lunedì 16 gennaio 2017

La consigliera rediviva (prima puntata)

Ahi ahi ahi, gentile consigliera rediviva, ma veramente pensa che basti un post di 5 righe sul problema acqua per ritenere rispettati trasparenza, partecipazione e condivisione?
Crede davvero che basti fare un po' di ironia sulla villa Comunale e chiedere al Sindaco, con un mezzo non istituzionale peraltro, una nuova rete idrica e un nuovo serbatoio per ritenere assolti i suoi doveri di portavoce dei cittadini?
Ha intrapreso, per caso la renziana via delle slides e dei tweet miracolosi?

Mi scusi consigliera, ma come si permette?
Dopo sette mesi di nulla istituzionale lei fa pure l'ironica?

Non entro nel merito di cosa sia opportuno fare adesso dal momento che lei è stata eletta e lei deve essere in grado di rispondere con un'azione amministrativa adeguata alle esigenze e alle richieste della comunità, ma, tirate le ahinoi magre , magrissime somme di questi 7 mesi, la domanda che nasce spontanea è: se lei non era in grado di fare la consigliera comunale, come mai ha sgomitato così tanto per mettere il suo “popò” sulla sedia?
Quale spinta, quale attrattiva è stata così forte da farle fare tutti i contorsionismi di cui sappiamo per entrare in Consiglio?
Un motivo ci deve essere stato e prima o poi lo scopriremo.
Intanto quello che è certo è che lo staff, probabilmente basandosi su una fiducia mal riposta, ha concesso tutta una serie di deroghe a chi non si era mai occupata di San Giorgio del Sannio, non ne conosceva la realtà e di questo sta dando dimostrazione ogni giorno, causando un danno alla comunità sangiorgese e al Movimento.
Senza contare che tutto il gruppo scelto, consigliera compresa, ha sempre agito e ancora agisce senza rispettare i principi del M5S di trasparenza, condivisione e partecipazione.
Quello del Movimento è un progetto meraviglioso al quale persone non capaci non si dovrebbero proprio avvicinare: l'essere consapevoli di un proprio limite e fregarsene tradisce tutti quei cittadini che hanno votato m5s perché credono nel cambiamento.
Per tutto quanto detto, sicuramente San Giorgio è un modello da non ripetere. Anzi se è necessario ammettere gli errori in ambito nazionale ed europeo, come sostenuto anche da molti parlamentari in questi giorni, dunque perché non ammettere che anche a San Giorgio è stata fatta una scelta sbagliata nel metodo e nel merito?

Elvira Santaniello

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