venerdì 23 febbraio 2018

Mettiamo l'acqua al centro della campagna elettorale!


di Elvira Santaniello

Accolgo con grande senso di responsabilità l'appello di Padre Zanotelli a far entrare l'acqua nella campagna elettorale e questa è la mia riflessione a riguardo.

E’ da qualche giorno che si rincorrono sulla stampa articoli dei vari candidati alle prossime elezioni politiche sul tema acqua, con particolare riferimento alle fonti messe in pericolo dall’espansione selvaggia dell’eolico.
Questo è un tema forte per il nostro territorio ed è davvero triste che venga strumentalizzato per meri fini elettorali, così come è triste vedere alcuni candidati che vengono imbeccati su quello che devono dire, visto che fino a ieri di questo argomento non ne sapevano niente.
Nessuno, né eletto né candidato, per esempio, ha fatto cenno alla Rete per la difesa delle fonti idriche del Mezzogiorno d’Italia che già nello scorso ottobre 2017 ha redatto la Carta di Bari per la difesa e la riappropriazione delle sorgenti, messe in pericolo dal progetto, ormai molto avanzato dell’Acquedotto meridionale.
Nessuno ne parla … ma lo sanno che esiste? 
Lo sanno che nella Carta di Bari si chiede espressamente ai politici, eletti e da eleggere, un’azione forte di Protezione Civile dell’Acqua?
Ma ai politici, non dico al Pd ma almeno a quelli che si pongono in alternativa ad esso, interessa davvero il tema del diritto all’acqua e la salvaguardia delle fonti?
La risposta non è così scontata come dovrebbe.
Ma veniamo ad una altro aspetto della questione acqua, la ripubblicizzazione del servizio idrico e analizziamo la nota di qualche giorno fa diffusa da Pasquale Maglione candidato alla Camera per il M5S.
In questa nota si evidenziano due parti, una iniziale, francamente condivisibile, relativa alla nomina in quota PD, come del resto quasi tutto il comitato esecutivo, del Direttore dell’Ente Idrico Campano, e l’altra, piuttosto opinabile, invece, relativa ad Alto Calore e all’impegno sulla questione da parte del M5s Sannita ed Irpino.
Non è strano che il M5S intervenga sul tema acqua visto che nel suo programma ambiente è presente un intero capitolo sul tema; quello che è strano, invece, né Maglione né altri facciano specifico riferimento all’a tematica clou del programma pentastellato, la ripubblicizzazione delle società di gestione. 
Dunque, mentre Di Maio nel corso di un incontro con Utilitalia, ha espressamente detto che “per i beni comuni ci vogliono società pubbliche”, qui nel Sannio, quando si parla di società di gestione si parla solo dei debiti di Alto Calore e delle denunce su questi debiti dal parte di Sibilia e Maio.
Eppure ricordo perfettamente che proprio Sibilia nel febbraio 2016, durante una riunione dei meetup irpini e sanniti a Venticano, presentò un documento in cui si chiedeva ai Sindaci di sostenere la creazione di un’azienda consortile a statuto speciale con capitale al 100% pubblico per la gestione del servizio idrico. Che fine ha fatto questa proposta?
Perché dal 2016 ad oggi si è preferito agire solo attraverso denunce in tribunale piuttosto che fare, come in Puglia, un’azione comune con i Comitati per l’acqua pubblica e le associazioni locali arrivando a costringere il Presidente della Regione Emiliano ad indire un tavolo tecnico per la ripubblicizzazione?
Perché, come accaduto in Puglia, non si è fatto ricorso ad esperti come il prof. Alberto Lucarelli – noto costituzionalista, estensore dei referendum del 2011, nonché unico in Italia ad aver operato la ripubblicizzazione di una società per azioni in azienda speciale nella sua qualità di Assessore ai Beni Comuni della città di Napoli - al fine di individuare soluzioni tecnico-giuridiche per approdare alla ripubblicizzazione anche di Alto Calore Servizi?
E ancora, perché non è stato fatto alcun intervento serio sul fatto che il PD pugliese stava lavorando sottotraccia per costituire l’Acquedotto Meridionale con la partecipazioni di tutte le società di gestione del servizio idrico del centro e sud Italia, Alto Calore e Gesesa compresi, e si è scelto, invece, di fare azioni risibili come quella della consigliera Maio che è andata ad elemosinare al commissario dell’Ato 1 Alto Calore Irpino la revisione degli accordi di redistribuzione tra Campania e Puglia, proprio mentre Campania e Puglia sono il fulcro del nuovo Acquedotto Meridionale?
Ma lo sa la consigliera Maio che l’emendamento Ginefra alla Legge di Bilancio 2018, approvato non nella sua forma originaria ma in una forma mediata che prevede il prolungamento della concessione di Acquedotto Pugliese fino al 2021 e il trasferimento delle competenze dell’Ente Irrigazione in una nuova società partecipata del Ministero dell’Economia e dalle Regioni (Puglia Campania e Basilicata), costituisce l’appoggio normativo di cui il Governo PD aveva bisogno per creare il grande Acquedotto Meridionale?
Perché non c’è stata opposizione dal parte del M5S Sannita ed Irpino a questa cosa? Perché nessuna parola, nessuna nota stampa, nessuna manifestazione? 
Perché i portavoce sanniti ed irpini non hanno creato una sinergia con i comitati Acqua Bene Comune e soprattutto non hanno ritenuto opportuno aderire alla Carta di Bari per la salvaguardia delle fonti e degli acquedotti del Sud?
Perché solo oggi si ricordano delle sorgenti minacciate dall’eolico ?
Per concludere un’ultima domanda: ma è normale che la consigliera Maio e il Portavoce Sibilia parlino ancora di questa fantomatica crisi idrica (che, in realtà, è stata creata ad arte per costringerci ad accettare passivamente la gestione privata) e lo facciano ad Avellino e non a San Giorgio, Comune di elezione della consigliera?

Nessun commento:

Posta un commento

I commenti saranno letti prima di essere pubblicati. Se off topic, non verrano pubblicati.

LinkWithin

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...