Ai nostri Comuni continuano ad arrivare fax targati Alto Calore Servizi con i quali si comunicano interruzioni serali e notturne, i cittadini vivono ormai con gli inseparabili secchi di riserva dietro le porte e i politici, nazionali e locali, tacciono, anche coloro che l’acqua ce l’hanno tra le stelle del loro programma!
Eppure da un po’ di tempo a questa parte ci sarebbero tanti argomenti su fui fare serie riflessioni anche a livello locale, ma evidentemente , e lo sosteniamo da tempo, organizzare momenti di informazione per la cittadinanza è molto meno redditizio che fare campagne di marketing politico a base di selfie con i parlamentari di riferimento, soprattutto ora, con le elezioni nazionali alle porte.
Ma tant’è.
Allora, vediamo un po’ quali sono questi argomenti.
Il primo e più importante è l’obiettivo del Governatore della Puglia, il piddino Emiliano, di creare la prima grande multiutility del Sud Italia grazie all’ingresso nella gestione dei servizi (acqua, rifiuti, energia,trasporti) delle multinazionali Suez e Veolia.
In questo progetto rientrerebbero, oltre ad Acquedotto Pugliese, anche Gesesa, società mista di proprietà del colosso privato Acea, e Alto Calore Servizi e in questa direzione va visto il recentissimo riavvicinamento di Alto Calore e Gesesa,il cui amministratore delegato Ferrari ha nei giorni scorsi rilasciato interviste in tal senso [http://www.orticalab.it/Acqua-riecco-Gesesa-L-Alto-Calore].

Siamo di fatto in uno stato di ILLEGALITA’,non solo nei confronti dell’esito del Referendum ma anche nei confronti delle direttive UE, tanto che la Commissione europea ha emanato severe sanzioni contro l’Italia per flagrante inadempienza nel campo della salvaguardia e protezione delle risorse idriche, della qualità delle acque potabili e della presentazione/esecuzione di piani nazionali di gestione dei bacini idrografici. Tale stato d’illegalità macroscopica, inoltre, perdura anche rispetto alle azioni di gestione del territorio, dei suoli, dei corpi idrici, dal momento che il governo non fa che navigare a vista, nell’urgenza (leggasi EMERGENZA) continua, in reazione ai sempre più frequenti e gravi disastri delle inondazioni, delle siccità, delle frane, dei terremoti causati in larga parte dall’incuria, dagli interessi corporativi a corto termine, e dalla corruzione di tanta parte della politica nazionale e locale.
L’ultimo evidente accadimento che conferma l’adesione della politica nazionale e locale alla teoria capitalista mercantile dell’acqua è stato il Festival dell’acqua, organizzato a Bari nei giorni scorsi proprio nel palazzo dell’Acquedotto Pugliese ad opera di Utilitalia, la federazione italiana delle multiutilisties che vede attivamente coinvolte ACEA, HERA, IREN, A12, Suez, Veolia e tutta la crème del mondo tecno-scientifico italiano al servizio del settore privato, quasi a mandare un segnale pubblico della disponibilità finale delle autorità pugliesi a cedere la gestione dei servizi idrici ai privati.
NON SI PUO’ CONTINUARE A TACERE SU QUESTI FATTI!!!
E soprattutto non si può continuare a stare nell’immobilità aspettando che le cose si risolvano, perché da sola la situazione non cambierà di certo!
Per questo motivo, ci uniamo alla Rete per la Difesa delle Fonti d’Acqua del Mezzogiorno d’Italia riunitasi a Bari il 7 ottobre scorso e ci impegniamo a diffondere la CARTA DI BARI, sottoscritta in quella sede, per riaffermare con forza e serietà che i cittadini vogliono essere parte attiva nei processi di decisione del presente e del futuro dell’acqua nelle loro regioni.

Per tutte le motivazioni sopra espresse, i cittadini attivi del Meetup Amici di Beppe Grillo di San Giorgio del Sannio fanno proprie le conclusione dell’incontro tenutosi a Bari e INVITANO tutti i cittadini sangiorgesi e sanniti “di buona volontà ad attivarsi con ogni azione di resistenza e pressione democratica, per ottenere il rispetto dell’esito del referendum del 2011, la riappropriazione delle fonti d’acqua, l’applicazione dei principi di partecipazione democratica recuperando un ruolo politico nel governo e nella gestione del servizio idrico integrato”.
La partecipazione e la mobilitazione pacifica sono le uniche armi che abbiamo per combattere la negazione dell’esito referendario del 2011 e per sancire che l’acqua non è una merce ma un diritto inalienabile di tutti.
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