Chiarisco che non avrei voluto intervenire a titolo personale in questa querelle, tuttavia, essendo stata chiamata in causa dalle dichiarazioni stesse dei candidati della suddetta lista, non mi posso esimere da un commento, del tutto circostanziato e suffragato da adeguata documentazione.
Ahimè è un po' lungo e me ne scuso, ma la delicatezza della questione necessita dell'opportuno approfondimento.
Dunque, la lista certificata del Movimento è stata ammessa nonostante sia “viziata da un elemento ostativo”ovvero la presenza al suo interno di tre candidati non residenti a San Giorgio del Sannio.
I candidati sostengono che la mancata residenza è stata dichiarata sin dall'inizio per cui la certificazione avvenuta attesterebbe la bontà della loro azione.
Eppure, è bene ricordare che, ad oggi, gli unici requisiti imprescindibili per la candidatura prima e per la certificazione poi, così come evidenziati dal sito www.beppegrillo.it/listeciviche/ sono:
-non avere tessere di partito o di movimenti politici
-non avere riportato sentenze di condanna in sede penale, anche non definitive
-risiedere nella circoscrizione del Comune per il quale intende avanzare la propria candidatura
-in caso di elezioni per i capoluoghi di provincia, non aver concorso in liste che si sono candidate contro il Movimento 5 Stelle
Se uno di questi requisiti manca, è evidente anche a chi del Movimento non ne sa nulla, che la candidatura non può essere presentata e nel caso di cui parliamo tale requisito manca a ben 3 candidati!
A tale proposito, mi preme sottolineare che il discrimine non è giuridico ma solo ed esclusivamente politico!!!
Qui nessuno sta dicendo, come erroneamente (o strumentalmente) dichiarato nei comunicati fatti girare dai candidati della lista certificata, che da parte dei candidati stessi è stato dichiarato o sottoscritto il falso bensì che esiste un vulnus, un fattore ostativo che è relativo esclusivamente alle regole che il M5S si è prima dato e che, in questo caso, non fa rispettare!
Capolista e candidati, forse, sono troppo giovani per ricordare un illustre precedente relativo ad un'altra situazione “viziata dia un fattore ostativo”: si tratta del caso del Consigliere eletto per il M5S al Consiglio Regionale del Piemonte Fabrizio Biolé, il quale si candidò e fu eletto pur avendo rivestito in due precedenti occasioni cariche elettive.
Siamo di fronte praticamente, alla stessa situazione, trattandosi in entrambi i casi della mancanza di un prerequisito imprescindibile per potersi candidare.
Nel caso di Biolè, lo studio legale Squassi e Montefusco, che cura gli interessi di Grillo, fece presente al Consigliere che la sua elezione era stata “viziata da un elemento ostativo”, ossia l’aver svolto già due mandati elettivi e che tale circostanza avrebbe dovuto già all’epoca impedire che il consigliere fosse inserito nelle liste elettorali per i 5 stelle. Pertanto, anche se che la regola era stata derogata all’epoca, l’avvocato comunicò a Biolè che la circostanza non consentiva la prosecuzione della sua attività politica diretta sotto l’egida del Movimento.
Faccio, altresì, presente che anche nel caso Biolé, la mancanza di un prerequisito essenziale era stata segnalata allo staff all'atto della presentazione della lista e la candidatura fu accettata lo stesso, proprio come nel caso sangiorgese, ma alla fine, motivando la cosa come una probabile svista, lo staff gli revocò il simbolo e lo invitò a dimettersi lasciando il posto al primo dei non eletti.
Tutto ciò detto, è evidente che ci troviamo di fronte ad un precedente che entra direttamente nel merito della questione, che, come ho già detto prima, è del tutto politica e non giuridica né tanto meno legata al gossip di paese.
Se il Movimento Cinque stelle si è dato poche ed essenziali regole, perché,poi, non le rispetta?
Se al candidato, poi eletto, Biolè, è stato revocato il simbolo “erroneamente”, diciamo così, concesso, perché non dovrebbe essere lo stesso per i tre candidati della lista certificata del M5S?
Sta di fatto che, venendo meno 3 candidati su 11, non si raggiungerebbe il numero minimo dei candidati previsti per ogni lista e la lista dovrebbe essere, a rigor di logica, revocata.
Questa deroga alle regole del M5S, è francamente, incomprensibile: se tale lista è stata certificata in deroga alle regole viene da chiedersi se le regole valgono ancora per tutti oppure non sono valide solo a San Giorgio del Sannio!!!
Se si deroga solo per alcune circoscrizioni e non in tutte siamo all’inizio della fine: quante sono state le liste in tutta Italia che non sono state presentate per mancanza , magari, di un unico candidato?
Perché a tutti questi attivisti non è stato detto che la regola della residenza non era universalmente riconosciuta come prerequisito essenziale per la candidatura e, pertanto, poteva essere bypassata???
Come mai in universo di uguali, perché siamo ancora nel Movimento dell'uno vale uno (o no?), c'è qualcuno, come codesti candidati certificati, che è più uno degli altri?
Se il M5s consentirà deroghe a macchia di leopardo, senza, peraltro, motivarle adeguatamente, rischiamo veramente di mettere una grossa ipoteca sul futuro di tutto il Movimento, poiché diventeremo, anzi siamo già diventati, facile bersaglio di coloro i quali, i partiti in primis, hanno fatto delle violazioni delle regole, un modo di vivere e di sopravvivere.
A tutte queste considerazioni di carattere strettamente politico, che senza dubbio elevano notevolmente il dibattito sulla questione rispetto ai pettegolezzi diffusi, sia consentita anche un'altra osservazione: le operazioni cosiddette “fiato sul collo” le ha inventate il M5S, a partire dalla registrazione dei consigli comunali al monitoraggio delle attività amministrativa fino ai video rubati nelle Commissioni parlamentari o nei corridoi di palazzi del potere.
Ebbene, siamo in possesso di una conversazione tra attivisti (che renderemo pubblica nei modi,nei tempi e nei luoghi opportuni e consentiti dalla legge) in cui una candidata della Lista certificata sostiene che appellarsi alla questione della residenza è come arrampicarsi sugli specchi. Io, sostiene la candidata “sono stata ad assemblee a Benevento con il movimento 5 stelle ed è stato anche lì detto che c'è la flessibilità se di tratta di paesi limitrofi. Quindi noi abbiamo dato i dati nella loro veridicità. La decisione della scelta loro la sanno e pure Elvira!”.
Dunque, a Benevento si sono svolte riunioni in cui qualcuno autorizzava la flessibilità sulla regola della residenza?
E, se sì, perché tale informazione non è stata data a tutti i meetup e gruppi territoriali in maniera palese e trasparente?
CHI ha sostenuto ed avallato questa posizione e soprattutto PERCHÉ la deroga è stata data solo ad alcuni e ad altri no?
Lo ripeto, e lo ripeterò allo sfinimento: il discrimine è assolutamente politico ed io, e tutti gli attivisti del Meetup Amici di Beppe Grillo di San Giorgio, non ho e non abbiamo intenzione alcuna di uscire da questo alveo.
Ho già serenamente e sportivamente accettato la certificazione della lista che è stata certificata, tuttavia, viste le modalità con cui tale lista si è imposta alla cittadinanza è necessario comprendere se, in questa certificazione, la linea politica del M5S sia stata effettivamente rispettata e con quali mezzi viene portata avanti.
Questa è una battaglia politica e assolutamente NON PERSONALE!!!
Pertanto, la famosa operazione Fiato sul Collo di cui sopra si diceva si impone, per coerenza e trasparenza, anche all'interno del Movimento stesso ed è quello che stiamo facendo noi attivisti del Meetup Amici di Beppe Grillo di San Giorgio e che continueremo a fare nei confronti di tutti, perché, come diceva Paolo Borsellino “...la pulizia si deve fare da dentro...”.
Chi fa politica non solo deve essere onesto ma anche apparire onesto, mettendosi fuori da fatti e circostanze ambigue, di qualsiasi natura, e, francamente il derogare alle regole nel M5S è un'anomalia sia per chi chiede la deroga sia per chi la concede!
Ma veniamo ora alle dichiarazioni fatte dai candidati della Lista certificata riguardo al fatto che lo staff, ad oggi, non certifica persone che si sono candidate contro il Movimento 5 Stelle nelle precedenti tornate elettorali e al fatto che questo sarebbe il motivo per la mancata concessione della certificazione alla lista espressione del meetup che mi vedeva come candidata sindaco, dal momento che nel 2010 sono stata candidata alle regionali come indipendente nelle liste della Federazione della Sinistra contro il M5S.
Infatti, nei requisiti per la candidatura alle Comunali c'è scritto, bello grande ed in evidenza, che solo in caso di elezioni per i capoluoghi di provincia, il candidato non dovrà aver concorso in liste che si sono candidate contro il MoVimento 5 Stelle.
Che San giorgio del Sannio sia stato alla bisogna trasformato in capoluogo di provincia???
Basta un libro di geografia per verificare il contrario, per cui va da sè che tale regola è stata impropriamente,( o forse strumentalmente?), considerata e spacciata come requisito necessario.
Ma tu guarda un po', proprio chi utilizza la deroga alle regole per candidarsi dice a chi è in regola per candidarsi che non si può candidare: il bue che dice cornuto all'asino!!!
In realtà, tanto per essere il più chiari possibile e non indurre i cittadini all'errore di valutazione, nel 2015 per le regioni che andavano ad elezioni, Campania compresa, fu introdotta la regola che per candidarsi alle suddette Regionali il candidato non doverva aver concorso in liste che si sono precedentemente candidate contro il MoVimento 5 Stelle, ma solo per quelle regionali del 2015 e poi, oggi, per i capoluoghi di provincia e per il Comune di Roma.
Cos'altro dovrò e dovremo ancora sentir dire di assurdo sulle quattro regolette che il Movimento 5 Stelle stesso ha stabilito e che, nonostante il loro numero esiguo e la loro semplicità, non vengono rispettate?
Forse che ho la tessera del PD?
Ebbene , non me ne vogliate, ma è vero, sono stata iscritta al pd per un anno ma ne sono uscita nel febbraio 2010 dopo un rocambolesco congresso tenutosi a San Giorgio del Sannio dove stracciai la tessera di fronte a tutti i convenuti.
Credo di aver adeguatamente motivato e documentato le mie e nostre ragioni rispetto alle dichiarazioni altrui che, peraltro, sono fatte senza portare uno straccio di prova, anche se mi aspetto che su questa storia ci sia ancora tanta gente che vuole alzare polveroni e pettegolezzi degni di Barbara D'Urso!
Infatti, ho addirittura letto su Facebook che qualcuno, e più d'uno a quanto si legge in alcuni post, sarebbe persino in possesso di fantomatici dossier sulla mia persona.
Sono onorata del fatto che ci siano persone che dedicano il sempre poco e prezioso tempo che la breve umana vita concede a giocare ai servizi segreti: contenti loro contenti tutti.
A costoro rispondo che il mio volontariato civico è sempre stato negli anni pubblico, documentato e documentabile, e soprattutto svolto sempre senza alcun fine personale ed individuale ma a totale beneficio della comunità.
La storia si fa con le azioni, e, la sottoscritta, da sola ed insieme agli attivisti del Meetup amici di Beppe Grillo di San Giorgio, ha nel tempo contribuito con la propria cittadinanza attiva a costruire un pezzo di storia della Comunità sangiorgese.
Tutto il resto sono chiacchiere!
La cosa che mi preme sottolineare, dopo tutte queste dovute precisazioni, è il dato politico che emerge da tutta questa vicenda: è ancora vero che nel Movimento uno vale uno o c'è qualcuno che è più uno di altri?
Può davvero questo M5S che consente violazioni e deroghe alle regole interne legittimamente avversare, criticare e combattere chi sul superamento strumentale delle norme, sulla loro interpretazione individuale e sulla deroga alle regole ha costruito la propria vita politica?
Queste domande sono pienamente legittime perchè da esse passa il futuro del M5S e ad esse, chi di dovere, dovrà, speriamo presto, dare le opportune risposte.