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venerdì 7 agosto 2015
L'acqua è poca e 'a papera non galleggia!
L’acqua è poca e ‘a papera non galleggia, dice un vecchio
adagio …
Tuttavia, a San Giorgio del Sannio, anche se l’acqua è poca,
c’è sempre qualcuno che ci sguazza dentro!!!
Ma torniamo alle sospensioni idriche.
Sin dall’inizio di luglio, gli attivisti del MeetUp Amici di
Beppe Grillo di San Giorgio del Sannio hanno creato un gruppo di lavoro sul
disservizio idrico insieme a cittadini e tecnici, esperti di materia
amministrativa e legale, con la partecipazione diretta anche di parlamentari e
consiglieri regionali del M5S, per studiare approfonditamente la questione e per
provare ad individuare non solo soluzioni tampone ma soprattutto un programma a
lungo termine che porti alla definitiva soluzione del problema.
In questa ottica, il gruppo di lavoro si è orientato ad
azioni non tanto rivolte a cercare un colpevole per questi disagi, cosa che di
per sé non porta né ad alcun risultato immediato né alla soluzione del
problema, bensì a richiamare chi di dovere alle proprie responsabilità.
Ci si riferisce, ovviamente, al Sindaco di San Giorgio,
Comune socio di Alto Calore Servizi SpA, e alla rappresentante del Comune
all’interno del Consiglio di Amministrazione della suddetta società, dott.ssa
Maria Lucia Chiavelli.
Da parte loro, finora, non si è riscontrato alcun intervento
sostanziale per il ripristino delle condizioni minime di vivibilità, di salute
e sanità pubblica nonché per il ristabilimento delle condizioni minime di
igiene per gli esercizi commerciali e le attività pubbliche che prevedono la
somministrazione di alimenti crudi e cotti come pure la pulizia degli operatori
e degli ambienti e l'utilizzo dei servizi igienici.
Pertanto, il primo passa fatto è stato quello di inviare via
pec al protocollo comunale un’istanza al Sindaco affinché si assuma le proprie
responsabilità sia amministrative, in qualità di tutore della salute pubblica e
di buon amministratore della cosa pubblica sia politiche, in quanto esponente
del partito di maggioranza nell'Alto Calore Servizi, intervenendo con urgenza e con determinazione presso la società di
gestione del servizio idrico al fine di individuare sia azioni atte a
fronteggiare le emergenze sia azioni a lungo termine per la risoluzione del
problema relativo alla mancata erogazione idrica nel periodo notturno e delle
interruzioni improvvise del servizio.
A tale proposito, è stato chiesto anche che
l’Amministrazione consideri la
possibilità di uscire da Alto Calore Servizi SpA e si faccia carico di
predisporre un progetto serio, valutando lo stato dell’impianto e quantificando
i costi di aggiornamento delle strutture, per la gestione in house del servizio
idrico, soluzione che è stata individuata dai componenti il gruppo di lavoro
come la più adeguata per avviarsi alla soluzione del problema.
Parallelamente, sono stati interessati alcuni parlamentari e
consiglieri regionali le cui iniziative a riguardo verranno rese note a breve,
così come a breve verranno comunicate ai cittadini e alla stampa le altre
iniziative delle quali il gruppo di lavoro si sta occupando.
I cittadini sono stufi di sentirsi dire che il
problema delle sospensioni del servizio idrico sono dovute alle cattive condizioni
dell’acquedotto, delle condotte e della rete di distribuzione! Questa è solo
una parte delle cause!
La causa più sostanziale pare, invece, si possa
rinvenire nelle parole del Sindaco di San Giorgio del Sannio durante l’ultima
assemblea dei Soci di Alto Calore Servizi per l’approvazione del bilancio
consuntivo 2014, quando definisce l'Alto Calore Servizi come una specie di
poltronificio:
Se
nel tempo Alto Calore Servizi si è così fortemente allontanata dallo scopo
primario per il quale nacque, nel 1938, il Consorzio Interprovinciale Alto
Calore, ovvero quello di “provvedere alla costruzione ed alla
manutenzione di un acquedotto alimentato dalle sorgenti dell’Alto Calore ed
alla conseguente gestione per la fornitura di acqua potabile ai Comuni
consorziati”, è ormai improcrastinabile il cambio di direzione in
chiave PUBBLICA, a difesa del diritto universalmente riconosciuto all’acqua
come bene primario.
Ove
ciò non fosse possibile, e i 117 milioni di euro di debiti dell’Alto Calore
Servizi inducono a pensare che sia così, l’unica soluzione possibile è l’uscita
dalla Società di gestione e la creazione di tutti i presupposti per la gestione
in house del servizio.
Il Primo Cittadino, cui il voto degli elettori attribuisce la cura della cosa pubblica nonché la tutela della salute della propria comunità, ha l’obbligo istituzionale di considerare questa possibilità e di prendere una decisione a riguardo.
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