venerdì 29 dicembre 2017

Le dimissioni dell'assessore all'agricoltura all'indomani del diniego del Tribunale al dissequestro della Villa Comunale


Come cittadina attiva e firmataria dell'esposto alla Procura di Benevento relativo alla Villa Comunale, prendo atto del fatto che il Tribunale del Riesame ha respinto il ricorso del Comune di San Giorgio del Sannio per il dissequestro della suddetta Villa .
E' sicuramente l'atto che mi aspettavo e che considero più idoneo al completamento dell'iter giudiziario per l'accertamento definitivo di quanto accaduto e per la definizione delle responsabilità.
Prendo atto, inoltre, delle dimissioni del Consigliere delegato all'agricoltura, Nicola De Ieso, peraltro da me richieste in più occasioni, che, chissà se per un puro caso, sono state comunicate proprio oggi. 
A questo proposito, non si può non considerare che l'ormai ex consigliere delegato De Ieso aveva originariamente dichiarato alla stampa che nella villa era stato usato diserbante chimico all'insaputa dell'Amministrazione, salvo poi essere smentito dall'Ufficio Tecnico Comunale che si è poi assunto la responsabilità del diserbo con il DICOPHAR.
Nel frattempo, in attesa della pubblicazione delle motivazioni del Tribunale, il gruppo di lavoro del Meetup Amici di Beppe Grillo continuerà l'approfondimento di tutti gli aspetti di natura scientifica e tecnico-amministrativa e terrà alta l'attenzione della comunità sulla questione.

Elvira Santaniello

Respinto il Ricorso del Comune per il dissequestro della Villa Comunale!

IL TRIBUNALE DEL RIESAME DI BENEVENTO HA RESPINTO LA RICHIESTA DEL COMUNE DI SAN GIORGIO DEL SANNIO PER IL DISSEQUESTRO DELLA VILLA COMUNALE E L'IMMEDIATA BONIFICA.
Ormai pare evidente anche ai meno informati che il Comune di San Giorgio abbia voluto provare anche la mossa di ricostruirsi una verginità istituzionale attraverso la richiesta di riavere nella propria disponibilità l'area per poterla bonificare...
MA CON QUALI SOLDI DI GRAZIA???
Ma non era stato il Sindaco stesso, in un comunicato stampa del 7 dicembre scorso, a dire che bisognava predisporre un piano di bonifica e chiedere alla Regione Campania di finanziarlo? 
Come mai tutta sta fretta?
E senza che siano state completate le analisi poi....

Attendiamo le motivazioni del diniego per ulteriori commenti

Acquedotto Pugliese prepara le basi per la multiutility!!!



Acquedotto pugliese passa alla fase 2 entrando con la sua controllata ASECO, che già gestisce la stazione di compostaggio dei fanghi di Ginosa, nell'ambito dei rifiuti!!!
Dal 22 dicembre, infatti, la ASECO controlla, su ordinanza di Emiliano, l'impianto SIA di Cerignola, mettendo il primo mattone per la multiutility che ha in programma di creare Emiliano!!!

#nonditemichenonvelavevodetto

Banca Europea degli Investimenti eroga ad AQP un finanziamento di 200 milioni di euro

Subito dopo l'impegno del governo a creare l'Acquedotto Meridionale, arriva oggi l'annuncio della Banca Europea d'Investimenti di un finanziamento di 200 milioni di euro per le infrastrutture dell'Acquedotto Pugliese.
QUESTO SIGNIFICA CHE L'EUROPA AVALLA, ANZI FAVORISCE LA NUOVA FORMA DI GESTIONE CHE APRE AI PRIVATI!!!

L’Ente Idrico della Campania è favorevole all'Acquedotto Meridionale!

L’Ente Idrico della Campania, attraverso il presidente del Consiglio di distretto Irpinia-Sannio, Giovanni Colucci, ed il numero uno regionale, Luca Mascolo, fa emergere ad una sola voce: «Fermo restando che bisognerà prima conoscere nel dettaglio le condizioni di partecipazione, e qui toccherebbe all’Ente Idrico della Campania, Alto Calore avrebbe tutto da guadagnarci. Certamente l’ipotesi sarebbe da preferire alla possibilità di una gara europea»
Un altro aspetto a proposito del quale la costituzione di un grande gestore pubblico del Sud potrebbe giovare alla causa dell’Alto Calore, secondo l’Eic, è quello economico. Soprattutto se, come si ipotizza, il governo investirà ingenti risorse nell’iniziativa. A questo punto, la massa debitoria della società di Corso Europa – scenario remoto ma non impossibile – potrebbe essere affrontata. «Il gestore del Sud – chiosano quindi Mascolo e Colucci – potrebbe rappresentare un strada positiva per l’Alto Calore».

QUI l'articolo completo
L’emendamento Ginefra alla Legge di Bilancio 2018, approvato non nella sua forma originaria ma in una forma mediata che prevede il prolungamento della concessione di Acquedotto Pugliese fino al 2021 e il trasferimento delle competenze dell’Ente Irrigazione in una nuova società partecipata del Ministero dell’Economia e dalle Regioni (Puglia Campania e Basilicata), costituisce l’appoggio normativo di cui il Governo PD aveva bisogno per creare il grande Acquedotto Meridionale, come proposto ed auspicato da Michele Emiliano!!!

Ma, praticamente, cosa accadrà?

Accadrà che l’Ente Irrigazione, che gestisce gli invasi, verrà trasformata in una nuova società all’interno della quale le Regioni, Puglia, Campania e Basilicata, potranno conferire, in tutto o in parte, partecipazioni al capitale di società attive in settori o servizi idrici correlati.
In questa ottica, la Puglia, proprietaria in toto delle quote di Acquedotto Pugliese, trasferirebbe la propria parte nella nuova società, all’interno della quale avrebbe la maggioranza assoluta.
Questo progetto, secondo, il Presidente della Commissione Bilancio alla Camera, il PD Boccia, è perfettamente in linea con la Riforma degli invasi da lui proposta come relatore e che contiene un programma di investimenti pari a 250 milioni di euro.
Fin qui sembrerebbe un progetto innovativo e positivo, che porterebbe alla normalizzazione delle tariffe e a nuovi investimenti per le reti e la loro manutenzione.

Quello che non viene detto, però, è che dietro il paravento di una governance affidata ad AQP, le cui quote sono della Regione Puglia, tutte le altre società di gestione hanno forti percentuali di partecipazione privata.

In Campania, ma anche nel Lazio, Toscana e Umbria domina ACEA, una Società per Azioni sostanzialmente controllata dalla SUEZ, multinazionale francese dell’acqua. In Campania ACEA è presente con GORI e GESESA. 
In Campania, però, è attiva anche la società Acqua Campania SpA che gestisce importantissime fonti e che è affidataria della ristrutturazione dell’intera rete delle fonti regionali che la Regione avrebbe dovuto trasferire ai gestori locali, unitamente alle risorse economiche. 
Acqua Campania è al 47,9% della VIANINI SpA di Caltagirone (quindi Suez/Acea) e per il 52,1% di VEOLIA SpA, altra multinazionale francese nel campo dei servizi.
Oltre che in Acqua Campania, VEOLIA è presente, attraverso Veolia Acqua Srl in tutto in nord Italia, in Toscana e a Latina. Il Gruppo Veolia Water, attraverso la divisione Solutions & Technologies ha in Italia altre partnership attraverso la So. Ri.Cal., operativa in Calabria per la gestione di acqua all’ingrosso. La Società Risorse Idriche Calabresi SpA – So.Ri.Cal. appunto, è la società mista a prevalente capitale pubblico regionale [53,5% Regione Calabria; 46,5% Acque di Calabria s.p.a. (100% Veolia)] a cui è stata affidata la gestione, il completamento, l’ammodernamento e l’ampliamento degli schemi idrici di grande adduzione, accumulo e potabilizzazione della Regione Calabria.


Tutto ciò premesso, è evidente che il progetto dell’Acquedotto Meridionale, così come è stato preparato dal Governo Gentiloni a guida Pd, porta avanti l’idea della progressiva privatizzazione dei servizi iniziata da l Governo Renzi con lo Sblocca Italia 2014, la legge di Stabilità 2015, il Testo Unico sui servizi pubblici locali, decreto attuativo della legge Madia e con la cancellazione dell'art. 6 della Legge per la Ripubblicizzazione dell'Acqua, che sancisce il depotenziamento della legge originaria figlia del lavoro del Forum Nazionale dei Movimenti per l’Acqua.
E’ altrettanto evidente, ormai anche ai meno informati, che la crisi idrica è stata creata e progressivamente alimentata dalla politica nazionale per assetare la gente e costringerla ad accettare qualsiasi soluzione pur di avere l’acqua nei rubinetti!
Purtroppo, però, quando, insieme agli attivisti del Meetup Amici di Beppe Grillo di San Giorgio ho provato a spiegarlo alle persone sono stata derisa, attaccata, considerata un’illusa perché la soluzione proposta, ovvero la ripubblicizzazione della gestione del servizio idrico, veniva considerata una soluzione più romantica che realizzabile.
Da sola ho partecipato ad incontri con esperti, ad approfondimenti sul tema della ripubblicizzazione dei servizi, ho studiato le leggi ed ho cercato in tutti i modi di rendere partecipe la comunità sangiorgese, la quale ha preferito farsi guidare dall’odio momentaneo nei confronti dell’Alto Calore, considerata la responsabile della fantomatica crisi, senza guardare mai a lungo termine e a pensare a quelli che sarebbero stati gli scenari futuri, ovvero questi che stiamo vivendo oggi.
In questo terreno fertile dell’esasperazione ci hanno sguazzato tutti e particolarmente la lista pentastellata che ha basato la campagna elettorale per le comunali proprio sull’acqua senza però dare seguito alle promesse, a parte un esposto sui debiti di Alto Calore e insistendo, invece, sul concetto della crisi idrica mentre il vero problema era contrastare la svendita delle fonti e della gestione del servizio idrico ai privati, cosa che sta accadendo adesso!!!
Oggi il Governo PD sta facendo tutto quello che avevo ipotizzato e ad oggi sull’argomento si registra il totale silenzio della consigliera pentastellata di San Giorgio ,la quale, ancora una volta come per il caso dell’inquinamento della Villa Comunale, ha scelto di tacere, non avendo, probabilmente, argomenti per spiegare la sua totale mancanza di interesse sul tema della ripubblicizzazione del servizio idrico.
Del resto, lo ricordiamo, non era nemmeno presente all’unico momento unitario degli attivisti irpino sanniti, quando fu formulata la proposta per la trasformazione di Alto Calore in Società speciale di diritto pubblico, proposta da me prestentata al Comune di San Giorgio e non da altri!
Ad oggi la consigliera pentastellata, che dovrebbe avere tra le sue stelle anche l’ACQUA BENE COMUNE, non ha detto una parola sugli emendamenti alla legge di bilancio 2018 che stanno offrendo su un piatto d’argento le fonti del sud alle multinazionali dell’acqua e con questo suo tacere e con la sua inerzia, ancora una volta, sta venendo meno al suo dovere di portavoce del M5S.
Tuttavia, poiché noi cittadini attivi consideriamo prioritario difendere il risultato del Referendum sull’acqua che sancisce il concetto che l’acqua debba essere fuori dal mercato e anche perché a Natale tutti siamo più buoni, mi permetto di suggerire alla consigliera di sostenere la mia Istanza al Comune di San Giorgio affinché l’Ente aderisca alla Carta di Bari per la salvaguardia delle fonti e degli acquedotti del Sud, carta che chiede ai Comuni di agire per la ripubblicizzazione del servizio idrico integrato opponendosi a ogni forma di speculazione.[http://sangiorgioacinquestelle.blogspot.it/…/aderiamo-alla-…]
Questo è un momento difficile ma non possiamo più rimanere a guardare mentre le multinazionali ci tolgono quello che è un nostro diritto!. E’ necessaria un’ampia mobilitazione popolare alla quale spero San Giorgio del Sannio saprà dare il suo contributo.
#nonditemichenonvelavevodetto

QUI SI PUO' VEDERE COME LA COSA VENGA DA LONTANO


giovedì 14 dicembre 2017

La montagna ha partorito il topolino

Dopo tanta attesa, la montagna ha partorito il topolino.
Nulla meglio di questo vecchio adagio può descrivere la nota diffusa dalla consigliera pentastellata del Comune di San Giorgio del Sannio, una nota che è nulla più di una giustificazione scritta della sua semestrale assenza sulla questione!

Ma è mai possibile che una consigliera comunale vada sbraitando a destra e a manca sull’inadeguatezza delle altre componenti del Consiglio senza aver fatto ella stessa NULLA di adeguato ed opportuno sulla questione dell’inquinamento della Villa?
“… è sacrosanto pretendere che sulla vicenda venga fatta piena luce, e su questo soltanto gli organi inquirenti potranno dire una parola definitiva. Per questo non siamo finora intervenuti sulla questione, nè lo faremo nei giorni a venire” si legge nella nota diffusa su Facebook. 

Mi scuserà la consigliera se sorrido nel leggere questa affermazione ma mi preme ricordarle che da quando è stato sollevato il problema dalla sottoscritta e dal meetup Amici di Beppe Grillo, lei non ha MAI ritenuto opportuno parlarne o, meglio, dare una mano dall’interno, nemmeno quando la sottoscritta ha pubblicamente dichiarato di aver presentato più di una Istanza al Comune per ricevere chiarimenti ed è, quindi, venuta meno ad uno dei doveri principali di un portavoce M5S. 
Dunque, lei è o non è la portavoce dei cittadini? 
E di grazia, quale voce sta portando nell’emiciclo comunale se, invece, se ne va in giro a “spaventare” le giunte degli altri comuni anziché combattere a San Giorgio? 

La sua nota sembra più una giustificazione ad un’assenza ingiustificabile che una dichiarazione politica ma la capisco, le difficoltà a comprendere certi meccanismi del Movimento e in generale dell’attivismo civico sono tante. Sulla carta è tutto facile ma al momento di passare ai fatti è tutta un’altra storia. 
E i fatti di San Giorgio stanno dimostrando che fare il consigliere comunale, di minoranza peraltro, non è cosa sua, dal momento che pare proprio non sia riuscita MAI né nell’intento di controllare monitorare e verificare la conduzione della “res pubblica” locale, né in quello di proporre, rappresentare, sostenere i cittadini e la società civile.

Gentile consigliera, qui siamo nella vita reale, nella amministrazione quotidiana della cosa pubblica, che non è né di una parte né di un’altra, e lei avrebbe dovuto sentire forte da subito il dovere di lavorare in sinergia con i cittadini su un tema, quello dell’inquinamento, che è fortemente intrinseco alla prima stella del programma pentastellato, l’Ambiente!
Quindi non richiami gli esiti degli esami e la fine delle indagini e non se la prenda con gli altri suoi colleghi, abbia soltanto il coraggio di dire che ancora una volta ha sbagliato tutto!!!

Elvira Santaniello



martedì 12 dicembre 2017

La politica sangiorgese, i veleni e le fake news, una bella storia di Natale!

Dopo le ultime catastrofiche uscite sulla stampa dell’Assessore Accettola e del Circolo PD di San Giorgio del Sannio riguardo all’inquinamento della Villa Comunale, è venuto il momento di alcune considerazioni di natura politica.

La prima.
L’Assessore Accettola, cercando di portare acqua al mulino della maggioranza, nel virgolettato riportato dalla stampa parla di “diatriba politica tra ex
amministratori e movimenti cittadini che sta seminando il panico tra i cittadini.” E sostiene che “Il Comune di San Giorgio del Sannio, è stato accusato di aver utilizzato il Glifosato come diserbante”, cosa non vera, sempre secondo l’Assessore, perché è stato usato il Dicophar.
Che senso hanno queste dichiarazioni se non quello di manipolare l’informazione a mò di fake news, ora tanto di moda, al fine di creare un’immagine distorta della vicenda?
L’Assessore Accettola sa benissimo, e ove non lo sapesse la invito ad andarsi a leggere le istanze protocollate presso l’Ente, che la sottoscritta, attivista del Meetup cittadino Amici di Beppe Grillo, non ha mai accusato nessuno bensì ha chiesto solo chiarimenti in ordine al diserbante usato e alle incongruenze tra le dichiarazioni rese da una parte dal Consigliere delegato all’Agricoltura De Ieso e dall’altra dall’Ufficio Tecnico Comunale.
Idem dicasi per l’esposto dove semplicemente si richiede alla Procura di verificare l’esistenza degli estremi per eseguire gli opportuni accertamenti e valutare la sussistenza di eventuali profili penalmente rilevanti in relazione ai fatti dedotti.
L’Assessore, infine , sa benissimo, stanti le sue competenze di chimica e biologia, che il Dicophar, legale e normalmente in commercio, contiene un erbicida, il 2.4-D, che è potenzialmente cancerogeno, per cui il problema non sta nel fatto di aver usato un diserbante illegale bensì di non aver scelto un diserbante biologico o un altro metodo di diserbo, come sarebbe stato auspicabile per degli amministratori dichiaratisi sin dalla campagna elettorale attenti all’ambiente.
Rigirare sapientemente la frittata: è, dunque, questa la levatura di coloro che si erano posti come alternativa giovane e di qualità alla vecchia amministrazione?

E veniamo alla seconda considerazione.
Un fantomatico Circolo PD di San Giorgio del Sannio appare magicamente dal nulla, guarda caso proprio in questi giorni, e, magicamente, comincia ad interessarsi dell’ambiente, dei rifiuti, delle questioni giudiziarie di cui il paese è protagonista, guarda caso per difendere un illustre piddino sangiorgese, quel Claudio Ricci uscito dalla porta delle Comunali e rientrato dalla finestra delle provinciali!!!
Ma dov’era finora questo Circolo? Da chi è composto? Chi è l’estensore della
nota diffusa a mezzo stampa? E, soprattutto, a che titolo dichiara “fa specie il silenzio della consigliera di opposizione pentastellata, impegnata più in una diatriba interna con i transfughi del proprio movimento che in una vera e propria opposizione al malgoverno della nostra comunità”?
E’ evidente che in questo fantomatico Circolo non sanno nemmeno che cosa sia la critica costruttiva all’interno di una forza politica, non sanno cosa significhi il monitoraggio sull’attività degli eletti da parte degli elettori, e per questo parlano di diatriba e di transfughi, creando anch’essi una fake news grande come una casa!
Tanto per intenderci, la sottoscritta è felicemente e convintamente iscritta al Blog di Grillo e al Portale Rousseau, attraverso il quale può democraticamente esprimersi sulle questioni che vengono messe al voto, fare proposte di legge e interpellare gli eletti del Movimento. 
E altrettanto convintamente e democraticamente esprime il suo profondo dissenso con la consigliera eletta e la sua lista, con l’inconsistente e impalpabile presenza del gruppo locale del M5S nell’azione politico amministrativa a San Giorgio, senza per questo essere una transfuga o, peggio, senza essere espulsa come, invece, si vocifera in giro.

In conclusione, questa vicenda dell’inquinamento della Villa Comunale se da un lato costituisce uno dei punti più brutti e più bassi della storia amministrativa di San Giorgio del Sannio, dall’altro è la prova provata del fatto che l’unica cosa che fa paura alla politica sono i cittadini informati, elevati da politici e amministratori al rango di accusatori e transfughi per il solo fatto di riuscire con competenza e conoscenza dei fatti a difendere il diritto della comunità alla salute e ad una corretta amministrazione .

Elvira Santaniello

venerdì 8 dicembre 2017

L'inquinamento della Villa Comunale in prima pagina su Il Mattino di oggi 8 dicembre 2017

ORA SI APRONO NUOVI SCENARI: 

- come ci è finito il berillio nel terreno della villa comunale?
- come ci sono finiti gli idrocarburi policiclici aromatici?
- erano già presenti nel terreno prima dei lavori della Villa o ci sono finiti perché quel terreno ce l'hanno messo dopo?
- se erano presenti già da prima dei lavori, perché chi doveva verificare il rispetto delle norme relative ai parchi pubblici non lo ha fatto?
- se c'erano già prima, è possibile che lo stesso inquinamento sia presente in altre zone di San Giorgio?
- se sono dovuti ad un riporto di terra, perché è stata usata terra inquinata? da dove viene quella terra? chi ha materialmente portato quella terra e con quali autorizzazioni? chi doveva controllare e non ha controllato?

Un cenno particolare, poi, meritano il comunicato del Sindaco Pepe e il comunicato stampa diffuso dal gruppo Insieme Protagonisti che fa capo all'ex Sindaco Ricci.
Il Sindaco Pepe scrive che è stato dato mandato ad una ditta esterna per fare nuove analisi da confrontare con quelle dell'ARPAC.
In questo modo, pare che il Sindaco metta in dubbio i dati ARPAC.
Forse perché, sapendo che potrebbe anche essere indagato, pensa di poter utilizzare nuove analisi per contestare il sequestro e difendersi da eventuali accuse? 
Le nuove analisi dunque, vanno a tutela della salute dei cittadini o della persona del Sindaco?
E veniamo al gruppo Ricci. 
Nel comunicato stampa diffuso oggi e nei post su Facebook di un suo membro non eletto, ancora si sostiene che l'inquinamento derivi dal diserbante usato.
E dove sta scritto questo? Dove sono i documenti che sostengono questa tesi? Il diserbante usato pare non essere collegato in alcun modo al berillio e ai policiclici aromatici rinvenuti del terreno. Dunque, quali prove ha il gruppo Ricci, se le ha, di essere estraneo alla vicenda o, quanto meno, di non aver controllato la regolarità dei lavori svolti sotto la propria sindacatura?
Queste le importanti domande cui si proverà a dare delle prime risposte attraverso la lettura di un'ampia documentazione amministrativa, in attesa delle indagini della Magistratura.
A seguire, poi, sarà necessario fare anche un'ampia analisi politica riguardo a chi governa e a come governa e a chi sta all'opposizione e come fa opposizione.

STAY TUNED

giovedì 7 dicembre 2017

Villa Comunale sequestrata!!!

Ieri il Sindaco rassicurava i cittadini dalle pagine de Il Mattino dichiarando che si attendevano i riscontri delle analisi sul diserbante usato <per ultimare i lavori ed aprire la villa ai cittadini>.
Ometteva però la PRESENZA DI BERILLIO E DI IDROCARBURI POLICICLICI AROMATICI in percentuale 3 volte superiore alla norma prevista perchè l'area in questione potesse essere utilizzata come parco pubblico!
E ometteva anche che il diserbante usato, il DICOPHAR, contiene acido 2.4-diclorofenossiacetico , il 2.4-D, che è stato dichiarato POTENZIALMENTE CANCEROGENO, con una pericolosità di un punto inferiore al glifosato.
LE SUE RASSICURAZIONI, PERO', NON SONO SERVITE A NULLA PERCHE' STAMATTINA LA COSTRUENDA VILLA E' STATA SEQUESTRATA DALLA MAGISTRATURA!!!
In quanto cittadina attiva impegnata sulla questione e firmataria dell'esposto alla Procura di Benevento che ha permesso di scoprire gli altri livelli di inquinamento prendo atto del sequestro, procedimento necessario al fine di chiarire le responsabilità di questo inquinamento.
Prendo anche atto del vergognoso silenzio da parte della consigliera pentastellata di San Giorgio, la quale va a piantare alberi a Benevento e si disinteressa totalmente delle questioni ambientali del Comune in cui è stata eletta nonché della strumentalizzazione della situazione da parte del gruppo Ricci, che ha usato l'inquinamento solo per denigrare il Sindaco ma senza fornire spiegazioni sulle proprie azioni amministrative relative ai lavori fatti proprio sotto la sindacatura Ricci.
La cruda verità è che oggi San Giorgio non ha una Villa Comunale ma un'area inquinata nel pieno centro del paese e che non solo il mutuo di 350.000 euro sta gravando e graverà sulle spalle dei cittadini ma gravosa e onerosa per le loro tasche sarà anche la bonifica!!!
SAN GIORGIO DEL SANNIO NON MERITA UNA MAGGIORANZA E UN'OPPOSIZIONE COSI' INADEGUATE!!!

Il Sindaco Mario Pepe tranquillizza i cittadini sul diserbante usato nella Villa Comunale ma omette particolari sostanziali: volontà di minimizzare o semplice dimenticanza???

Per la seconda volta in pochi giorni, prima in una determina firmata dal responsabile dell’Ufficio tecnico Comunale e poi in un virgolettato del Sindaco Mario Pepe riportato dal “Il Mattino” di oggi 5 dicembre, l’Amministrazione Comunale di San Giorgio attribuisce l’ <eventuale presenza di sostanze inquinanti> alla <coltivazione tabacchicola intensiva> realizzata per molti anni nel terreno individuato per la costruzione della Villa Comunale e afferma di aver < disposto l’uso di diserbante autorizzato dalla legge e normalmente in commercio. Attendiamo riscontri per ultimare i lavori ed aprire la villa ai cittadini>
Ebbene, delle due l’una o il Sindaco e l’Arch. Fusco credono che i cittadini siano degli sciocchi sprovveduti oppure vogliono raccontarci la favoletta di Natale per sminuire l’entità del problema!
Mi spiego: è vero che gli esiti dei campionamenti dell’Arpac ci dicono che è alta la presenza di ∑ DD's (pesticidi organoclorurati) e che questo tipo di pesticidi entra nella composizione del DDT utilizzato nei decenni passati come insetticida in agricoltura, ma è vero anche che gli esiti dei campionamenti ci dicono tante altre cose che, in maniera consapevole o meno,l’Amministrazione ha preferito non sottolineare.
Primo: la presenza nel terreno di Berillio. Il Berillio è un elemento presente in natura e normalmente presente anche nel corpo umano, tuttavia alte concentrazioni di Berillio nel suolo e nell'acqua possono avere un impatto negativo sull'ambiente. L'Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro,infatti, ha designato il berillio ed i suoi composti come cancerogeni anche se l'esposizione ai normali livelli presenti in natura è improbabile che abbia effetti negativi sulla salute umana.
S, secondo la normativa vigente [TAB. 1, ART. 5,TITOLO V, PARTE IV DECR. LGSL. 152/06 Colonna A], la presenza in un terreno di Berillio in valori superiori ai 2 mg per Kg definisce l’area come inutilizzabile come parco pubblico. Il valore rinvenuto nel terreno della costruenda Villa Comunale di Via Aldo Moro è pari a 6,06 mg per kg, ovvero 3 volte superiore alla norma, e quindi il terreno di Via Aldo Moro oggetto di analisi ad oggi non può, se non previa bonifica, essere utilizzato come Villa Comunale.
Secondo: la presenza nel terreno di alte concentrazioni di Idrocarburi Policiclici Aromatici quali Benzo(a)Pirene, Indeno (1,2,3-c,d)Pirene, Benzo (G,h,i)Perilene. Si tratta di un complesso di composti chimici di cui il benzo(a)pirene è uno dei più conosciuti: queste sostanze si trovano in atmosfera come prodotto di processi pirolitici e di combustioni incomplete, con formazione di particelle carboniose che li assorbono e li veicolano, da impianti industriali, di riscaldamento e dalle emissioni di autoveicoli.
Gli I.P.A. sono generalmente composti persistenti, caratterizzati da un basso grado di idrosolubilità e da una elevata capacità di aderire al materiale organico. Il benzo(a)pirene in particolare, viene classificato, analogamente al benzene, come cancerogeno dalla International Agency for Research on Cancer. Il valore di benzo(a)pirene rinvenuto nel terreno della costruenda Villa Comunale di Via Aldo Moro è pari 0,591 mg per kg su un valore limite di 0,1 mg per Kg ovvero circa 6 volte più del limite consentito affinché l’area oggetto di analisi sia adibita a parco pubblico. Ciò significa che la Villa Comunale è stata collocata in un'area con un consistente inquinamento dell'aria e che quest'area è del tutto inadatta ad ospitare un parco pubblico, così come delineato nella normativa vigente.
Questi due dati, resi pubblici, peraltro, solo dopo la richiesta di accesso civico fatta dalla sottoscritta, evidenziano senza ombra di dubbio che quanto dichiarato dal Sindaco: < Attendiamo riscontri per ultimare i lavori ed aprire la villa ai cittadini> è inaccettabile, dal momento che prima di completare la Villa e renderla fruibile dai cittadini sarà necessario fare una bonifica del terreno.
E ora veniamo al Glifosato.
L’Ufficio tecnico Comunale ed il Sindaco affermano che il diserbante utilizzato, il DICOPHAR, non contiene glifosato, è autorizzato dalla legge e normalmente in commercio. E questo è vero.
Ma, anche qui, consciamente o meno, non vengono resi noti alcuni dettagli.
Il Dicophar contiene per ogni 100 g. di prodotto 6.59 g. di acido 2.4-diclorofenossiacetico, conosciuto con l’abbreviazione 2.4-D., un erbicida in commercio dal 1945 ed ampiamente utilizzato contro le erbe infestanti in agricoltura, in silvicoltura e in ambienti urbani e residenziali.
Ebbene, nel 2015 l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (Iarc) dell’Organizzazione mondiale della sanità, dopo aver dichiarato il glifosato “probabilmente cancerogeno per l’uomo” ha classificato il 2.4-D, come “potenzialmente cancerogeno per l’uomo”. La pericolosità di questo secondo erbicida si pone a un livello inferiore rispetto al glifosato, infatti nella descrizione troviamo l’avverbio “potenzialmente”, anziché “probabilmente”, tuttavia nella classifica di pericolosità il 2.4-D si colloca solo un gradino sotto il glifosato. La decisione dello Iarc è stata presa sulla base di prove che hanno ritenuto la sostanza “inadeguata” per l’uomo e “limitata” per gli animali. 
In conclusione, quindi, sia per il glifosato sia per il 2.4-D ci troviamo di fronte ad erbicidi autorizzati dalla legge e normalmente in commercio, come sostengono UTC e Sindaco, tuttavia entrambi hanno elevati profili di pericolosità. In pratica si verifica un caso simile a quello delle sigarette, legali e normalmente in commercio ma dichiarate cancerogene e dannose per chi fuma e per chi subisce il fumo passivo.
Sta di fatto che un’Amministrazione che si dice così attenta all’ambiente, tanto da dare la delega ad agricoltura e giardini ad un consigliere legato a Coldiretti, ai Mercati di Campagna Amica, alle campagne ambientali, avrebbe potuto tranquillamente scegliere un diserbante biologico o effettuare un diserbo manuale o meccanico invece di utilizzare un prodotto che da tempo è sotto osservazione per i suoi potenziali danni. Ma tant’è.
Questo è lo stato della situazione analizzata in maniera nuda e cruda sulla base dei dati in nostro possesso.
E sulla base di questa prima analisi, sembra difficile che questo parco pubblico possa veder la luce a breve termine.
E’ chiaro che come cittadina, come attivista del Meetup Amici di Beppe Grillo di San Giorgio e come firmataria dell’esposto alla Procura della Repubblica considero inaccettabile la superficialità dell’Amministrazione Comunale nell’affrontare i problemi già enormi di un parco pubblico che ancora deve aprire e continuerò a monitorare la situazione con l’aiuto prezioso di un gruppo di lavoro formato da avvocati, geologi, biologi e agronomi.
A parte, poi, sarà necessario affrontare la questione delle responsabilità di questo inquinamento, le responsabilità relative all’individuazione dell’ area di Via Aldo Moro come parco pubblico senza che sia stata prevista un’analisi del terreno che sancisse il rispetto della normativa vigente in tema di parchi pubblici e che mettesse in sicurezza la salute dei cittadini. Ma di questo parleremo nei prossimi giorni.
Un ultimo commento mi sia consentito riguardo all’azione delle opposizioni riguardo a questa situazione.
Si va dallo sproloquio del gruppo Ricci, che appare del tutto inutile e inadeguato, visto che la Villa Comunale di Via Aldo Moro ha visto la luce proprio sotto la sindacatura Ricci al totale disinteresse da parte del consigliera comunale del M5S, totalmente cieca riguardo ad una questione importantissima per la comunità sangiorgese e che il M5S nazionale, invece, sta affrontando da tempo.
Su Facebook e sulla stampa locale sono stati pubblicate note relative al fatto che la consigliera sangiorgese farebbe addirittura paura a Sindaci ed assessori di paesi limitrofi e che gli incontri con rappresentanti degli Enti Locali da lei organizzati vadano addirittura deserti tanto è il terrore che suscita.
Le consiglio vivamente di iniziare ad esercitare le sue doti di terrificante arpia a cominciare dall’assise in cui siede visto che finora la sua presenza e la sua azione sono risultate invisibili invece che invece che incutere paura!!!
A Mario Pepe, infine, una domanda non da Sindaco ma da nonno: ma in un parco in cui c’è un inquinamento di fondo e in cui è stato usato un diserbante potenzialmente cancerogeno ci porterebbe i suoi nipotini?

martedì 28 novembre 2017

Le ultime sull'inquinamento da Glifosato nella nuova Villa Comunale di San Giorgio del Sannio.

Nota di Elvira Santaniello, membro del Meetup e firmataria dell'esposto alla Procura delle Repubblica di Benevento sulla presenza di glifosato nella nuova villa comunale 

Cominciano ad esserci novità riguardo alla questione del possibile uso di diserbanti chimici nella costruenda nuova Villa Comunale di San Giorgio (vedi articolo a firma di Andrea Porrazzo su Il Sannio Quotidiano)

Dopo le ripetute richieste di chiarimenti sull’uso di diserbanti chimici nella nuova Villa Comunale di Via A. Moro e dopo il mio esposto alla Procura della Repubblica di Benevento, è stata pubblicata all’Albo Pretorio la determina del Responsabile del Servizio Lavori pubblici nr. 1095 del 22/11/2017 avente per oggetto: Comunicazione superamento dei valori di concentrazione soglia di contaminazione (CSC) del terreno della costruenda nuova villa comunale di via A.Moro a seguito del procedimento penale n. 1014/2017 RG. Mod.45. Provvedimenti da adottare ai sensi dell’art. 242 comma 2 del D.L.vo 152/2006 e ss.mm.ii.

In questo atto, il responsabile del procedimento, Arch. Fusco, determina di richiedere ad una ditta specializzata di Benevento la migliore offerta per l’esecuzione delle indagini preliminari sui parametri oggetto di potenziale inquinamento nella costruenda nuova villa comunale e per effettuare campionamenti di terreni della costruenda nuova villa per ricercare specificatamente residui di presidi fitosanitari, di parametri Glifosate, 2,4- D, Dicamba, MCPA e MCPP-P,(DICOPHAR).

Fin qui tutto bene, perché tali analisi ci diranno se il glifosato è stato usato oppure no.
Tuttavia, le premesse alla determinazione lasciano veramente senza parole!

Infatti, l’ Arch. Fusco , dopo aver precisato che la Regione Carabinieri Forestale Campania – gruppo di Benevento - in data 21 Luglio 2017, con personale ARPAC del Dipartimento di Benevento, ha eseguito il controllo e il campionamento di terreni all’interno dell’area della predetta costruenda nuova villa comunale, scrive anche che con nota PEC del 15/11/2017, acquisita al prot. comunale in pari data al n.21901, l’ARPAC- Dipartimento di Benevento- ha comunicato al Comune di San Giorgio i risultati dei campionamenti effettuati, risultati che, però, non vengono pubblicati.

Successivamente, poi, sempre l’Arch. Fusco scrive che i campioni di terreni prelevati dall’ARPAC in sede di sopralluogo effettuato in data 21 Luglio 2017 non sono stati esaminati dall’ARPAC -sede Pozzuoli (NA)- in quanto il suo laboratorio non esegue campionamenti di terreni per l’individuazione del glifosato. Ecco, dunque, perché si richiede l’intervento di un laboratorio specializzato di Benevento.

Ma ora viene il bello!

Nel paragrafo successivo, l’Arch. Fusco, scrive che dall’esame del rapporto di prova effettuato dall’ARPAC in data in data 21 Luglio 2017 è emerso il superamento di alcuni valori di concentrazione della soglia di contaminazione di terreno per la destinazione d’uso di verde pubblico dell’area di che trattasi e nei limiti per siti ad uso commerciale e industriale.

“Quindi - continua - la potenziale contaminazione segnalata dall’ARPAC a seguito di analisi di campioni di terreno effettuati nella costruenda nuova villa comunale di via A.Moro, non è attribuibile allo spargimento del diserbante utilizzato per far rinsecchire l’erba nata spontaneamente ma, quasi certamente alla storia del sito (coltivazione intensiva di tabacco svolta per un lungo lasso di tempo dai proprietari e conduttori del fondo agricolo, a partire dagli anni ‘80 fino al 2005 circa)”.

In buona sostanza, il buon Arch. Fusco, attribuendosi un ruolo scientifico che non ha e senza pensare minimamente che la sua affermazione dovrebbe almeno essere suffragata dai risultati delle analisi ARPAC, dichiara che non vi è correlazione tra l’uso del diserbante da parte del Comune e la contaminazione del terreno.
In questo modo, si mette le spalle al coperto, magari confidando che nessuno vada a leggere nelle pieghe della deliberazione.
Ma, “è nei dettagli che il diavolo nasconde la sua coda” dice il vecchio adagio e la sottoscritta lo sa!

Infatti, la sequenza dei fatti, così come elencata nelle premesse della determina, ci dice che l’ARPAC ha fatto i prelievi, dalle prime indagini il sito è risultato inquinato da qualcosa che non sappiamo perché gli esiti dei campionamenti non sono stati pubblicati; l’ARPAC stessa, poi, non ha potuto verificare la presenza di glifosato in quanto il suo laboratorio non esegue campionamenti di terreni per l’individuazione di tale sostanza, per cui devono essere commissionate analisi ulteriori presso un laboratorio specializzato.
Questo e solo questo è quanto avrebbero dovuto contenere le premesse della determinazione, senza lasciare spazio alle interpretazioni personali dell’Arch. Fusco, interpretazioni che lasciano il tempo che trovano e, presumibilmente, sono volte a difendere il proprio ufficio da eventuali successive accuse!

Per questo motivo, ritengo l’ affermazione dell’Arch. Fusco del tutto inopportuna, inappropriata e inaccettabile così come ancora più inaccettabile è il fatto che l’Amministrazione Comunale non sovrintenda all’emanazione di questi atti così approssimativi e superficiali, che minano una corretta azione amministrativa ed una corretta operatività dell’Ente Locale in tema di salute pubblica e tutela ambientale.
Pertanto, in quanto firmataria dell’esposto alla Procura della Repubblica di Benevento, prendo atto del superamento di alcuni valori di concentrazione della soglia di contaminazione di terreno per la destinazione d’uso di verde pubblico dell’area della costruenda nuova Villa Comunale e, in attesa dei risultati delle analisi sulla presenza di glifosato, mi aspetto, in ottemperanza alle norme che riguardano le informazioni ambientali, una solerte pubblicazione sul sito del Comune degli esiti delle analisi dell’ARPAC contestualmente alla nota in cui l’ARPAC stessa dichiara che il suo laboratorio non esegue campionamenti di terreni per l’individuazione di tale sostanza.
In conclusione, mi sia consentita una chiosa di natura politica.
E’ chiaro ed evidente a tutti che questa questione non sarebbe stata sollevata e non si sarebbe mai saputo dell’inquinamento del terreno della costruenda nuova Villa Comunale di San Giorgio se non ci fosse stato l’intervento diretto presso la Magistratura dei cittadini!!!
Questo è l’ennesimo segno dell’inerzia o meglio dell’inesistenza di un’opposizione al Comune di San Giorgio!!!

Certo non ci saremmo aspettati, proprio su questa questione così delicata, un intervento del Gruppo Ricci, dal momento che proprio la Villa Comunale è stato uno dei suoi cavalli di battaglia, ma almeno la consigliera del M5S avrebbe dovuto informarsi, interrogare, denunciare, cercare di sbrogliare questa intricata matassa!
Eppure, il giorno 8 maggio, all’alba di questa storia, è stato pubblicato sul profilo Facebook del M5S San Giorgio del Sannio un video sul glifosato con la seguente didascalia: “Stiamo preparando una proposta da presentare al comune di San Giorgio del Sannio, grazie all'aiuto dei nostri portavoce al Parlamento.” 
Dov’è finita questa proposta? E poi, è mai possibile che l’azione amministrativa di un consigliere del M5S di opposizione si limiti ad un post su Facebook???
Evidentemente questo esposto, nella concezione della politica come marketing che pare avere la consigliera sangiorgese, non aveva lo stesso valore mediatico dei faldoni consegnati alla Raggi o delle presunte vagonate di documenti depositati alla procura di Avellino sotto i riflettori delle tv e i flash dei fotografi!!!

Ma tant’è. 
La verità, e su questo non ci sono dubbi di sorta, è che l’unica vera opposizione che realizza un concreto monitoraggio sull’attività amministrativa sono i cittadini e lo sono da 15 anni a questa parte, da quando il M5S nemmeno esisteva!


















sabato 18 novembre 2017

Le parole del capogruppo di maggioranza De Ieso sul razionamento idrico sono un'offesa all'intelligenza dei cittadini!!!

Sono uno schiaffo in pieno volto le parole di Nicola De Ieso, capogruppo di maggioranza in Consiglio Comunale a San Giorgio del Sannio riguardo all’Alto Calore e all’emergenza idrica che il Sannio e l’Irpinia stanno vivendo da molti e molti mesi!
Sono un’offesa all’intelligenza dei suoi concittadini!!!

Le Amministrazioni comunali non hanno voce in capitolo … “ scrive “Non è concepibile che un bene pubblico e primario, gestito da un’azienda pubblica, possa essere lasciato alla deriva degli eventi. Credo sia giunto il momento di dare un segnale politico. Suggerirei al presidente di dimettersi e di chiedere l’intervento della Regione e del Governo. …”
Dunque, il capogruppo De Ieso, considera inaccettabile il fatto che i Sindaci non abbiano voce in capitolo nella gestione del servizio idrico. 
Ha ragione, i Sindaci ormai non contano più nulla, dal momento che la legge regionale per il riordino del servizio idrico , legge nr. 15 del 2015, prevede un ATO (Ambito Territoriale Ottimale) unico regionale, governato da un ente di nuova istituzione, l'Ente Idrico Campano, e accentra il potere nelle mani di pochi. Infatti, tutte le decisioni sono nelle mani di un Presidente del suddetto Ente, di un Direttore Generale e di 20 membri di un Comitato Esecutivo, i quali governeranno le scelte gestionali di tutti i 550 comuni della regione.
E i Sindaci? Il ruolo dei sindaci viene relegato all’interno di 5 distretti territoriali (Napoli, Sarnese-Vesuviano, Caserta, Sele, Sannio-Irpinia) di cui fanno parte solo 30 sindaci (nel Sannio - Irpinia ad es., 30 su 193 Comuni) i quali non hanno alcuna rappresentanza giuridica e, quindi, diventano poco più che meri esecutori di decisioni provenienti dall’alto piuttosto che soggetti direttamente coinvolti nella gestione del servizio idrico insieme alle comunità locali.
I sindaci e le comunità territoriali, inoltre, non hanno nessun rapporto diretto con i gestori, i quali rispondono direttamente al direttore Generale e al Comitato esecutivo. E ancora, non è loro possibile operare un’eventuale liquidazione /rescissione del contratto con i gestori né tanto meno si comprende bene in che modo i Sindaci possono intervenire nell’elaborazione delle tariffe.
Il tutto con un evidente arretramento rispetto alla Legge 14 del 1997.

Ora però viene il bello!
Questa SCIAGURATA legge è una Legge Regionale, sostenuta, voluta ed approvata dal Consiglio Regionale della Campania presieduto da Rosetta D’Amelio e dal presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, ovvero da quel PD campano che il capogruppo De Ieso ha promosso, sostenuto, votato e fatto votare dal 2015 in poi, impegnandosi in prima persona proprio nella campagna elettorale per le regionali di De Luca, ma anche come referente del medio Calore del Circolo Liberal del PD Sannio [https://www.ottopagine.it/bn/politica/6430/si-e-costituito-il-circolo-liberal-del-pd-sannita.shtml] prima e coordinatore di I-Dem, l’associazione politico-culturale che fa capo l’europarlamentare PD Nicola Caputo [https://sanniopage.com/sabato-lesordio-i_dem-san-giorgio-del-sannio/]poi.
Perché, dunque, non si è lamentato prima, quando questa legge veniva approvata con clamore tra le proteste in aula delle opposizioni, dei comitati per l’acqua pubblica e di Padre Zanotelli???
L’acqua non mancava già allora? Non c’erano già allora disagi notevoli per i cittadini sangiorgesi?
Certo che il problema esisteva già, ma, probabilmente, però,l’allora militante liberal PD poi I-Dem ha taciuto perché, con una similitudine mai più azzeccata, si stava abbeverando, in termini di visibilità e consensi, alla fonte di quel PD che, invece di rispettare i risultati del referendum sull’acqua pubblica, li saltava a piè pari aprendo la strada alla gestione dei servizi, acqua compresa, da parte dei privati!
Visibilità e consensi che gli sarebbero stati utili, poi, per la sua candidatura alle Comunali sangiorgesi contro un altro pezzo del PD Sannita, ancora in auge nella Provincia ma decaduto nel suo Comune, San Giorgio appunto.
E non ci si venga a dire che dal gennaio 2017 il capogruppo De Ieso ha preso le distanze dal PD dopo che, e cito dalla sua stessa nota stampa dell’epoca “il PD sannita ha scelto, legittimamente, di mantenere in vita la presidenza uscente alla Rocca pur in presenza di uno scenario mutato dopo le amministrative di giugno … Pertanto, con grande rammarico, diventa difficile immaginare una convivenza nello stesso partito. “! [https://www.ottopagine.it/bn/politica/110968/il-pd-ha-voluto-un-presidente-ignorando-la-volonta-popolare.shtml]
E’ irrilevante!
E lo è perché è troppo facile, adesso che ha preso le distanze, lamentarsi per gli esiti di una legge fatta dal suo partito di riferimento !
E’ troppo facile e troppo tardi!!!
E’ dal 2014 che il PD nazionale e i suoi governi e il PD campano regionale sono i primi nemici dell’acqua pubblica!!!
Per volere di Renzi e del suo Governo, lo Sblocca Italia (D. L. n. 133/2014, convertito nella Legge n. 164/2014) ha avuto come obiettivo principale la concentrazione dei servizi pubblici locali nelle mani di poche grandi multi-utility capaci di competere all’estero e ha previsto che divenisse “gestore unico” (obbligatorio per ogni ambito territoriale) chi ha già in mano il servizio “per almeno il 25 % della popolazione” ( ovvero A2A, Iren, Hera e la famosa Acea che possiede il 15% delle quote di Gesesa etc) e poi la legge di Stabilità (legge 23 dicembre 2014, n. 190) ha incentivato i Comuni a privatizzare i servizi pubblici a rete (acqua inclusa) attraverso sconti sul Patto di Stabilità interno.
A ciò si devono aggiungere: - il Testo Unico sui servizi pubblici locali, decreto attuativo della legge Madia, che nei fatti indica ai comuni come la ripubblicizzazione dell’acqua debba essere solo una delle vie possibili, e ovviamente non la preferibile ed in più cancella di fatto anche l’altro referendum, quello sulla tariffa ovvero stabilisce che si tornerà a leggere in bolletta la voce la “adeguata remunerazione del capitale investito, coerente con le prevalenti condizioni di mercato”; - e la cancellazione dell'art. 6 della Legge per la Ripubblicizzazione dell'Acqua , ovvero l'abolizione di quella norma che prevede che l'acqua sia pubblica, che la gestione dell'acqua sia pubblica e che le infrastrutture dei servizi idrici siano pubbliche.
La legge regionale per il riordino del servizio idrico della Campania, infine, sin dall'art. 1, si mostra in linea di continuità con gli intenti del PD e del Governo. Nell'art. 1, infatti, si legge “La Regione Campania riconosce che l’acqua è un bene collettivo di origine naturale che va tutelato ed utilizzato prioritariamente per le occorrenze della vita umana […]“
Ebbene, definire l'acqua come bene collettivo, cioè pubblico, e non come bene comune, ovvero un diritto fondamentale della persona umana, non del cittadino, un diritto che è sopranazionale, di interesse collettivo, transgenerazionali, cioè un bene che deve arrivare alle future generazioni, costituisce l'escamotage che consente all'estensore della legge, che nel caso di questa legge regionale ha precisi indirizzi politici nazionali, di sostenere la tesi che l'acqua rimane pubblica anche se la gestione è affidata ai privati, i quali, non essendo dei benefattori gestiranno il servizio nell'ottica del massimo profitto.
Dunque, tutto ciò premesso, quale sarebbe il segnale politico di cui scrive il capogruppo De Ieso, rivolgersi alla Regione Campania e al Governo , entrambi del PD, ovvero a coloro che hanno creato il mostro Alto Calore e lo scempio della gestione del servizio idrico in Campania e che stanno preparando, insieme alla Regione Puglia di Emiliano, la più grande multi utility del Sud per la gestione dei servizi di tutto il sud Italia ???
Certo è necessario che Il Governo,la Regione Campania e il PD prendano coscienza del grande malcontento popolare che sottende alla questione della gestione del servizio idrico, ma dalla presa di coscienza all’individuazione delle soluzioni c’è un abisso!
Del resto, De Luca è stato chiaro, lo scorso luglio al Carcere Borbonico di Avellino : 214 milioni di euro vanno alle infrastrutture viarie; “sull’acqua bene pubblico bisogna decidere chi fa gli investimenti per rifare le reti, visto che lo Stato italiano i soldi non li ha, decidiamo: o ci riempiamo il cuore di poesia o facciamo arrivare l’acqua nelle case. L’acqua è un bene pubblico ma la sua gestione è molto articolata …”[http://www.orticalab.it/Vincenzo-De-Luca-Irpinia]
Il che significa che se si vuole riportare l’acqua nelle case bisogna per forza aprire ai privati che investono sulle reti idriche e, di fatto, ne diventano i padroni!!!E qui entra in campo una soluzione preconfezionata dalla politica che è quella della multi utility Gesesa/Acquedotto pugliese/Alto Calore in cui Acea e la Vianini Costruzioni, ad essa collegata la farebbero da padrone!

Questa è la situazione reale, caro capogruppo De Ieso. Dunque, sic stanti bus rebus, quale sarebbe il gesto politico da lei auspicato?
Crediamo,ma questo è anche l’indirizzo della Rete per la Difesa delle Fonti d’Acqua del Mezzogiorno d’Italia e dei Comitati per l’acqua pubblica che l’unico vero gesto politico che sia attualmente valido sia quello di schierarsi a livello locale, regionale e nazionale a favore di una reale ripubblicizzazione del servizio idrico integrato e di opporsi a ogni forma di speculazione.
E questo è possibile già a livello comunale aderendo ad es. alla Carta di Bari per la difesa delle fonti d'acqua del Mezzogiorno d’Italia, come ho già nelle settimane scorse proposto al Sindaco di San Giorgio, e approvando in consiglio comunale una delibera che sancisca da parte del Comune il riconoscimento del diritto umano all'acqua e il sostegno ufficiale da parte del Comune alla ripubblicizzazione dei servizi idrici attraverso un soggetto di diritto pubblico.

La guerra per il diritto all’acqua non è una lotta di parte e ora è il momento che chi amministrala cosa pubblica dimostri di essere dalla parte di questo diritto.
Per questo, gentile capogruppo De Ieso, la smetta di raccontare barzellette, non è stato eletto per questo! Si concentri, piuttosto, sui lavori di adeguamento sismico delle scuole, sulla manutenzione dei pubblici giardini senza l’uso del glifosato, sulle giornate ecologiche in cui si differenzia davvero e non si mischia tutto nei sacconi neri, sui suoi compiti, insomma, perché se non è in grado di adempiere adeguatamente ai suoi doveri di amministratore forse è il caso che parta da lei la lunga fila di coloro che dovrebbero farsi da parte.





sabato 11 novembre 2017

Tari "gonfiata" in numerosi Comuni italiani: FACCIAMO CHIAREZZA!

"La tassa comprende una quota fissa e una variabile. 
La parte fissa dipende da quanto è grande la casa: è in proporzione ai metri quadrati dell'abitazione. 
Mentre quella variabile, che di fatto serve ad adeguare il prelievo ai rifiuti prodotti, cresce secondo il numero dei membri della famiglia. 
Ed ecco l'errore: la quota variabile andrebbe calcolata una sola volta sull'insieme di casa e pertinenze immobiliari (ovvero posti auto, cantine, soffitte, box), tenuto conto del numero dei familiari. 
L'esistenza di svariate pertinenze infatti, non accresce la quantità d'immondizia prodotta dal nucleo familiare. 
Mentre i Comuni accusati di averla maggiorata l'avrebbero applicata tante volte quante sono le pertinenze dell'abitazione, come se l'immondizia lievitasse in presenza di più pertinenze. Per un appartamento in cui vive una famiglia di 4 persone, con superficie complessiva di 150 mq., di cui 100 di casa, 30 di garage e 20 di cantina, la parte variabile della tariffa relativa ad autorimessa e cantina (come precisato dal punto 4.2 dell'allegato 1 al DPR n. 158/99) "va computata solo una volta, considerando l'intera superficie dell'utenza composta sia dalla parte abitativa che dalle pertinenze site nello stesso comune". Pertanto l'importo da versare si otterrà sommando: tutte le quote fisse rispettivamente di casa, garage e cantina, a cui si aggiungerà UNA, E SOLO UNA VOLTA, l'importo della quota variabile.Quindi il COMUNE mi fa pagare il TRIPLO di quanto dovrei. 
La regola generale si deduce da un regolamento (articolo 17, comma 4, del Prototipo di Regolamento per l'istituzione e l'applicazione della Tares) applicabile anche alla Tari con riferimento ai fruitori delle utenze domestiche. 
La norma stabilisce che "le cantine, le autorimesse o altri simili luoghi di deposito, si considerano utenze domestiche condotte da un occupante, se persona fisica priva nel comune di utenze abitative. 
In difetto di tale condizione i medesimi luoghi si considerano utenze non domestiche". In parole povere, sulle pertinenze si applica la Tari come se fossero case, se chi le usa non risiede nel Comune. 
Se è residente, si considerano locali accessori all'appartamento stesso. 
Non resta che IMPUGNARE entro 60 giorni l'avviso di accertamento del tributo, notificato dal Comune, presentando ricorso alla Commissione tributaria provinciale, in cui si denuncia la cattiva applicazione della normativa. 
Dunque, si può procedere con una richiesta al Comune di accesso agli atti amministrativi (come previsto dalla L.241/90). In questo modo si potrà consultare il proprio fascicolo e verificare i criteri adottati per il calcolo del tributo." 
Per questa estremamente chiara spiegazione, ringraziamo Carlo Carmosino, magistrato in pensione e stimatissimo professionista.

Compostiere di comunità? Per ora è solo uno dei grandi bluff di De Luca!!!



In questi giorni è iniziata la campagna della Regione “Ieri rifiuto, oggi risorsa” relativa al nuovo Piano Rifiuti della Campania in cui si evidenziano tre azioni chiave: 

- Meno rifiuti in discarica 
- Più raccolta differenziata 
- Zero nuovi termovalizzatori 
Nel volantino distribuito viene dato ampio spazio al compostaggio di comunità evidenziando che la Campania è tra le prime Regione italiane ad aver previsto tale pratica nel ciclo integrato dei rifiuti. 
Ebbene, il Comune di San Giorgio del Sannio con Delibera di Giunta nr. 58 del 28/03/2017 ha disposto di aderire alla la manifestazione di interesse alla localizzazione di impianti di compostaggio di comunità per trattamento delle frazione organica dei rifiuti urbani 
Ad oggi, tuttavia, NESSUNO SA quali sono i Comuni che sono stati individuati per l’attribuzione delle compostiere, quali sono i criteri di assegnazione, quale è la tempistica e quali la modalità nei singoli Comuni per la localizzazione degli impianti e e per la loro messa in esercizio. 
PRATICAMENTE LA REGIONE CAMPANIA HA SPESO MIGLIAIA E MIGLIAIA DI EURO PER UNA CAMPAGNA CHE E' SOLO ED ESCLUSIVAMENTE PROPAGANDA, dal momento che ad oggi quanto scritto è solo in fase ipotetica!! 
Per questo motivo, abbiamo chiesto al Sindaco e all'assessore all'igiene urbana di fornire alla cittadinanza, ove fossero in loro possesso, tutte le informazioni relative ai quesiti di cui sopra, affinché quanto dichiarato dalla Regione Campania nel volantino distribuito sia una reale opportunità e non una mera presa in giro per i cittadini, 
Ove, invece, tali informazioni non fossero nella disponibilità dell’Amministrazione Comunale di San Giorgio del Sannio, ho chiesto di sollecitare la Regione Campania affinché i cittadini vengano messi condizioni di poter applicare nel proprio territorio di residenza quanto dichiarato nel volantino, ad oggi in maniera del tutto teorica. 
Abbiamo chiesto, infine, che non venga passata sotto silenzio la precedente RICHIESTA DI RIESAME IN AUTOTUTELA dell’Ordinanza nr. 78 del 25/09/2017 relativa alla frazione secca non differenziabile, dal momento che tale ordinanza ha creato molta confusione nella cittadinanza [ad esempio riguardo al conferimento di pannolini e pannoloni che, nel capitolato d’appalto relativo al bando per la gestione del servizio, sono indicati come oggetto di una raccolta a parte su prenotazione] e dal momento tale confusione, generata da informazioni incomplete se non addirittura errate, può determinare errori nel conferimento e il mancato rispetto della raccolta differenziata.

Affinché si ottengano alti livelli di raccolta differenziata, i cittadini non possono essere considerati meri esecutori materiali bensì devono essere messi nelle condizioni, attraverso gli strumenti opportuni, di ottenere i risultati migliori. 
Ecco, dunque, che diventa prioritario pressare la Regione Campania per le compostiere di comunità, emanare ordinanze precise e dettagliate, fare campagne di sensibilizzazioni mirate , come previsto del resto, nel capitolato d’appalto, e , perché no, individuare incentivi ad hoc che consentano una maggiore riduzione dei rifiuti a monte [incentivi per negozi di merci sfuse, alimentari e non; riduzioni sui tributi; eco compattatori di bottiglie e lattine; etc].

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