parole povere ciò significa che poiché esiste un “Codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture in attuazione delle direttive 2004/17/CE e 2004/18/CE”, codice che impone alle “amministrazioni aggiudicatrici” di osservare le regole della cosiddetta evidenza pubblica (ovvero predisporre e rendere noto il bando di gara) per la conclusione di contratti aventi per oggetto l'acquisizione di servizi, prodotti, lavori e opere, qualsiasi eventuale esecuzione di opere pubbliche, anche quelle volte a sanare l’intero importo del debito da parte dei cittadini nei confronti del Comune, non può sottrarsi al rispetto della legge.
E non è possibile nemmeno utilizzare, per aggirare l'ostacolo, lo strumento della compensazione del debito dal momento che è impossibile compensare un debito certo, quello del contribuente, con un credito futuro. La compensazione, infatti, può operare solo tra crediti certi, liquidi ed esigibili.

Tutto ciò evidenzia come il baratto amministrativo non sia quello strumento semplice ed utile che si ipotizzava fosse e che per poterlo realizzare è necessario uno studio approfondito sia di natura legale che fiscale, studio che da cittadini attivi ed attenti a quanto viene proposto e realizzato nel nostro Comune auspicavamo fosse già stato fatto da maggioranza e opposizione vista la disponibilità già dimostrata a valutare l'adozione di questo strumento.
Ci spiacerebbe davvero tanto se dovessimo venirci a trovare nella situazione della gatta che per la fretta fece i figli ciechi!!!
Comprendiamo la necessità di entrambi,maggioranza e minoranza pentastellata, forse anche un po' demagogica, di mostrarsi attivi e attenti alle necessità dei cittadini, in particolare delle famiglie in difficoltà, tuttavia forse è il caso di evitare di aggiungere al danno dei crediti non riscossi la beffa di una denuncia per danno erariale alle casse comunali!!!

Tutto ciò detto, ci permettiamo di suggerire alla maggioranza e all'opposizione a 5 stelle una soluzione che capovolge la visione del baratto amministrativo come strumento socio – assistenziale e lo trasformi in una misura di sussidiarietà che stabilisca oggi un patto tra Ente pubblico e cittadini per progettare l'azione collettiva di domani.
Con l'aiuto di amici avvocati e commercialisti e grazie all'ampia documentazione fornitaci da diverse associazioni nazionali che si occupano di welfare e beni comuni, infatti, abbiamo individuato una tipologia di regolamento comunale che superi la sequenza difficoltà economica individualemorosità fiscale nei tributi comunalidisponibilità a lavorare in situazioni di pubblica utilità per il ripiano del debito fiscale e consideri, invece, essenziale l'impostazione sussidiaria, dove il riferimento allo sconto fiscale sia secondario ed eventuale, e comunque non motivante l’avvio della sequenza, e che abbia il proprio incipit nella gratuita volontà di contribuire al bene comune (meglio se in forma associata) e non di trarne vantaggi personali in termini di sconti fiscali.
Questo è infatti, il metodo interpretativo individuato dalla Corte dei Conti dell'Emilia Romagna quando sostiene che l'art. 24 dello Sblocca Italia è “espressione del principio della sussidiarietà orizzontale di cui all’articolo 118, comma 4, Costituzione, in quanto consente alle comunità di cittadini di partecipare alla gestione dei servizi relativi alla cura e alla valorizzazione del territorio“
Ci riferiamo nello specifico ad un REGOLAMENTO DI COLLABORAZIONE TRA CITTADINI ED AMMINISTRAZIONE PER LA CURA, LA GESTIONE CONDIVISA E LA RIGENERAZIONE DEI BENI COMUNI che disciplini, sulla base di principi condivisi quali fiducia reciproca, trasparenza, responsabilità, autonomia civica, valorizzazione dell'impegno di tutti i cittadini tutta una serie di interventi, aperti a tutti, sugli spazi pubblici e sugli edifici (gestione condivisa, cura e manutenzione ordinaria), interventi di innovazione sociale (attività e progetti a carattere culturale, ambientale, sportivo, turistico, economico e sociale) e di promozione della creatività urbana (sperimentazione artistica e riqualificazione delle aree).
Si tratta di una tipologia di regolamento che mette a disposizione dei cittadini attivi uno strumento in più rispetto al passato, un patto di collaborazione che, oltre a definire obiettivi, tempi e modalità di azione, prevede una serie di agevolazioni per i cittadini stessi: esenzione in materia di imposte, tasse e diritti; accesso agli spazi comunali; dispositivi di protezione individuale e beni strumentali; affiancamento nella progettazione; formazione; risorse finanziarie a titolo di rimborso spese di costi sostenuti; forme di riconoscimento e agevolazioni amministrative
Pertanto, abbiamo inviato alla nuova amministrazione Pepe un'istanza in cui proponiamo l'analisi delle esperienze delle città che hanno già approvato questo tipo di regolamento, partendo da uno dei fiori all'occhiello delle amministrazioni a 5 stelle, ovvero Pomezia, dove grande è stato l'impegno della vice Sindaco Elisabetta Serra per portare avanti questo strumento fortemente innovativo.
Inoltre, abbiamo richiesto di considerare l'eventualità di creare un percorso sperimentale di gestione condivisa dei beni comuni anche nel Comune di San Giorgio del Sannio.
Un'ultima considerazione: proprio a Pomezia nell'aprile scorso si sono recati numerosi candidati del m5s sannita per approfondire, come comunicato alla stampa locale, i temi legati alle dinamiche di funzionamento della macchina amministrativa con uno specifico riferimento alla gestione dei beni comuni,[http://www.ntr24.tv/2016/04/02/comunali-il-m5s-di-benevento-incontra-lamministrazione-a-5-stelle-di-pomezia/] ma, evidentemente, i candidati di San Giorgio del Sannio, visto il loro approccio al tema, quel giorno o non erano attenti o non hanno preso bene gli appunti.





giovedì 18 agosto 2016

FERRA-GHOST, ovvero cronaca agostana di un cambiamento fantasma

E' appena trascorso l'ennesimo FERRA-GHOST, un ferragosto fantasma, come ormai tradizione nella ridente cittadina di San Giorgio del Sannio.
Ma il vero fantasma di questi mesi estivi sembra essere quel cambiamento, tanto sbandierato dai vari "competitores" nell'agone elettorale, ma ancora impalpabile, se non invisibile ai più.

Infatti, se da una parte, ma non era poi così difficile visti i precedenti, si registra da parte dei vincitori una maggiore apertura nei confronti dei cittadini e dei loro contributi in termini di idee e proposte per lo sviluppo della comunità, dall'altra non si può non osservare il solito ed antico modus operandi nella spartizione degli incarichi, nella organizzazione “amichevole” degli eventi estivi e nella, ahinoi, poco ortodossa gestione del proprio ruolo pubblico di qualche consigliere, dimostratosi assolutamente inadatto al ruolo per i suoi atteggiamenti quasi da sceriffo… ma tant'è, ben conoscendo il maestro salernitano di costui!

Da parte della odierna minoranza, negli anni scorsi forza di governo tra le peggiori nella storia di San Giorgio, invece, solo qualche stridulo e inopportuno acuto sui debiti del Comune, che in realtà sono quelli che loro stessi hanno lasciato in eredità, e, a dire il vero, forse è meglio così, visto che negli anni l'ormai ex maggioranza ha fatto sfaceli ed il suo capogruppo continua a farne come Presidente della Provincia.

Un discorso a parte merita il M5S, che a San Giorgio è figlio geneticamente modificato di quell' “onorevole” Sibilia che ha sapientemente costruito un gruppo a sua immagine e somiglianza e oggi è il deus ex machina che ne regge le fila.
Il buon Sibilia, infatti, è stato l'unico, tra tutti i portavoce del Movimento, a prendere posizione a favore della sola eletta sangiorgese e a costruire un'asse irpino sannita che sa più di cerchio magico che di collaborazione istituzionale.
Fin quando sostenevo questa tesi, in campagna elettorale, sono stata attaccata su tutti i fronti, ma oggi di quanto accade ne è consapevole anche la popolazione, irpina soprattutto, e la stampa, che questa estate, a più riprese, ha sottolineato come, soprattutto sulla questione dell'Alto Calore, il buon Sibilia e i suoi sodales abbiano scoperto l'acqua calda.
E' ormai chiaro ai più che la scelta dell'asse irpino sannita è tutt'altro che una piccola rivoluzione culturale che vuole gettare un ponte tra due territori da sempre in contrasto quanto, piuttosto, un escamotage per coprire la debolezza del Movimento (prova ne sono i soli 6 consiglieri eletti in tutta l'Irpina e il Sannio) e per creare una più solida base elettorale al buon Sibilia per le prossime elezioni politiche.
E' ovvio anche che il M5S sangiorgese si è guardato bene dall'evidenziare questa cosa riempiendo i giornali, invece, di minestra riscaldata.

Tutto ciò è sotto gli occhi di tutti e francamente è un po' poco per chi, maggioranza e opposizione, ha sbandierato a destra e a manca parole come trasparenza e cambiamento.
Il tempo degli slogan elettorali è ormai passato… restano solo i rubinetti a secco di notte e tanti parolai di giorno.
Per questo, i cittadini tutti sono chiamati ad un importante servizio civile, far sentire il proprio fiato sul collo a tutti, nessuno escluso.

N. B. Per quanto riguarda nello specifico l'inqualificabile comportamento del delegato a Cultura e Scuola, lo invierei a rimettere le deleghe, così come ha fatto un suo omologo beneventano per un episodio simile, non avendo dato sicuramente un buon esempio di amministratore a famiglie e studenti alle cui necessità ed esigenze dovrebbe essere rivolto il suo ruolo amministrativo.


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